In occasione del 25 aprile l’ANPI sezione di Crotone ha inteso ricordare i fratelli Franco e Giulio Nicoletta.
Il partigiano Giulio Nicoletta, comandante in capo della 43a divisione autonoma Valsangone “Sergio De Vitis”, è stato insignito della medaglia d’argento al valore militare per la lotta di Resistenza.
Originario di Crotone, nato nel 1921, partigiano della primissima ora, Giulio Nicoletta fu molto apprezzato per il suo coraggio e le sue doti di ponderatezza. Nell’aprile del 1944, aveva condotto con i tedeschi le trattative per la liberazione degli ostaggi che erano nelle loro mani a Cumiana (TO). Violando gli accordi i nazisti massacrarono cinquantuno cumianesi, in cui ricordo, là dove sorgeva la cascina Riva d’Acaia, è stata eretta una grande Croce con l’epigrafe: “In questo luogo 51 cumianesi, cittadini esemplari e rimpianti, vittime innocenti e pure, la ferocia nazista trucidava. 3.4.1944”. Nicoletta, con i suoi partigiani, nei giorni dell’insurrezione fu tra i primi ad entrare a Torino, per difendere la città e impedire che vi entrassero le truppe del generale Schlemmer. Rimasto in Piemonte dopo la Liberazione, il comandante partigiano calabrese (a cui il Comune di Giaveno, dove abitava, attribuì la cittadinanza onoraria e che si è sempre impegnato per tenere alti i valori della Resistenza), riposa ora nel cimitero del suo paese di adozione.
Il fratello Franco, Brigadiere della Guardia di Finanza, vive una traumatica esperienza di guerra nei Balcani: combattendo con l’esercito italiano contro la guerriglia dei partigiani di Tito in Croazia comincia a capire gli inganni della propaganda fascista e prende le distanze dal regime.
Dopo l’8 settembre, in licenza a Trieste, decide di recarsi in Piemonte dove presta servizio il fratello Giulio, sottotenente nei carristi. I due si ritrovano a Beinasco e, in breve tempo, consapevoli dello sfacelo dell’esercito italiano, decidono di darsi alla macchia sui monti di Coazze. Franco Nicoletta, come il fratello, vive tutto il periodo della resistenza in Val Sangone: mette a frutto la sua esperienza della guerriglia in Croazia, diviene comandante della Brigata “Lillo Moncada” e, fra l’altro, partecipa alla liberazione di Torino nell’aprile del 1945. Dopo la liberazione, otterrà la promozione per merito di guerra.