Cariati e la civiltà da riconquistare

Cariati e la civiltà da riconquistare

Questa mattina mi sono svegliato grazie all’insistente suono del citofono. Con una pazienza francescana sono andato a rispondere, e dopo il fatidico “chi è?” l’altoparlante del citofono emetteva dei guaiti con incomprensibile accento campano. Non riuscendo a capire quei versi, ho chiesto di attendere perchè sarei andato di persona. Scendo le scale, esco fuori e trovo uno scenario insolito. Uomini e donne si muovono come formiche apparentemente impazzite, diretti verso la strada principale per depositare sacchetti di rifiuti differenziati.
Chiedo per quale motivo hanno bussato al citofono. Un soggetto amorfo che ai miei occhi si presenta come una fusione tra una specie di uomo e un cinghiale, inizia a guaire dei versi. Chiedo di ripetere cercando di scandire le parole, forse lasciando credere che sono un turista d’oltre Alpi.
L’esemplare di para-uomo allora si sforza ed emette dei suoni meglio comprensibili, probabilmente solo da chi proviene da Nola in giù e quindi ho capito.
Non dovete più lasciare i rifiuti di fianco al portone ho tradotto.

Con notevole imbarazzo chiedo il motivo di questa imposizione.
Il para-uomo, trascinando un grosso carrello pieno zeppo di sacchi sgocciolanti e puzzolenti, visibilmente infastidito risponde, dice che ha chiesto all’autista di un mezzo adibito alla raccolta dei rifiuti, quando avrebbero preso i sacchi che ormai da luglio giacciono in questa zona di Cariati. Quindi a dire del para-uomo, secondo la mia traduzione, l’autista del mezzo avrebbe consigliato di prendere, senza curarsi della loro differenziazione, tutti i rifiuti dalle traverse adiacenti e depositarli su Via Santa Maria, altrimenti nelle traverse loro non sarebbero andati a prenderli.
Da premettere che su Via Santa Maria ormai da quasi un mese, si sono create delle macro-discariche che a singhiozzo accompagnano gli autisti fino alla fine del paese (visibile da foto del 4 agosto, non oggi, che sarà anche peggio…).

Considerando che non dubito di quello che il para-uomo mi ha detto, rispondo allo stesso dicendo che quello che stava facendo oltre che un reato penale, era un gesto, seppur fatto in buona fede, incivile e dannoso per l’ambiente oltre che per lui stesso. Ho aggiunto che io non mi sarei prestato a quella pratica e che quindi continuerò a fare la differenziata “porta a porta”, a meno che non sia un’ordinanza della Sindaca ad ordinarmi di fare quello che dice l’autista dell’Azienda responsabile del disastro ambientale.
Il para-uomo ancora più stizzito mi ha detto: “allora tieniti la tua Sindaca”. “Noi ci ribelliamo perché ci hanno incastrato quando abbiamo comprato casa a Cariati”.

“Maleritt i mort to!”, ho pensato in cariatese pure se non lo sono. Mi sono vestito con una calma che non ho mai indossato e sfoggiando il mio migliore italiano mi sono rivolto al para-uomo. “Gentile signore, vorrei farle notare che sarà proprio il suo comportamento a legittimare la signora Sindaca e i responsabili della mancata raccolta, le spiegherò brevemente il perché”. “Lei, gentile signore, in questo momento sta abbandonando rifiuti sul suolo comunale, di questa azione, ne stia certo, oltre che la Sindaca ne trae beneficio solo l’azienda responsabile del servizio di igiene urbana”. 

“La Sindaca, con i suoi post su Facebook, continuerà a dire che la colpa è dei cittadini, rei di abbandonare rifiuti e non praticare la raccolta differenziata. Mentre l’azienda, seppur responsabile della mancata raccolta, si troverà ad incassare straordinarie cifre astronomiche, proprio perché i rifiuti ormai sono indifferenziati e abbandonati. Quindi altro denaro peserà sulla TARI che Lei dovrà versare il prossimo anno e che arricchirà i veri responsabili del disastro, i privati che malgestiscono il servizio”. 

“Infine signore, ci tengo a precisarle che, quando Lei dice di essere stato incastrato comprando casa a Cariati dice una bugia, per un semplice motivo, Lei non ha comprato un bel nulla. A Lei negli anni Ottanta hanno semplicemente regalato una casa a Cariati in cambio di qualche milione di lire (non qualche decina di milione e ne centinaia di milioni), altro che incastrato! Lei ha avuto una botta di culo e basta!”. 

Non scommetto che il para-uomo abbia capito il messaggio, infatti i metri lineari dei sacchetti su via Santa Maria sono notevolmente aumentati visto le quantità di rifiuti che due grossi villaggi di “persone incastrate a Cariati” hanno conferito in strada.
Però voglio sperare che il prossimo anno troverò una Cariati diversa, rinata e con l’ambizione di tornare ad essere la “Perla dello Jonio” di una volta. Accogliente come sempre, civile e pulita, con il suo eccellente Ospedale riaperto, ma soprattutto liberata dal marciume politico che l’ha spolpata per poi abbandonarla.
A giugno 2023 a Cariati ci saranno le elezioni e Cariati ha bisogno della forza e dell’orgoglio dei cariatesi. La stessa forza e lo stesso orgoglio che i comitati per la riapertura dell’Ospedale hanno mostrato in questi ultimi anni. Questa è la sola strada. Cariati deve rinascere da quei comitati.

Panda Eros