Amantea, Comune sciolto per mafia. La ditta del clan di Falerna e i dipendenti comunali delle cosche

Continuiamo il nostro appuntamento con l’approfondimento delle motivazioni che hanno portato allo scioglimento del Comune di Amantea per accertati condizionamenti criminali. In questi giorni Amantea è balzata alla grandissima ribalta della cronaca per le questioni riguardanti i migranti positivi al Covid e per le proteste “pilotate” dagli stessi politici protagonisti delle vicende di cui scriviamo. Ma naturalmente di queste vicende gravissime non ne scrive nessuno. Tranne noi. Siamo arrivati alla pubblicazione della relazione del prefetto rispetto alla grave situazione del comune tirrenico. E dopo l’analisi del rapporto tra Franco La Rupa e Tommaso Signorelli (http://www.iacchite.blog/amantea-comune-sciolto-per-mafia-la-relazione-del-prefetto/), emergono ancora tante altre vicende, contrappuntate dagli OMISSIS che la gente di Amantea (e non solo) sa collegare benissimo a volti, nomi e cognomi. Ci siamo occupati di alcuni soggetti che hanno fatto parte dell’ultima giunta comunale (http://www.iacchite.blog/amantea-comune-sciolto-per-mafia-i-campioni-della-giunta-pizzino/). E di scrutatori e di interdittive antimafia (http://www.iacchite.blog/amantea-comune-sciolto-per-mafia-scrutatori-e-interdittive-antimafia/). 

Oggi ci occupiamo di una ditta vicina al clan di Nocera e Falerna e della “geografia” dei dipendenti comunali delle cosche.

riscossione si è rivelata inadempienza molto diffusa, con un picco del 60% circa nel settore idrico. Ma è altrettanto indubbio che distorsioni ed atteggiamenti omissivi che si registrano sono palesemente indicativi di quelle condotte antigiuridiche cui fa riferimento il terzo comma dell’articolo 143 del TUEL quale fattore sintomatico.

5 – (continua)