Cosenza, grandi manovre tra i boss della sanità: Citrigno sta comprando le cliniche di Morrone

Il segreto di Pulcinella di queste ultime ore a Cosenza è più sputtanato di una chiesa sconsacrata: gira voce ormai da settimane che sta per concretizzarsi una clamorosa trattativa tra due dei maggiori boss della sanità privata calabrese e cosentina in particolare, che rispondono ai nomi di Pietro Citrigno ed Ennio Morrone. Citrigno, stando alle voci sempre più insistenti negli ambienti della politica e della sanità cosentina, starebbe per acquisire le cliniche del cosiddetto Gruppo San Bartolo di proprietà della famiglia Morrone ovvero la Misasi di piazza Crispi a Cosenza e la San Bartolo di Mendicino.

Noi siamo venuti a conoscenza della trattativa in prima battuta dai dipendenti delle cliniche di Morrone, giustamente allarmati dalla vicenda. Al culmine dei soliti e quasi patologici ritardi nel pagamento degli stipendi, hanno appurato che stavolta non pagano, nonostante siano in regime di concordato, perché stanno vendendo a Citrigno. Con 9 milioni di euro di debiti e tante cause dei dipendenti.

I Morrone ovviamente vendono la società San Bartolo e le due cliniche a Citrigno senza avvisare i dipendenti e non pagano gli stipendi perché non vogliono far sapere al soggetto acquirente tutte le cause in corso, che potrebbero condizionare negativamente la trattativa. L’esigenza più impellente di Ennio Morrone, del fratello andrologo (ormai sempre più impelagato in queste vicende) e dei suoi figli gemelli è quella di prendersi i soldi di Citrigno per estinguere il concordato e uscire “puliti” da tutto ‘sto casino.

L’accordo sarebbe già fatto. Devono solo firmare. C’è chi dice che l’appuntamento dal notaio è fissato addirittura per oggi, al massimo domani. Il tempo stringe perché i Morrone nella gestione delle due cliniche sono con l’acqua alla gola. Oltre ai 9 milioni di debiti e alle cause in corso dei dipendenti, non stanno ottemperando a quanto previsto nel concordato con il Tribunale e perciò rischiano concretamente il fallimento. I dipendenti avanzano una una tantum di 1000 euro da contratto Aiop e tre mensilità per il rinnovo contrattuale ma soprattutto 5 anni di contratti di prossimità, che sono un sacco di soldi e per i quali sono aperti contenziosi a volontà. In estrema sintesi: i Morrone se ne stanno scappando dopo aver fatto nove milioni di debiti e “massacrato” i malcapitati dipendenti. E in tutto questo, come fanno notare giustamente i dipendenti, i commissari che dovrebbero vigilare sul rispetto del concordato da parte dei Morrone, fanno finta di niente e si voltano dall’altra parte, con la “benedizione” della solita procura di Cosenza, che non a caso è il porto delle nebbie per eccellenza.

Pietro Citrigno, per gli amici Pierino e per i servi don Pierino, è – come si dice dalle nostre parti – un nome una garanzia. E’ a capo di un impero liquido e solido fatto soprattutto di cliniche “galline dalle uova d’oro” (San Vitaliano, Villa Gioiosa, Villa Adelchi e ora anche un Centro Radiologico) e di tanti immobili, costruito negli anni con l’usura, la corruzione e il malaffare. Non a caso gli era stato sequestrato un patrimonio da 100 milioni di euro salvo vederselo poi restituito grazie ad una sentenza comprata (chissà a che prezzo) in Corte d’Appello a Catanzaro. Ma su questo indagano le procure (prima Salerno e poi Catanzaro) e una mattina di queste non è escluso che qualcuno busserà alla porta di Pierino, o del figlio Alfredino bellipapà. E non sarà il postino.

Per il momento don Pierino, così come aveva previsto Gratteri, comprerà al ribasso – come fanno gli usurai avvoltoi – le cliniche di Morrone. E non è escluso che ai fessi faranno credere che si venderà ad un prezzo, a tutto svantaggio di creditori e dipendenti, e poi sottobanco e in nero uscirà per gli inguaiati Morrone un altro prezzo ancora. Contanti e soldi in nero anche perché Citrigno è pieno di fondi nascosti al fisco tanto da non sapere dove metterli. Chi ci rimetterà in questa trattativa paramafiosa saranno, ovviamente, i dipendenti e i creditori perché Morrone in questi anni ha bruciato più o meno a tutti. Ma siamo certi che Gratteri, che aveva previsto tutto, vigilerà e presto o tardi indagherà anche su questo acquisto. Del resto la sanità privata è il regno del malaffare e della ‘ndrangheta. Si passa da Citrigno al gruppo paramafioso de iGreco, da Poggi e Parente ai clan di Crotone che stanno dietro la dolce Antonella Stasi, meglio conosciuta come vicePeppe (Scopelliti), Castronuovo a Reggio, e il clan Muto sul Tirreno. Ma è attorno a Cosenza che gira e rigira si concentrano gli affari più sporchi anche perché c’è la più corrotta delle Asp a fare da “scudo” e perché c’è il più squallido e concusso dei magistrati che garantisce impunità a tutti, il Gattopardo del porto delle nebbie, al secolo Mario Spagnuolo. Il terreno ideale insomma e Citrigno lo sa bene e continua a fare affari…

Nelle ultime ore tuttavia abbiamo appreso che c’è una grana che a quanto pare sta un po’ rallentando le operazioni di cessione. C’è una socia dei Morrone che non vuole cedere all’offerta fatta dai Citrigno perché vuole più liquidità e perché ha capito che Ennio, l’andrologo Giancarlo e i gemellini si preparano a incassare soprattutto soldi in nero e a lei non andrà neanche un euro. Si chiama Carmen Di Benedetto ed è la moglie di un poliziotto in servizio a Cosenza, figlio di Beniamino Falbo, socio della clinica del “mammasantissima”. I pagamenti – se tutto viene concordato tra oggi e domani per raggiungere l’accordo e firmano dal notaio – se li accollerà Citrigno, ma ai dipendenti non sta bene, perché passerà troppo tempo per le pratiche burocratiche. Dunque già oggi per quanto ne sappiamo ci sarà un sit-in autorizzato davanti alla clinica Misasi perché i dipendenti i soldi li vogliono da Morrone e sanno molto bene che parecchi di loro saranno licenziati. Intanto, i sindacati, venduti fino al buco del culo, sono già pronti a trattare col nuovo “padrone”.

Finalino: la famiglia Morrone, per far “lavorare” clientes et parentes, ha tenuto la proprietà della terza clinica, la Villa Sorriso, che non fa parte del gruppo San Bartolo mentre ha deciso di cedere a Citrigno anche l’hotel di Cirella dove i Morrone spesso e volentieri facevano i “festini”. Da domani non si sprida più. Parola di Ennio, il “mammasantissima” e di don Pierino, l’usuraio.