Alarico, il latinorum e l’architetto Occhiuto (di Battista Sangineto)

ALARICO, IL LATINORUM E L’ARCHITETTO OCCHIUTO

di Battista Sangineto

Il sindaco di Cosenza, l’architetto Occhiuto, è tornato con rinnovata arroganza a parlare della ricerca del tesoro di Alarico a seguito dell’uscita di un eruditissimo articolo, a firma di Domenico Oliva, su “il Quotidiano del Lazio”, il 16 gennaio 2019.

L’articolo, oltre alle esigue, ed ormai trite, argomentazioni metastoriche filoalariciane, contiene alcune perle che ne qualificano l’attendibilità storico-scientifica. Secondo il dotto articolista Oliva, Cosenza antica si chiamava non “Consentia”, come testimoniato da numerose fonti letterarie ed epigrafiche, ma, “incredibile auditu”, il suo vero nome era “Cosentiam”, come si evincerebbe dall’iscrizione di Polla che riporta le località che si trovano sull’antica via romana che conduceva “Ab Regio ad Capuam” (da Reggio Calabria a Capua). L’articolista, con tutta evidenza, ritiene di poter declinare con l’accusativo singolare della prima declinazione latina (desinenza in -am) invece che con il nominativo (-a) la città, “Consentia”, che è giustamente incisa nell’epigrafe di Polla all’accusativo, “Cosentiam”, perchè il verbo, nella frase incisa, regge l’accusativo.

Un’altra perla è la datazione dell’elogio di Polla che è dell’ultimo terzo del II secolo a.C. e non della prima metà, come asserito dall’erudito Oliva. Lo spericolato articolista si avventura, addirittura, nell’esegesi del testo sostenendo che “Cosenza distava da Capua CXXIII miglia (circa 182 km), per come riportato nell’iscrizione” e non, come è evidente a chiunque sappia il latino, che Cosenza distava CXXIII miglia dalla località (hince) dov’era posata l’epigrafe, Polla.

Sulla scorta di questo articolo di grande spessore storico e culturale l’architetto Occhiuto si è sentito autorizzato a sferrare, dal suo profilo fb, l’ennesimo attacco “agli ambienti della presunta (sic!) locale intellighenzia universitaria, non senza una chiara influenza politica (doppio sic), hanno posto una battuta di arresto a tale tentativo in modo evidente… Non capisco perché i nostri avversari non ci contrastino sul piano delle idee e attraverso il voto popolare, anziché ostacolarci e boicottarci con pressioni illegali e vergognose”.

Vorrei ricordare ai cosentini che a fermare la ridicola ricerca del tesoro di Alarico furono, il 5 novembre 2016, più di 30 studiosi italiani e stranieri appartenenti al Gotha dell’archeologia internazionale. Questi studiosi – fra gli altri Guzzo, Settis, Carter, Cambi, von Falkenausen, Greco, Vlad, Noyé, Lattanzi, Spadea e chi scrive- in un appello pubblico, e pubblicato, rivolto all’allora Ministro Franceschini, contrastavano l’idea filoalariciana in questi termini: “I sottoscritti ritengono che la costruzione di un “brand” Alarico sia non solo storicamente sbagliata e socio-antropologicamente manipolatoria, ma anche umiliante per una città -dal IV sec. a.C. capitale dei “Brettii” e, poi, importante “municipium” romano- ed una popolazione che, nel corso dei secoli, hanno saputo esprimere ben altre, e più alte, personalità: Aulo Giano Parrasio, Bernardino Telesio, Sertorio Quattromani, Valentino Gentile, Francesco Saverio Salfi, Giovan Battista Amico, Alfonso Rendano, Pasquale Rossi et cetera.

I sottoscritti sono convinti che solo il restauro complessivo e capillare della Cosenza storica -che l’attuale sindaco vorrebbe, selettivamente, addirittura abbattere- potrebbe mettere in moto un meccanismo virtuoso nel quale la “redditività” del patrimonio culturale e paesaggistico cosentino e calabrese non risiederebbe solo nella sua commercializzazione e nel turismo che esso ipoteticamente potrebbe produrre, ma in quel profondo ed indispensabile senso di appartenenza, di identificazione e di cittadinanza ispirato dalla propria Storia e dai valori simbolici ad essa collegati. I sottoscritti chiedono al competente Ministro Dario Franceschini l’immediato abbandono del progetto di ricerca del tesoro, del progetto del Museo di Alarico e auspicano, invece, la progettazione e l’esecuzione del recupero integrale dello straordinario, per antichità e ricchezza storico-architettonica, Centro storico di Cosenza”.