Vizi e virtù del cosentino

Ai cosentini interessano poche cose: il parcheggio sotto casa, la possibilità di arrivare con l’auto dentro il supermercato, il tabacchino o il negozio, u palluni, u spridu, a pastetta, u piaciri, e apparire per ciò che non è.

Tutto il resto ha poca importanza nella vita del cosentino. La mancanza d’acqua nelle case, la mala sanità, i trasporti, il lavoro, la scuola, sono argomenti che il cosentino tratta ma senza impegno… giusto per darsi un tono, come si suol dire. Affronta questi argomenti solo al bar, mentre passeggia, con gli amici al ristorante, o su FB, perché al cosentino piace lamentarsi, ma se gli chiedi cosa bisogna fare per risolvere atavici problemi, stringe le spalle. Non vuole essere coinvolto, vuole restare anonimo. Al cosentino piace buttare il sasso e poi nascondere la mano. Infatti tutti i suoi discorsi contro l’arroganza del potere e il malaffare iniziano sempre così: qui lo dico e qui lo nego.

Per il cosentino le causa dei nostri problemi sono sempre gli altri. Qualsiasi cosa accada in città, lui non c’entra mai niente. La politica ruba? Di sicuro sono stati gli altri a votare questo o quel politico imbroglione. La sanità non funziona? Di sicuro è colpa di chi continua a fidarsi dei cinghiali. Il comune non fa il suo dovere? Di sicuro la colpa è di chi lecca il culo al sindaco. Ma se gli chiedi come fa il sindaco a prendere 24.000 voti, se gli chiedi come fa il cinghiale ad essere sottosegretario, se gli chiedi com’è possibile che Madame Fifì sia deputato, se gli chiedi come mai chi ci deruba è sempre eletto, non risponde. Farfuglia, tergiversa, fino a disconoscere anche il proprio voto.

Il cosentino si sa che è nu tagliaturi professionista. Non perde mai occasione per sparlare in comitiva, di questo o quello. Salvo poi rinnegare tutto quando si trova faccia a faccia con il “tagliato”.

Il cosentino se si sente fregato dalla politica, a casa, ara cantina, annuncia fuoco e fiamme contro i corrotti, e poi, nel segreto delle stanze, non si fa scrupoli a chiedere piaceri e pastette agli stessi.

Al cosentino piace annacarsi spacciandosi per quello che non è, e quando è sgamato, corre ai ripari cercando di apparare il guaio magari chiedendo aiuto a qualche malandrino.

Il cosentino è conosciuto come colui il quale un tena pane e va truvannu sazizza. E nonostante ciò non si capisce da dove arrivano macchinoni, vacanze, e spridu a dire basta.

Ma c’è una cosa che più di ogni altra riesce a fare bene il cosentino, ed è quella di stare a tavola a spanzumà… perché come si dice: a tavola non si invecchia mai, e il cosentino alla gioventù ci tiene. E poi si sa che panza chijna fa cantare. E cantando cantando vida ca tutti i chiuriti i culo ti passano, ed ai guai non ci pensi più.