Anniversario Naufragio Cutro, familiari delle vittime: dal governo solo parole

CROTONE – “Non è facile tornare. È una cicatrice che si riapre. Siamo qui per ringraziare quello che la gente di Cutro, Crotone e delal Calabria ha fatto per noi in quei giorni, ma anche per chiedere verità e giustizia che non abbiamo visto per una strage che era evitabile”.  Sono le parole di Alidad Shiri, giornalista di origine afgana che vive e lavora a Bolzano, rappresentante dei familiari delle vittime del naufragio di Cutro nel quale ha perso un cugino di 17. Alidad Shiri è intervenuto all’incontro “Noi non dimentichiamo” promosso ad un anno dalla strage di migranti dalla Cgil insieme ad Arci Crotone  Agorà Kroton, ANPI, Baobab, Kroton Community,  Prociv Arci Isola di Capo Rizzuto, Orizzonti Nuovi.
“Mio cugino aveva il sogno di vivere libero. Aveva 17 anni e dopo un anno non ho il coraggio di dire a mia zia che non abbiamo trovato il corpo. Se ci fosse una legge europea di ricongiungimento familiare le stragi come quella di Cutro si fermerebbero. Abbiamo chiesto il ricongiungimento, ma dal governo ci sono state solo parole” ha detto ancora Shiri.

Nel corso della manifestazione Filippo Miraglia, dell’Arci nazionale, ha presentato un dossier sul naufragio di Cutro nel quale vengono ricostruite tutte le fasi dell’evento  avvenuto il 26 febbraio del 2023. Miraglia ha evidenziato “la dignità dei famigliari delle vittime e dei superstiti che si contrappone al comportamento vergognoso e disumano del governo italiano. Non siamo disponibili ad avallare queste politiche del governo sui migranti, politiche fatte da gente che è stata eletta inculcando disumanità. Non staremo zitti”.

Maria Grazia Gabrielli segreteria nazionale CGIL ha sostenuto: “Siamo qui non solo per non dimenticare, ma per dire che un altro sistema è possibile. Bisogna cambiare approccio alle politiche migratorie perché non siamo davanti ad una emergenza e non servono misure di emergenza per tutelare la sicurezza nazionale.  Tra narrazione e fatti c’è un abisso. Si possono creare dei corridoi legali, fare entrare persone per studio, ricerca, lavoro. Qui invece si danno tanti soldi per l’accordo con l’Albania e si depotenzia sistema accoglienza che permette di includere e integrare persone”.

Durissimo l’intervento di Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace: “La causa principale di quello che accade nel mediterraneo è del neocolonialismo e di chi obbliga le persone a intraprendere questo viaggio, siamo noi i Paesi occidentali con i nostri privilegi le nostre ricchezze ad obbligare quelle persone a intraprendere dei viaggi, ma non sono loro che producono le armi o chi va a saccheggiare i territori” ha detto Mimmo Lucano.
L’ex sindaco di Riace ha sostenuto che in un anno da quell’evento “il mondo è peggiorato. Le guerre che facendo hanno delle matrici abbastanza simili.  Il nostro impegno sembra uno sforzo inutile. Non riusciamo a fare sentire la nostra voce mentre chi è responsabile di queste tragedie è più efficace  di noi. Quale alternativa abbiamo, rassegnarci? Io  posso dire ho tentato una soluzione che ribalta completamente il pensiero delle destre. Se proprio c’è un nemico ecco, per me è il pensiero della destra mondiale, della destra del governo israeliano, della destra del Governo italiano. È stato assurdo ascoltare un anno fa, in quegli attimi drammatici, rappresentanti del governo che davano delle responsabilità ai migranti, dando agli scafisti la responsabilità principale. La verità è che obblighiamo le persone ad avere come unica soluzione quella di intraprendere i viaggi della speranza che spesso sono i viaggi della disperazione”.

In apertura Celeste Logiacco (CGIL Calabria) ha sostenuto che “il Decreto Piantedosi non affronta vere cause del problema che porta ad immigrazione e limita diritti migranti aprendo nuovamente i cpr. Chiediamo politiche eque su migrazione, abolizione della Bossi-Fini e garanzia di asilo. Non si possono negare i diritti fondamentali in capo alla persona, in primis diritto alla vita”. Filippo Sestito, dell’Arci Crotone, ha spiegato che l’iniziativa era stata organizzata il 21 febbraio per avviare “un ragionamento fuori dalla dimensione emotiva” ed ha aggiunto: “Dal nostro punto di vista è stata una strage di stato nella quale il governo ha deciso di non soccorrere per mostrare il pugno duro contro i migranti. Non ci basta solo il ricordo, noi chiediamo verità e giustizia per chi morto in mare grazie a leggi liberticide che questo ed i precedenti governi hanno approvato. Basta lucrare elettoralmente su migrazione. Basta disumanità”.
Il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, ha ricordato quei momenti rilevando: “Quando il governo è venuto a Cutro non ha portato neppure un fiore alle bare. la verità è che non c’era nessuno ad aspettarli sulla spiaggia per salvarli. gli scafisti erano organizzati per andarsene, lo Stato no”. Fonte: Il Crotonese