di Marco Schachter
Fonte: Vanity Fair (vanity fair e la calabria)
La Calabria è bellissima ma per ora lo sanno soprattutto i Calabresi. Per partire per la Calabria ho cercato informazioni online e offline, articoli, guide, consigli. E ho trovato davvero poco oltre le solite cose. Vai a Tropea, mangia la ‘nduja, Isola di Caporizzuto e Capo Vaticano. Qualche spiaggia e poco altro: non c’è letteratura e questo è solo un indice del fatto che la Calabria è l’ultima regione italiana ad dover essere ancora scoperta dal turismo di massa. Per fortuna, perché si può ancora evitare di distruggerla, evitando gli errori altrui.
Tutti si riversano in Salento o in Sicilia alla volta di mete più battute (per poi cercare gli indirizzi più autentici in posti che di autentico hanno oramai poco). La Calabria invece no, per ragioni storiche ed economiche è rimasta tagliata fuori dalle esperienze da Instagram, dalla riscoperta degli stilisti, dai vip, dagli hotel di lusso e dalle catene internazionali. È la meta di campani e pugliesi che «scappano» dalle loro coste affollate, di calabresi di ritorno a casa per le ferie, di camperisti e campeggiatori, di famiglie che si chiudono nei villaggi. Ma comunque di molta meno gente che nel resto del Sud: è quindi la destinazione perfetta per chi non vuole sentirsi un turista. Qui si può andare dal mare alla montagna nello stesso pomeriggio e cambiare anche di mare nel giro di un’ora, ma soprattutto ci si può immergere nella realtà locale, con le sue contraddizioni e il fatto di non essere una meta organizzata. La Calabria è bellissima, all’estero lo hanno già capito infatti è stata iscritta dal Time nella List of the world’s 50 greatest places of 2022.
Per andare però oltre i soliti luoghi comuni, ecco 11 cose imperdibili da fare (più una), che non hanno a che vedere con la ‘nduja, le cipolle di Tropea o i Bergamotti – tanto come i cedri, arrivano in inverno!
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Aspettare il tramonto all’Arcomagno di San Nicola Arcella
La costa tirrenica a ridosso della Basilicata è quella più sfruttata turisticamente. Le spiagge lunghe e sabbiose l’hanno resa location perfetta per villaggi turistici negli anni Ottanta. Ma sorpassando Praia a Mare e saltando Scalea, ci si può fermare nel bel borgo di San Nicola Arcella. Per la spiaggia bisogna scendere a piedi dal paese, poi risalire, camminare un paio di chilometri e riscendere in una spiaggetta davanti ad un grande arco naturale. Qui ci si viene per aspettare il tramonto, quando tutto attorno diventa scuro e il sole si inabissa nel mare colpendoti con gli ultimi raggi. Un momento magico, rotto solo dai tuffatori che danno spettacolo dalla cime sino al mare. Attenzione solo al tragitto: scarpette da scoglio e tutto il necessario per stare al mare.
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Andare in spiaggia a Palmi
Palmi è un classico borgo nell’entroterra, la sua marina invece si affaccia sul mare e regala due opzioni. La Marinella di Palmi (nella foto) è conosciuta giusto in zona, in cui si scende a piedi e si fa il bagno in un mare meraviglioso, blu che riflette l’Aspromonte che vi si affaccia, ma da qualche roccia o blocco di cemento. Alla Tonnara di Palmi, che invece è semplicemente una spiaggia e la tonnara non c’è più, ci sono i lidi attrezzati e una spiaggia di sabbia. Tahiti, con un cocktail bar di tutto rispetto, oppure al lato opposto della baia, all’Ulivarella. La statua della tonnarota è intitolata alle donne dei pescatori, e la mattina ancora qualche barca vende il pesce sul lungomare.
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Dormire in una tenuta agricola nobiliare – Tenuta Acton di Leporano, Cannavà (RC)
La Tenuta Acton è una architettura rara nella campagna calabrese, forse unica. Una grande azienda agricola di una famiglia inglese che si stabilì nel ‘700 nell’allora Regno delle due Sicilie e successivamente in Calabria, e anche ancora oggi coltiva ulivi e piantagioni di kiwi. Dei 40.000 ettari iniziali oggi ne sono rimasti “solo” 300, alcuni accessibili proprio dietro le camere ricavate negli alloggi dei contadini. La struttura è diffusa nella grande corte alberata con tanto di casa padronale (dove vivono i discendenti della famiglia e i loro bambini) e una chiesa, dove mattina e sera si dice messa. Nel pieno della campagna calabrese, un angolo di pace e serenità, dove si può anche partecipare ai corsi di yoga tenuti da Elisabetta.
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Passare la domenica in Aspromonte
Contadini allestiscono banchi di frutta, verdura e prodotti tipici lungo la strada per chi viene a fare passeggiate fra i boschi in cerca di frescura. Il Parco Nazionale dell’Aspromonte raggiunge quasi i duemila metri di altitudine, in inverno si scia e offre un paesaggio alpino a 25 minuti dal mare. Si fanno passeggiate più o ci si può andare per un’esperienza fine dining da Qafiz, ristorante stellato con cocktail bar annesso (Aspro) nel cuore dell’Aspromonte. Lo chef Nino Rossi è l’ambasciatore del parco e fa una cucina che racconta il territorio. Qualche camera per fermarsi a dormire e una vista meravigliosa dalla piscina completano il quadro.
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Passeggiare sul lungomare di Reggio Calabria
Il poeta Gabriele D’Annunzio lo aveva definito il chilometro più bello d’Italia. Erano i primi del Novecento, peccato che poi il lungomare di Reggio Calabria era caduto nel degrado per quasi un secolo. Alla fine degli anni Novanta è finalmente tornato ai fasti di un tempo, palme e giardini da un lato, spiaggia e lungomare dall’altro. Oggi è intitolato al sindaco artefice di quella che è stata chiamata la “primavera di Reggio”, Falcomatà, ed è la passeggiata perfetta. Si parte leccando un co o gelato della gelateria Cesare e si finisce con un drink al Piro Piro, cocktail bar vista mare che ti fa respirare uno spaccato contemporaneo di una regione sempre troppo dipinta come arretrata. Reggio Merita una visita anche per il Museo Archeologico e in generale perché se durante le vacanze tutti vanno al mare in località spesso sorte di recente e che si animano giusto l’arco di una stagione, è nelle città che si concentra la vita la vita vera di una regione.
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Abitare il borgo abbandonato di Pentidattilo
Con l’80% di terreno montuoso, la Calabria è una regione bellissima ma impervia e non così’ facile da vivere. Lo dimostrano i tanti borghi abbandonati che punteggiano l’entroterra. Frane, terremoti, malattie, emigrazione e condizioni igieniche li hanno svuotati lasciandoli inabitati. I paesi fantasma sono tanti ma a Pentidattilo stanno cercando di riprendere in mano la situazione con qualche bottega, delle camere dove dormire, un ristorantino e attività culturali. Ora ha quattro abitanti.
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Fare coast to coast in auto
La Calabria ha 800 km di spiagge, montagne alte 1900 metri e dista 9 ore piene da Milano. Ma la si attraversa in un’oretta. È lunga 300 km ma nel punto più stretto è larga solo 90. Da un lato, il tirrenico, è verde, rigogliosa, con il mare blu, dal alto ionico è brulla, pianeggiante lungo il mare, con spiagge sabbiose: nessun alibi per non fare cost-to-coast e scoprire i suoi due volti. Si può guidare lungo la statale 106 che da Reggio Calabria porta fino al punto più a Sud d’Italia e poi di nuovo verso Nord passando per Locri, Siderno, Roccella Ionica… oppure tagliando di netto la regione lungo la statale Jonio-Tirreno (panoramica). Alternativa, percorrere la Statale 1 scollinando al Passo del Mercante e finendo dritti al borgo di Gerace per una granita al Bar del tocco.
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Visitare i Giganti e le fattorie aperte della Sila
La Sila è stato il primo parco nazionale della regione ed oggi è conosciuta per i suoi Giganti, cinquanta alberi secolari che sono sopravvissuti alla mattanza di legname che qui ha disboscato mezzo territorio come debito di guerra verso gli alleati. La Sila è però anche un territorio agricolo dove si allevano ovini e si coltivano persino i frutti rossi come al caseificio La Sorgente e nell’orto de Le Delizie di Marianna coltivato con decine di varietà di frutta e verdura. Da lei ci si può anche fermare a pranzo. A cena però l’indirizzo è il Biafora Resort, hotel a conduzione familiare con spa e ristorante stellato Hyle. Antonio Biafora, il giovane chef, va a caccia di prodotti locali e fa scoprire una cucina di montagna sudista. E poi la colazione è una delizia.
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Ammirare l’arte pubblica a Catanzaro
A Catanzaro ha appena inaugurato il MUDIAC – Museo Diffuso di Arte Contemporanea, un progetto che si sviluppa nell’area urbana della città con l’obiettivo di valorizzare gli spazi come facciate dei palazzi e muri. Opere d’arte che sono il risultato di un processo di rigenerazione urbana iniziato nel 2014 attraverso il festival Altrove innescando percorsi di partecipazione e di riattivazione. L’obiettivo prima ancora che turistico è di far riscoprire al territorio la propria identità aggregando e rafforzando la comunità che ne diventa custode. E gode di una città più bella.
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Scoprire l’archeologia a Crotone
Porto commerciale ma non turistico e per una manciata di anni centro che avrebbe dovuto avere come asset strategico l’industria chimica – ovviamente naufragata – Crotone è stata la città di Pitagora, centro fiorente della Magna Grecia, sede di un piccolo gioiello di Museo Archeologico. A pochi chilometri c’è l’area archeologica di Capo Colonna con la sua iconica colonna in stile dorico e il santuario proprio a ridosso del mare. Dopo essere stati alla riserva marina di Capo Rizzuto, merita una tappa e almeno un assaggio di sardella: conserva locale di piccoli pesci neonati e peperoncino.
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Scoprire i vini calabresi
I vini calabresi oggi segnano la rinascita di una tradizione millenaria. Qui esistono per 250 vitigni autoctoni, fra cui il famoso gaglioppo che sta alla base della doc Cirò. Terra di rossi, vinificano anche eccellenti rosati e bianchi potenti. La zona è quella di Cirò, costa ionica all’altezza di Cosenza e anche se non esiste un vero e proprio circuito del vino ci sono strutture che offrono degustazioni in cantina. C’è Librandi, l’azienda più grande e nota, e poi chi ha guidato la rivoluzione alla fine degli anni Novanta, strappando definitivamente la Calabria alla sola vocazione di vino da taglio non identitario. I Cirò Boys hanno allora promosso il gaglioppo in purezza e rifondato l’idea di vino calabrese nel mondo: Cataldo Calabretta, Franco de Franco di A’ Vita, Mariangela Parilla di Tenuta del Conte e i Ceraudo, che a Strongoli vantano anche un ristorante stellato, il Dattilo, della chef Caterina Ceraudo.
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Poter dormire in un cinque stelle lusso a Isola di Capo Rizzuto
Inaspettato perché in Calabria non sono arrivate ancora le grandi catene internazionali e l’ospitalità si è indirizzata dai villaggi turistici molto anni Ottanta a camping e bed&breakfast. I cinque stelle in tutta la regione si contano sulle dita di una mano, e quindi il Praia Art Resort che è un po’ un unicum nella regione. Ci si fa dondolare dalle amache piantate nel mare, ci si fa il bagno in terrazza, si fa una colazione lussuriosa a bordo piscina e si può provare la cucina tipica a pranzo o il ristorante stellato Pietramare a cena. Il tutto in un villaggio diffuso con una trentina di camere, di design e materiali locali, per 300€ a notte a settembre. Altrove un’esperienza così sarebbe inaccessibile.
