Rende 2019, la maretta nel M5s favorisce Principe e Manna resta col cerino in mano

Per capire il quadro politico che si sta delineando a Rende, conviene ripartire dalle vicende che hanno interessato il M5S e che sono state portate alla luce da Iacchite’. Sono in molti a sussurrare di un patto tra grillini e Laboratorio Cinico, spinto soprattutto da Laura Ferrara (che nella sua vita non ha mai detto una parola contro il quaquaraquà nelle cui liste figura anche la cognata Barbara Blasi…) volto a favorire Manna.

Gli elementi emersi in questi giorni non hanno fatto altro che alimentare il dubbio, e hanno spinto in un’unica direzione: la candidatura dell’avvocato Francesco Turco, ex-principiano “pertiniano e partigiano”, era funzionale a togliere voti a Principe (con cui condivide parte dell’elettorato), e per controllare il voto di protesta di tanti elettori rendesi inesperti o a digiuno delle dinamiche politiche cittadine. Quando poi Turco è stato costretto a ritirarsi per il sospetto di appartenere alla massoneria (notizia smentita dall’interessato sebbene in maniera non del tutto convincente), ecco allora che – stravolgendo tutte le regole – è ricomparso sulla scena il consigliere comunale uscente Domenico Miceli, il quale – senza tenere conto dell’esistenza del secondo candidato legittimato dalle “graticole” – è stato nominato nuovo candidato a sindaco da quella stessa minoranza che aveva fatto eleggere in precedenza Turco e, quindi, si è trovato catapultato in quel ruolo senza alcuna investitura ufficiale da parte degli attivisti. Miceli aveva addirittura sempre negato la sua disponibilità ad una ricandidatura e per questo non aveva neppure partecipato alle “graticole”.

Poi, all’improvviso, qualcosa è cambiato, si è ravveduto e la candidatura gli è stata cucita addosso all’ultimo minuto ma la circostanza ha mandato in bestia l’intero gruppo. Intanto, sulla pagina Facebook di Iacchite’, persone vicine al Laboratorio Cinico di Manna, attribuiscono i guai del M5S di Rende al fatto di essersi circondati per anni di “persone sbagliate” e hanno parlato di “totale buonafede” di Miceli. Come mai, anziché approfittare della debolezza dell’avversario in prossimità delle elezioni, il Laboratorio Cinico gli rende proprio ora l’onore delle armi?

Non c’è dubbio che la candidatura di Miceli abbia provocato i malumori degli attivisti del M5S, tanto da causare la spaccatura del gruppo e la fuga di tanti. Le prime avvisaglie si sono avute subito dopo le “graticole” di gennaio, quando in molti – delusi dall’esito delle votazioni interne – hanno preso le distanze dal gruppo. Successivamente si sono verificate nuove defezioni a seguito della torbida vicenda conclusasi con la candidatura di Miceli, anziché quella logica e naturale dell’economista Matteo Olivieri, giunto secondo alle “graticole”. Infine, Miceli è stato abbandonato da Turco e dai suoi sostenitori, tanto che lo stesso Turco ha preso le distanze pubblicamente con una lettera inviata in esclusiva a Iacchite’, nella quale rivelava di sentirsi tradito dal “gruppo storico” che ruota intorno a Laura Ferrara, notoriamente “madrina” del M5S di Rende.

Che ci fosse del disaccordo sulla candidatura di Miceli è dimostrato anche dal fatto che alcuni dei sostenitori di Turco sono transitati direttamente nelle liste di Sandro Principe, mentre nella lista del M5S comparivano parenti e amici di persone che si candidano per Marcello Manna. Questa circostanza è nota a tutti gli attivisti, ma la linea comunicativa scelta dai grillini è stata quella di non parlarne in pubblico, forse per non suscitare altro clamore. Iacchite’, invece, è pronto a fare nomi e cognomi se qualcuno stesse pensando di voler controbattere.

Dunque, Miceli è rimasto isolato e con una lista di raccogliticci, ragion per cui è arrivata una sonora sconfitta elettorale. Intanto, Manna è sempre più nervoso perché ha toccato con mano che con nove (!!!) candidati sindaco e oltre 500 candidati è stato impossibile vincere al primo turno e con i chiari di luna che si prospettano, al ballottaggio ha ben poche speranze. E anche l’operazione Cinquestelle è destinata a trasformarsi nell’ennesimo flop. Buona fortuna a tutti, ne avete bisogno!