Italia “melona”. Travaglio: “Dipartita norma anti-Pos: lingue sincronizzate”

(Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Dopo un mese trascorso a discutere in tv con gli scudi umani che, in mirabile sincronismo col governo Meloni, schiumavano di rabbia contro il Pos e il pagamento elettronico e si arrapavano come ricci alla parola “contanti”, siamo solidali con loro e con le loro lingue per la prematura dipartita della norma anti-Pos dalla manovra finanziaria, che li costringe a fischiettare, a dire che in fondo non era poi così importante e che, a ripensarci, il pagamento elettronico ha un suo perché. Uno normale andrebbe a nascondersi per la vergogna. Ma questi sono allenati da 30 anni di berlusconismo, che ha esposto le loro facce e le loro lingue a contorsioni ben più temerarie. Il 27 marzo 2006 B. si avventurò sulla storia del comunismo cinese. Testuale: “Nella Cina di Mao i comunisti non mangiavano i bambini, ma li bollivano per concimare i campi”. L’ambasciatore cinese protestò. Ma B. insistette: “È storia! Mica li ho bolliti io i ragazzini. Se poi non si può neanche esprimere una certezza…”.

I suoi servi furbi, anziché sorvolare per carità di patria, si scapicollarono a dargli ragione. Chi nel merito, come Lucio Malan, attuale capo dei senatori FdI: “Per quanto il governo cinese possa sostenere il contrario, le affermazioni di Berlusconi si riferiscono a fatti dimostrati storicamente, certificati da documenti ufficiali cinesi mai smentiti”. Chi più in generale, come l’attuale presidente del Senato ‘Gnazio La Russa: “Non so nulla dei bambini bolliti, ma la Cina ha poco da arrabbiarsi finché non rispetterà i diritti umani”. Renato Farina, su Libero, lanciò la lingua oltre l’ostacolo: “Ecco le prove: mangiavano i bimbi. Un libro conferma la verità di Berlusconi. E la sinistra, negando, uccide un’altra volta… Berlusconi ha assolutamente ragione”.

Filippo Facci, altro noto sinologo, tagliò corto sul Giornale: “Li mangiano ancora… In Corea del Nord ultimamente si sono perpetuati cannibalismi e assassini a scopo alimentare per carestie, inondazioni e disperazione” (il fatto che la Corea non sia la Cina e che B. parlasse di bambini bolliti per concimare i campi, non mangiati, era solo un dettaglio). Purtroppo, mentre Libero e Giornale andavano in stampa, B. tornò sull’argomento, per ritrattare tutto prima che Pechino ci dichiarasse guerra: “Beh, sì, sulla Cina ho fatto un’ironia discutibile, non mi sono trattenuto…”. E pazienza se i suoi scudi umani avevano sudato le sette camicie ravanando su Google a caccia di uno straccio di patacca che corroborasse la sua solennissima minchiata. Lui la servitù l’ha sempre trattata così. Ora, al posto del padrone, c’è una padrona. Ma i servi sono sempre gli stessi. E non rischiano più di perdere la faccia: casomai ne avessero una, l’hanno persa da un pezzo.