Alto Tirreno Cosentino e corruzione, cosa manca per arrivare alla cupola? (di Saverio Di Giorno)

di Saverio Di Giorno

C’è qualcosa che non quadra. Il territorio del Tirreno Cosentino durante l’estate è sempre stato sfregiato da risse, spari, furti; ma questa è roba di poco conto: questioni di droga, prostituzione, permessi e solite cose. Gli abitanti come al solito fingono di non sapere e si convincono di vivere in paradiso quando basterebbe guardare i lati delle strade. Il punto è altrove. C’è qualcosa che non quadra più in alto: tra amministratori e professionisti. Nessuno parla: forse perché tutti sono vicini ai legami su cui la procura di Paola sta investigando o per non cadere in raffinate strategie nelle quali si usa anche (a sua insaputa) la magistratura?

Si indaga, dicevamo. Più indagini, molti omissis. Massonerie, amministratori, appalti. Eppure tutte sembrano essere parallele, girare intorno a pochi professionisti, tecnici e ancor meno imprenditori. Basta prendere un curriculum a caso tra i nomi e vedere pagine e pagine di incarichi in decine di comuni. Molte cose erano state segnalate per tempo, ne avevamo scritto, ma molte domande restano aperte. E questo è il punto. Il solito: perché manca sempre qualcosa o qualcuno?

Si prenda la questione della maladepurazione, tanto per fare un esempio. L’accusa riguarda appalti pilotati per più di dieci anni, dal 2007. Ne avevamo scritto appunto per tempo sollevando alcune domande che rimangono senza risposta nonostante le indagini: possibile che la politica che si è succeduta non sapeva cosa succedeva? Magorno, ma non solo. Non è credibile. Lungi da noi difendere la sindaca di San Nicola Arcella, Barbara Mele vicina alla peggior politica calabrese, ma resta un dubbio: si è chiesto conto della sua posizione per un fatto più leggero (un tubo), rispetto a quella di Diamante. Sarebbe stato bene chiarire entrambe.

Ma è solo un caso. Però tali dubbi non sono nuovi sulla costa tirrenica. In seguito alle indagini dell’inchiesta Plinius vi erano problemi analoghi: perché non si è finito il lavoro si diceva allora? Poi è divenuto chiaro a tutti chi era il pm Luberto e come usava le indagini: strumenti per aiutare l’uno o l’altro. Siamo sicuri che questo non è il caso del procuratore Bruni, che ha dimostrato nella sua storia di essere integerrimo e attaccare grumi di potere. Il punto piuttosto è che naturalmente per muoversi bisogna avere degli elementi e spesso questi elementi sono forniti proprio da chi è coinvolto. Ci sono onesti cittadini che denunciano (e ce ne sono!), ma ci sono anche ex-soci, avversari nel commercio o nell’attività, interessi di imprese concorrenti o di controparti politiche. Quando salta qualche accordo, quando qualcuno pesta un piede ad un altro o più semplicemente quando qualcuno ha il sentore che le cose vanno male scarica l’altro e si mette al sicuro. Sono cose già viste, storie già sentite in altri casi.

Sarebbe triste se anche stavolta fosse in questo modo. Triste e pericoloso. Triste perché anche un momento di giustizia diventerebbe un momento di prepotenza e pericoloso perché poi scattano le ritorsioni (incendi, spari, danneggiamenti). Magari è in questa logica che vanno interpretati alcuni atti vandalici e violenti che stanno interessando tanto la costa, quanto l’interno. E nelle ritorsioni si danneggiano le comunità.

Per evitare bisogna andare fino in fondo se si è sicuri dell’indagine svolta e degli elementi. E anche spingersi altrove. Tecnici, professionisti rappresentano l’elemento imprenditoriale, economico, poi c’è la politica che a volte dirige e a volte ne è diretta e come dicevamo non sempre viene coinvolta (lo è quando il politico è debole o scaricato), ma manca un anello di congiunzione o di raccordo che spiegherebbe le mancanze: avvocati, notai, banchieri. Magari anche questi sono pochi e si ripetono, coincidono come sembra essere per le ditte vincitrici e i tecnici firmatari. Anche questo lo avevamo segnalato: coincidono tesorerie e conti correnti? Vi sono consulenze pagate profumatamente o incarichi straordinari e sono vicini ad amministrazioni affidatarie? E invece gli studi e i relativi associati? Come funzionano? Su molti aspetti, la procura di Paola ha già degli elementi.

In ogni caso tutto questo non è detto che non abbia risposta (in un senso o nell’altro) negli omissis, nelle proroghe e nel resto del lavoro degli inquirenti. Magari è solo presto o magari questa analisi e questa ricostruzione è solo appunto una lettura; magari hanno ragione i cittadini e sono tutte ragazzate, roba da turisti o storie esagerate, liti di paese. Inutile anche parlarne. Poi però non si capisce perché in paesi dove tutti sanno tutto e sono tutti pronti a fare le brave comari proprio su alcuni fatti ci si è distratti o se si tratta di dare opinioni, di prendere parte alla vita attiva di un paese nessuno è disposto. Ecco che allora ci sono episodi ed episodi, persone e persone con pesi diversi e allora bisogna analizzare, supporre e chiedere chiarimenti altrimenti sembra che sia tutto normale e sarà ogni volta possibile peggiorare un po’ in più.