Acri, un immenso carrozzone in mano ai Trematerra

Michele Trematerra

Ad Acri impazza la campagna elettorale. Qui dove i grillini non sono neanche riusciti a presentare una lista, i rappresentanti della malapolitica fanno il bello e il cattivo tempo. Nei giorni scorsi abbiamo spiegato che Pino Capalbo, candidato del PD, lavora (per usare un eufemismo) nella struttura del consigliere regionale Aieta dopo aver preso il posto della… moglie. E abbiamo anche chiarito la deriva (politica) di Maurizio Feraudo che dai fasti della Regione in quota Di Pietro è andato a finire nelle pozzanghere insieme al famoso Cinghiale.

Ma ad Acri c’è un altro potentato politico che spera di ritornare protagonista e Iacchite’ non si tira certo indietro nel descrivere le sue “prodezze”. Si tratta del potentato dei Trematerra, che per questa competizione hanno mandato avanti la signora Anna Vigliaturo. Ma lo sanno tutti che prende ordini da Gino, il patriarca e da Michele, il bamboccione. 

Resterebbe il quarto candidato ovvero tale Bonacci. Ma in città dicono che per il candidato bersaniano non c’è nessuna speranza di vittoria. E poi, diciamola tutta, dove deve andare uno che si mette con Bersani o, peggio, con D’Alema? 

I TREMATERRA

Acri, per sua somma disgrazia, ha dato i natali a Gino Trematerra, il più grande malversatore che, grazie a questo sistema partitocratico che seleziona alla rovescia, da semianalfabeta, ha fatto tutta la carriera da galoppino portaborse a parlamentare europeo, facendo affari senza sosta e accumulando un patrimonio da far invidia ai più potenti cinghiali cosentini.

Per motivi anagrafici ha lasciato lo scettro al figlio, don Michele, coinvolto nell’inchiesta Acheruntia e che grazie alle ricchezze accumulate crede di essere onnipotente.

Gino Trematerra
Gino Trematerra

Nonostante la richiesta di arresto dei PM di Catanzaro e a dispetto della sentenza della Suprema Corte di Cassazione, che ha bacchettato il Tribunale di Catanzaro, e imposto la custodia cautelare, Trematerra jr è andato in giro per tutti questi mesi facendo pensare ad un popolo di pecoroni omertosi che lui, pur caduto in disgrazia politica, ancora è potente. Mentre tutti i suoi collaboratori malandrini sono stati dentro al suo posto (Gencarelli, Perri, ecc.) secondo il modello che ben conosciamo.

Nella foto di qualche anno fa spiccano Trematerra e 'o Principale
Nella foto di qualche anno fa spiccano Trematerra e ‘o Principale

Inoltre Trematerra jr, da assessore regionale all’Agricoltura, è creatore e padrino di Calabria Verde, quello che ha nominato Furgiuele ‘O Principale e comandato su ogni decisione sua e di Allevato, ma neanche in questa inchiesta appare.

Per il momento.

Questo è un articolo ripreso dal blog di Salvatore Ferraro nel quale si tratta dello scandalo della formazione professionale.

di Salvatore Ferraro

LO SCANDALO DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE

“Se i calabresi denunciassero la ‘ndrangheta sparirebbe.” De Raho.

“La collaborazione dei cittadini è fondamentale.” Gratteri.

“Voi giornalisti non denunciate, rinunciando alla vostra libertà di stampa che dovrebbe essere assoluta.” Spagnuolo.

Rieccoci. Tanto provocarono che risposi.

I Procuratori della Repubblica calabresi, da De Raho a Gratteri a Spagnuolo, ogni volta che tengono una conferenza stampa, invitano i cittadini e i giornalisti a denunciare. Il silenzio è il più forte alleato della mafia, protegge corrotti e collusi, ostacola il lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine. Il subir tacendo tiene la gente in uno stato di sudditanza anche psicologica che giova e rende sempre più potenti i malfattori.

GratteriRivolgersi per un favore ad un politico o ad un mafioso è la stessa cosa. Si corre lo stesso rischio di restare schiavi a vita del ricatto in cambio di un piccolo o grande favore ricevuto. In altri termini con la vostra richiesta di aiuto e con il vostro consenso gli comprate la corda che vi metteranno intorno al collo per sempre.

Avvertenze comprensibili e condivisibili, ma la gente per motivi suoi, continua a preferire il silenzio.

Da molti anni denuncio, in solitudine, sul mio blog e anche presso le autorità competenti, ma inutilmente, il malaffare che stringe in una morsa la nostra comunità ormai assopita e non più reattiva.

Nessun giornalista si azzarda a toccare temi scottanti come la devastazione del territorio e le ricche mazzette che girano intorno al disboscamento selvaggio, alla cementificazione, alle illegalità di ogni tipo.

Per denunciare non mancano argomenti, soprattutto ad Acri. Tutti sanno, molti sussurrano, quasi nessuno parla ad alta voce o scrive.

acriAcri è il Comune che, più di tutti gli altri, ha visto la devastazione del proprio territorio da parte dei malaffaristi dei boschi. Tagli abusivi a ritmo sostenuto  stanno desertificando il territorio e ne stanno facendo quello più a rischio dal punto di vista idrogeologico.

Acri è il Comune che ha patito più di tutti l’interramento di fusti tossici, unico Comune dove vi è stata la prova provata del transito dei camion che li trasportavano. Acri è il Comune che è diventato terra dei fuochi anche per queste attività e ha un tasso di malattie neoplastiche in continua crescita.

Acri è il Comune dove una maggioranza di questuanti e lecchini ha delegato ed eletto in alte cariche istituzionali mezze calzette semianalfabete che hanno pensato solo a se stessi ed hanno fatto più danno al territorio di un terremoto (nomen omen!).

Grazie a una fezzaglia di politici, Acri si ritrova con il più alto numero di opere incompiute per le quali sono state spese cifre astronomiche. Galleria (30 milioni di euro), Sibari Sila (30 milioni di euro), per continuare con Ascensore, Teatro, Palazzetto dello Sport, Caserma dei Carabinieri, ecc. ecc.

Si potrebbe continuare con l’elenco dei primati negativi che detiene Acri, ma ho un blog che li denuncia tutti da anni per cui chi è interessato si accomodi pure.

CARROZZONI PER PARENTI STRETTI

Ma veniamo ad un’opera che rappresenta il simbolo dello sperpero di denaro pubblico, realizzato e partito con l’intento ipocrita di fare formazione, ma servito solo ad occupare i pochi intimi dei familisti immorali locali. Un carrozzone che molti disoccupati acresi forse nemmeno conoscono.

Nel 2001 ad Acri è stata inaugurata una struttura denominata “Centro Formazione Professionale” della Regione Calabria.

Finalità supposta doveva essere quella di formare i giovani per facilitare loro l’ingresso nel mondo del lavoro.

Per 2 o 3 anni questi corsi si sono svolti con una considerevole spesa di 300.000  euro annui. E sia, il fine giustifica il costo. Vi risparmio di polemizzare su cosa possa servire un corso di ricamo nell’era telematica – solo suor Raffaella delle Piccole Operaie dei Sacri Cuori potrebbe dircelo.

Ma da più di dieci anni, questa struttura non è operativa, nel senso che non si fanno corsi, anche se si spendono ugualmente le 300.000 cocuzze per energia elettrica, riscaldamento, telefono e… stipendi per i dipendenti.

scopelliti-trematerra1Ed è qui che si chiude il cerchio ed emerge la finalità vera. Quella cioè di aver favorito l’ingresso nel mondo del lavoro alla moglie dell’ex assessore regionale all’Agricoltura.

Apro una parentesi. Sappiate che secondo i giudici, se non fate il nome e il cognome della persona di cui volete dire e scrivere peste e corna, anche falsità, una eventuale querela da parte dell’offeso, verrebbe archiviata perché… non è possibile individuare il destinatario dell’offesa. E’ capitato a me. L’ex assessore si è salvato perché non ha fatto il mio nome. Sappiatelo! Chiudo parentesi.

Capito cari disoccupati che ve ne state zitti zitti e buoni buoni, o che chiedete aiuto ai politici? La polpa se la prendono loro, anche se la tavola del magna magna è riccamente imbandita. Se proprio insistete e vi va bene, vi gettano qualche osso. E se non sapete rinunciare al vostro boccone, dovrete essere pronti a prestarvi ad ogni bassezza.

Ma torniamo alla moglie del titolare junior del movimento terra (non ho fatto il nome né il cognome). Questa signora, oltre ad incassare un lauto (mo ci vo’) stipendio alla faccia dei fessi, è riuscita, grazie al marito ad equipaggiarsi anche della legge 104, risultando portatrice di handicap ai sensi dell’art. 3, comma 1, legge 5.2.1992.

Questo potrebbe essere stato uno dei motivi per cui l’ex assessore regionale all’Agricoltura ha profuso tante energie e contrabbandato grossi favori pur di farmi escludere, con successo, nel 2009 dalla Commissione Invalidi Civili.

Commissione dove dal 1991, in sostegno e a fianco del Presidente Ilaro Quirino, abbiamo portato avanti una battaglia di bonifica contro il malaffare che vi girava intorno, e contro i falsi invalidi e dove… la moglie dell’innominabile non avrebbe mai ottenuto il riconoscimento di persona handicappata, a meno che non lo sia veramente.

In questo caso, se è davvero portatrice di handicap, e non falsa invalida, alzo le mani, e debbo compatirla per le sue penose e paranoiche dediche quotidiane che mi fa sulla sua pagina Facebook con insulti, minacce, preghiere malauguranti, provocazioni e una calunnia, sempre la stessa propalata meschinamente dal marito, quella che io nelle commissioni avrei approfittato del mio ruolo richiedendo laute ricompense non dovute. Ho risposto per le rime a questa calunnia e soprassiedo in attesa di giudizio.

Resta il fatto che ad Acri abbiamo una struttura, un carrozzone inutile per la collettività e che ha un costo rilevante per i cittadini che pagano le tasse come me e come tanti, e che dovrebbe essere motivo di sollevamento popolare, in particolar modo da parte dei disoccupati acresi. E invece tutto tace.

Con buona pace degli appelli dei Procuratori della Repubblica.

Salvis Iuribus.