Riunione dalla Manzini: salvare Potestio per non inguaiare Granieri e Occhiuto

Una brutta notizia per tutti i cosentini onesti.

Quello che da tempo paventavamo sta per avverarsi. Alcune voci libere ed oneste del Tribunale di Cosenza ci fanno sapere di una riunione avvenuta tra la dottoressa Manzini ed alcuni emissari di Occhiuto spalleggiati da alcuni PM, in testa Tridico, a fare le veci del pensionato Granieri.

Ordine del giorno: apparare tutte le vicende giudiziarie che riguardano Carmine Potestio, Domenico Cucunato e Carlo Pecoraro. Tutti e tre ex dirigenti della passata amministrazione Occhiuto ed oggi al centro di una grossa inchiesta su centinaia di truffe perpetrate, con l’inganno degli appalti spezzatino (affidamenti diretti), a danno dell’intera comunità cosentina.

Gli stessi, per questi motivi, erano stati oggetto di un avviso di garanzia dopo che l’aggiunto Manzini aveva più volte mandato la Finanza in Comune a rastrellare tutto il materiale che certifica inequivocabilmente la loro colpevolezza. Ma nonostante le schiaccianti prove a loro carico, più volte il GIP Branda ha rigettato la richiesta di arresto dei tre.

Da sinistra: Cannizzaro, il questore Anzalone, Occhiuto e Potestio
Da sinistra: Cannizzaro, il questore Anzalone, Occhiuto e Potestio

Vista l’insormontabilità dello scoglio GIP, la procura ha deciso di arrivare ad un accordo: apparare tutto. Insabbiare o archiviare con qualche motivazione che risulti credibile alle orecchie distratte della gente. E così pare che si stia procedendo.

Del resto, l’ufficio GIP a Cosenza ci sta solo per firmare i rinvii a giudizio per Iacchite’. Altro non fa. Il suo principale nemico siamo noi. Non chi ha distratto 8 milioni di euro in maniera truffaldina dalle casse pubbliche. Tutto certificato e provato. Roba che qualsiasi magistrato onesto di questa repubblica di fronte ad un diniego non motivato del GIP si sarebbe rivolto al CSM. Ma questa è “cosa” per onesti, e non è il caso del Tribunale di Cosenza.

Qui, chi commette reati contro la pubblica amministrazione va tutelato, preservato e magari anche elevato ad eroe. La furberia da noi paga.

Insediamento-Manzini-03-320x240Dunque, la vicenda Potestio-Cucunato-Pecoraro finisce qui, nonostante mesi e mesi di indagini. Non se ne fa più niente. La riunione ha stabilito di metterci una pietra sopra. Di non procedere più nei loro confronti.

L’influenza di Occhiuto nel Tribunale di Cosenza, nonostante l’arrivo del dottor Spagnuolo, è ancora forte. E Granieri ha ancora molte cartucce da sparare, oltre a molti favori e piaciri da riscuotere. Sa, Granieri, che se esce lo sbianco per Occhiuto, inevitabilmente nel calderone finisce anche lui che per 5 lunghi anni lo coperto in ogni modo.

Il pm Tridico
Il pm Tridico

E’ stato questo il jolly che ha calato Tridico alla riunione: se non fermiamo questa inchiesta qui rischiamo tutti. E se rischiamo noi, ci tiriamo dietro tutti. E lo scandalo assumerebbe proporzioni nazionali. Una vergogna che vogliono evitare, aggiungendo a questo altre vergogne. Comunque pare che l’accordo sia stato trovato, e il trio può dirsi salvo. Almeno per il momento.

Perché noi non ci stiamo a questo, e ci siamo rivolti, dopo aver appreso di questa ennesima riunione, ad alcuni parlamentari di altre regioni al di sopra di ogni sospetto, per avere un contatto con il ministro Orlando.

Abbiamo già inviato tutto il materiale ai parlamentari  che si sono resi subito disponibili ad “approfondire” l’argomento. L’evidenza documentale dell’avvenuto saccheggio è talmente chiara che gli stessi parlamentari si sono detti sbigottiti di tanta superficialità della procura di Cosenza.

Urge una ispezione seria nel Tribunale di Cosenza, così non può più andare. Ci siamo rivolti a parlamentari (seri) del Movimento 5 Stelle con i quali già in precedenza io personalmente ho lavorato su alcune inchieste scottanti. Era inutile rivolgersi ai nostri parlamentari men che meno a quelli dei 5 Stelle cosentini (compresi i transfughi), che come sappiamo sono collusi mani e piedi con Occhiuto, Madame Fifì e i Cinghiali.

Fanno finta opposizione e poi quando si tratta di dare battaglia contro questa palese ingiustizia, girano la faccia dall’altra parte. Si nascondono dietro le competenze e cazzate varie, come se per denunciare tutta la corruzione presente nel Tribunale di Cosenza, e questa storia ne è la prova provata, ci volesse una laurea ad hoc.

Una scusa per non immischiarsi. Altrimenti si sarebbero già attivati per portare un po’ di legalità e correttezza giuridica anche a Cosenza. Ma evidentemente anche loro sono del parere che Cosenza deve restare un’ isola felice per tutti i ladri di stato che, raminghi, non sanno dove andare.

In settimana incontreremo fisicamente i parlamentari con quali prepareremo una relazione da far leggere al ministro. Vedremo fin dove riusciremo ad arrivare e vedremo anche a chi veramente sta a cuore la Giustizia anche nella nostra bistrattata città. Ve lo avevamo detto, cari magistrati di Cosenza, ogni cosa che voi fate in quel luogo di perdizione e del malaffare, noi il giorno dopo la sappiamo. E’ evidente che la state facendo troppo sporca.

GdD