Cosenza, piazza Fera/Bilotti: il rallentamento dei lavori è tutta opera di Occhiuto e Barbieri

Occhiuto e i suoi “protettori” le stavano studiando tutte per evitare l’epilogo naturale del percorso politico-mafioso del sindaco di Cosenza, che dappertutto sarebbe stato quello di porre fine alla sua amministrazione assurda e scellerata. Vedere Luberto, che provava vergognosamente a dimostrare un inesistente “accordo” per danneggiare lo squallido cazzaro attraverso il rallentamento dei lavori per l’ecomostro di piazza Fera/Bilotti, era stato deprimente. Eravamo all’epoca di Lande Desolate (dicembre 2018), un’inchiesta che invece di chiarire le cose, le aveva ancora di più complicate. Ma per fortuna esistono ancora la logica e il raziocinio ed eravamo sicuri che anche queste menzogne prima o poi si sarebbero sciolte come neve al sole. E se il nuovo sequestro di piazza Fera di aprile 2020 andava già dritto in questa direzione, successivamente l’assoluzione di Oliverio, Adamo e Bruno Bossio confermava in pieno la sensazione. Per poi arrivare alla “neutralizzazione” delle intercettazioni e quindi alla demolizione del processo scaturito dal sequestro: ma adesso la netta sensazione è che finalmente a Catanzaro hanno capito la “lezione”. 

Oliverio, del resto, aveva già avuto ampia soddisfazione dalla Cassazione, che aveva riconosciuto in maniera disarmante le sue ragioni rispetto a questa assurdità delle accuse di rallentamento dei lavori di piazza Fera. E allora proviamo a fare un ragionamento logico anche noi, tornando mentalmente al periodo nel quale – secondo Gratteri all’epoca ancora manovrato da Luberto – Palla Palla avrebbe cercato di danneggiare il cazzaro. Siamo negli ultimi mesi del 2015 quando la mozione di sfiducia a Occhiuto ancora è lontana dal traguardo. 

Perché Oliverio avrebbe dovuto fermare i lavori ad Occhiuto se il Pd – da solo – non aveva i numeri per farlo cadere in Consiglio? E perché, nel rastrellare le centinaia di candidati per le sue 15 (!!!) liste, Occhiuto è andato a rompere i coglioni (scusate il francesismo ma quannu ci vo ci vo…) addirittura al suocero di Barbieri, Cenzino Belmonte, se si era accorto che gli aveva remato contro? Possibile che Luberto non fosse al corrente di questo particolare non certo secondario e testimoniato da santini e pubblicità?

Ma non solo. Che fine ha fatto la piastrella fissata sotto la vela del Panoramico con inciso a caratteri cubitali il nome del cazzaro “MARIO OCCHIUTO” posizionata prima di Natale?
Che senso aveva volerla e farla togliere? Eppure qualcuno se la dovrà pur ricordare questa storia.
E perché la commissione di collaudo incaricata dalla Regione continuava a dare il via libera per l’avanzamento lavori se Palla Palla aveva “deciso” di fermare la macchina?
E perché la Regione approvava uno stato di avanzamento lavori nel quale (ci sono le carte e i documenti che lo testimoniano), a fine anno 2015 c’era l’elenco dei macchinari messi in deposito (quindi le forniture) per non perdere la possibilità di prendere i quattrini?

In perfetto stile cazzaro, dunque, le cose procedevano secondo uno schema contraddittorio: tutto e il contrario di tutto, tipo la metro tanto per fare un esempio. Oggi sì, domani no, dopodomani ancora sì e un altro giorno ancora no. Ma è possibile credere ancora a quello che dice questo mezzo uomo senza dignità?

Tornando a bomba a piazza Fera/Bilotti, la verità sotto gli occhi di tutti è che la Regione non bloccava assolutamente nulla attraverso i suoi controllori né tantomeno Occhiuto aveva conflitti con Barbieri, tant’è che – oltre a candidare il suocero nelle sue liste – gli aveva concesso anche il completamento di Corso Mazzini come incarico diretto, salvo poi fare annullare le relative determine, comprese quelle di subappalto, attraverso il suo finto oppositore Marco Ambrogio, perché aveva sentito puzza di bruciato e quindi di… indagini!

Barbieri, dal canto suo, non pagava né fornitori né subappaltatori (Rubino, patron della Alvir per primo) e dunque gli operai… ed aspettava i soldi dalla Regione per fare flusso di cassa.
Lo stesso direttore dei lavori Francesco Tucci andava dicendo di avere investito 400.000 euro per l’appalto di Lorica come quota “societaria” (probabilmente mascherata da parcella o altro).

Tradotto in soldoni: in tutta questa storia Palla Palla è stato solo raggirato con l’illusione che avrebbe messo in carniere l’impianto di risalita di Lorica. Non c’è dubbio che da tutto questo ne abbia ricevuto altri benefici per se ed i suoi lecchini ma questa operazione del rallentamento dei lavori di piazza Fera/Bilotti è tutta in stile Occhiuto/Barbieri/Potestio.

E non dimentichiamo che a far cadere Occhiuto, determinandone la sfiducia, non fu direttamente il Pd ma i Morrone (Ennio e Luca, che all’epoca erano ancora uniti…) insieme a Bartolomeo e non certo i ritardi dei lavori sulla piazza più brutta dell’universo mondiale. Occhiuto sapeva già che non si sarebbero conclusi per sua precisa volontà e la Fresca cominciava a rompere troppo le scatole con la sua attività.

Ma queste cose a Catanzaro le sanno benissimo e prima o poi anche Gratteri capirà che – se non agisce – si metterà dentro un casino dalle conseguenze inimmaginabili. E Gratteri ha iniziato ad agire già con il nuovo sequestro di piazza Fera e probabilmente aveva già messo in conto l’assoluzione di Oliverio e compagni…