Calabria 2020, il centrodestra non trova un accordo: tutti i retroscena del pranzo a Villa San Martino

di Giuseppe Alberto Falci

Fonte: Huffington Post 

Fumata ancora nera ad Arcore. Il vertice del centrodestra che avrebbe dovuto sciogliere il nodo sulla Calabria finisce in un nulla di fatto. Una nube nera si addensa sulla regione del Mezzogiorno che tornerà al voto lo stesso giorno dell’Emilia Romagna, vale a dire il 26 gennaio. Non c’è il nome del candidato del centrodestra che dovrebbe spettare a Forza Italia. Ecco, dopo l’ennesimo vertice di oltre tre ore le posizioni restano immutate. Con Matteo Salvini e Giorgia Meloni che dicono senza se e senza ma “no” a Mario Occhiuto, ovvero l’azzurro sindaco di Cosenza che è sotto inchiesta per bancarotta fraudolenta e per corruzione. “Non esiste, fateci un altro nome. Punto”, taglia corto il Capitano leghista mentre assapora un branzino che segue a un flan di tartufo. “Non esiste”, gli fa eco la pasionaria di Fratelli d’Italia che spalleggia il compagno di sovranismo.

Quando attorno alle 14 e 15 i tre, Berlusconi, Salvini e Meloni, prendono posto nella sala da pranzo di Villa San Martino per discutere di candidati e regionali, i presupposti ci sono per un accordo. Il clima appare positivo, Berlusconi scherza con il leader di via Bellerio, fa un accenno al Milan e al Monza, gli mostra una serie di opere d’arte appena acquistate. Eppoi si sofferma sul futuro dell’esecutivo giallorosso. Dureranno?, è la domanda del padrone di casa. Salvini confida al Cavaliere: “Ho segnali veri che i cinquestelle non tengono…”. L’ex premier si esalta ogniqualvolta sente odore di campagna elettorale e sotto sotto sogna di tornare al governo da padre nobile del centrodestra. Sia come sia a questo punto della conversazione, mentre i camerieri servono gli ospiti, i tre convergono che la spallata verrà inferta dopo le regionali di gennaio quando “vinceremo in Emilia Romagna”. Ecco, e in Calabria? La Calabria è il tema tabù. Il leader azzurro prova a forzare sulla candidatura di Occhiuto, il primo cittadino di Cosenza, nonché fratello di Roberto, parlamentare azzurro in orbita Carfagna. Salvini fa una smorfia, Meloni lo segue: “No, tutti tranne lui”. Ma gli Occhiuto, Mario e Roberto, pesano in regione e rappresentano un pezzo significativo di Forza Italia. Addirittura c’è chi sostiene che Mario starebbe pensando di scendere in campo lo stesso con una lista civica. Anche senza il sostegno degli azzurri. Ma Salvini sbotta: “Rappresentano la vecchia Calabria. Andiamo a cercare situazione pulite. Fateci un altro nome”.

Si riparte allora con la girandola dei nomi. Il Cavaliere prende un foglio di carta e ci scrive su un nome: Jole Santelli. Quest’ultima  è una figura storica di Forza Italia in Calabria, coordinatore regionale, oggi parlamentare, ma anche vicesindaco di Cosenza, ovvero vice di Occhiuto. La stessa Santelli che mercoledì a Montecitorio ha avuto un lungo colloquio con Maria Rosaria Rossi, un tempo appartenente al cerchio magico di Villa San Martino. “E allora cosa cambia?”, si domanda Salvini. 

Il pranzo scivola via, sulla tavola arriva il gelato al pistacchio, ma Salvini, Meloni e Berlusconi decidono di riaggiornarsi alla prossima settimana. La ragione è che non c’è un accordo sulla Calabria. Occhiuto non s’ha da fare, e si può ragionare solo se Berlusconi fa una proposta differente. Si vocifera che il nome della Santelli potrebbe essere il punto caduta anche perché terrebbe dentro gli Occhiuto’s. Non a caso ieri in Transatlantico Roberto (Occhiuto ndr.), fratello di Mario, confidava ad alcuni amici: “Certo, se fosse Jole cambierebbe tutto…Non potremmo non sostenerla”. Non è escluso però che nel gioco dei veti incrociati potrebbe rispuntare il nome di Caterina Chiaravalloti, magistrato e figlia d’arte, il padre Giuseppe è stato presidente della Regione Calabria fra il 2000 e il 2005. “Un nome specchiato”, continuano a ripetere in Lega.

Ecco, sulla Calabria siamo ancora a carissimo amico. Sulle altre regioni che torneranno al voto si trova un accordo di massima. Ovvero, la candidatura della Campania spetterà agli azzurri, Marche e Puglia alla Meloni, la Toscana alla Lega, e la Liguria a Toti. Non a caso i tre, per evitare che si inizi a diffondere la notizia di una fumata nera sulla Calabria, vergano una nota di carattere generale che certifica la distanza fra le parti. Eccola: “C’è una crescente preoccupazione per il liquefarsi della maggioranza di governo, che però propone una manovra disastrosa a base di tasse e manette”. Fatta questa premessa e dopo un passaggio sui sondaggi che danno il centrodestra in netto vantaggio i tre tenori della coalizione entrano nel merito del confronto delle regionali: “Con grande spirito di coesione e di collaborazione, dopo un lungo e costruttivo confronto tra i leader, i tre partiti hanno raggiunto un accordo sui profili dei candidati governatori e sulla composizione delle liste per le Regioni che andranno al voto e che sarà perfezionato nei prossimi giorni”. Peccato che non abbiano comunicato i nomi dei profili. Forse lo faranno nei prossimi giorni. Forse. Eppure la Calabria resta lì, immobile, senza alcun candidato, a cinquantuno giorni dall’apertura dei seggi.