Vitalizi (anche) per i primi non eletti: la nostra battaglia per compà Pinuzzu

Sono bastati novanta secondi netti per approvare una legge che garantisce ai parassiti che hanno la fortuna di transitare anche solo per qualche giorno dagli scranni del consiglio regionale calabrese, la pensione a vita. C’è chi deve lavorare 60 anni per avere una misera pensione che a volte non supera i 1000 euro e a chi invece, come i consiglieri regionali, basta qualche giorno da eletto per sistemarsi vita natural durante.

Jole non smentisce la sua natura di predatrice di denaro pubblico. E i fatti parlano. In piena emergenza sanitaria, tra un proclamo e l’altro, tra una falsa pubblicità e l’altra, tra una caprata e l’altra, sottobanco si è già adoperata molto, sistemando buona parte degli impastettati e aventi diritto alla retribuzione pubblica senza fare nulla per diritto divino, a cominciare dal nipote del procuratore capo Spagnuolo, Giampaolo Calabrese che la Santelli usa per apparare i problemi con la procura, passando per la Catizone che gli passa le notizie riservate di Nicola Adamo alla bisogna, per arrivare agli 8 addetti stampa che per i soli 7 mesi che mancano alla fine dell’anno costeranno ai calabresi, udite, udite, 300.000 euro. Sette mesi di presunto lavoro per una cifra da capogiro: trecentomila euro, pari allo stipendio di almeno 150 lavoratori. Senza contare i bandi cuciti su misura per gli amici degli amici in attesa di ricevere valanghe di denaro per l’emergenza covid-19, la vera manna. Non ci sono i soldi per le mascherine, ma come tutti possono ben vedere i soldi per gli amici degli amici ci sono sempre.

Ma non è tanto la differenza e l’iniquità che c’è tra chi fa politica e il cittadino/lavoratore che per le scellerate scelte politiche merita di essere derubato – se voti dei ladroni che tutti conoscono come tali con consapevolezza, oltre a diventare loro complice, non puoi certo lamentarti poi se dalle casse pubbliche spariscono i denari -, ad indignare l’intera comunità calabrese, piuttosto la mancanza di rispetto verso chi non ce l’ha fatta ad entrare in consiglio regionale.

È questa la vera barbarie: escludere dalla tavolata degli amici degli amici personaggi che hanno fatto la storia della politica calabrese. E questo non è giusto. Giacché c’erano potevano inserire nella legge sui vitalizi anche una bella pensioncina per tutti i primi non eletti di ogni lista, magari estendendola anche ai secondi non eletti, anche loro hanno diritto ad vita felice e senza problemi economici. E se è possibile arrivare anche al terzo non eletto, un capitolo di spesa si trova anche per loro. E invece si sono comportati da egoisti lasciando fuori personaggi come compà Pinuzzo, che da eletto non ha mai fatto mancare niente a nessuno, compreso ai non eletti. Ed ora che è successo a lui, nessuno se lo fila. Nessuno che si chiede: come farà adesso compà Pinuzzo a vivere?

Alcuni amici parlano di una svista, che non vuole essere uno sgarbo a compà Pinuzzu, e che presto il consiglio regionale tornerà a riunirsi per porre rimedio a questa vera e propria ingiustizia. L’unica degna di correzione. Amici che hanno promesso un loro forte impegno per arrivare alla modifica della legge, a favore di compà Pinuzzu che un’altra bella pensione se la merita tutta.

Fa piacere sentire la politica preoccuparsi di chi come compà Pinuzzu è rimasto indietro. Non si lasciano da soli gli amici. Ora non resta altro da fare che aspettare il momento buono per ‘nzaccare questa piccola modifica nell’articolato di legge e sanare questa infame situazione che non è certo degna di una regione civile.