ASP Cosenza, chi vuole dare a Basile&Alfano l’appalto della vigilanza?

ll mercato della vigilanza privata vale circa due miliardi l’anno. La sicurezza di aeroporti, porti, banche, comuni, uffici di Inps, Poste, ospedali e altri enti è in gran parte in mano ad un gruppo, il Biks di Rosario Basile, numero uno dei cosiddetti IVRI (Istituti di vigilanza riuniti italiani).

Una delle loro società avrebbe anche fatto la vigilanza privata per l’allora Ministro della Giustizia Angelino Alfano. Perché un ministro che ha già la scorta ricorre alla vigilanza privata?

“MA SIAMO SICURI?” di Federico Ruffo

Si chiama proprio così: “Ma siamo sicuri?”. E’ l’inchiesta di Federico Ruffo sugli intrallazzi della famiglia Basile, che comprendono anche il ministro Alfano, mandata in onda dalla trasmissione Rec di Raitre il 19 giugno. E’ questa inchiesta che colpisce al cuore Alfano già prima della successiva mazzata dell’inchiesta su riciclaggio e corruzione e delle ultimi vicissitudini giudiziarie di questi ultimi giorni tra il CARA di Isola Capo Rizzuto e la vicenda dei trasporti nello Stretto. Ma l’ottimo lavoro di Federico Ruffo scoperchia un pentolone nel quale, come vedremo, entra di diritto anche la città e la provincia di Cosenza.

L’inchiesta parte così.

“Ogni volta che passiamo un varco, un tornello, ogni volta che veniamo controllati, c’è qualcuno che guadagna. È il mercato della vigilanza privata e vale circa 2 miliardi l’anno. E che siate in un aeroporto, in un porto, un tribunale, una banca o ufficio postale c’è una possibilità su 8 che a controllarvi ci siano gli uomini di Rosario e Luciano Basile. 10 società: KSM, Sicurtransport, Sicurcenter, Argo, Saetta Trasporti, Saetta Investigazioni, la SOS, la Hermes e infine l’intero colosso IVRI a Milano. Padre e figlio a capo di un impero da quasi 400 milioni di euro l’anno. Talmente potenti da fare anche la vigilanza privata a un ministro che la scorta ce l’ha già…”. 

Rosario Basile
Rosario Basile

Tra le tante società “scatole cinesi” di Rosario Basile c’è anche un RTI (Raggruppamento temporaneo di imprese) rappresentato appunto dal figlio Luciano, che ha partecipato alla gara  per l’affidamento del servizio di vigilanza e portierato, delle strutture ospedaliere, sanitarie ed amministrative dell’ASP di Cosenza, per un periodo di anni 5 oltre opzione di rinnovo per 2 anni.

Importo annuo presunto a base d’asta 2milioni 800mila euro con un importo complessivo stimato in 19milioni 600mila euro.

Parliamo del Raggruppamento temporaneo di imprese composto dalla società Sicurcenter Spa dalla società Securpol Group Spa e dalla società Sicurcash srl.

Della particolarissima storia di questo appalto, del quale non si riesce a venire a capo ormai da più di tre anni, tratteremo in una puntata a parte della nostra inchiesta perché ci sono stati alcuni sviluppi importanti nel contenzioso tra i siciliani di Basile cari ad Alfano e la RTI formata dagli Istituti Riuniti di Vigilanza di Cosenza (che nulla hanno a che vedere con l’IVRI di Basile) e da La Torpedine, che gestisce il servizio in regime di proroga dal 2012.

In questa sede, invece, vogliamo far luce sulla famiglia Basile e sui suoi rapporti speciali e privilegiati con Angelino Alfano.

GROVIGLIO SU BASILE

Del resto l’intreccio tra il numero uno dell’Ivri e Alfano era già venuto a galla nel 2015, dopo la sparatoria nel palazzo di Giustizia di Milano.
Ne aveva scritto Linkiesta raccontando del groviglio siciliano intorno a Basile, titolare oltre che di Ivri e di altre otto società nel settore della vigilanza privata, anche della Ksm, azienda leader di settore.

Quella di Basile è una della famiglie più importanti di Palermo, di cui Rosario è il capostipite.
Il figlio Luciano, amministratore delegato di Ivri (quello che ha partecipato all’appalto dell’ASP di Cosenza), è vicepresidente di Confindustria Sicilia.
Ma è anche amministratore delegato della Sicurtransport, società collegata alla Ksm, finita nelle pagine dell’inchiesta del sistema Trani in Puglia su alcuni appalti truccati per la vigilanza di immobili del demanio, indagine che è passata per competenza a Palermo ma su cui al momento tutto tace.

LA SCORTA AD ALFANO

cinghiale alfanoMa perché un istituto di vigilanza dovrebbe vigilare sull’abitazione di un ministro come Alfano se ci sono già almeno due auto e 5 uomini della scorta di stato? E soprattutto: esisteva un contratto? E chi pagava? Nel 2008, quando Alfano era Ministro della Giustizia, ci risulta che quando aveva già la scorta c’era un servizio di vigilanza privata, della KSM di Rosario Basile, che vigilava sulla sua abitazione

Il ministro Alfano ha fatto sapere alla RAI di aver avuto un regolare contratto col gruppo Basile, a seguito delle minacce ricevute dal crimine organizzato, e da lui regolarmente pagato, nel 2012, quando si era dimesso dalla carica di Guardasigilli, rinunciando quindi alla scorta.

“Le nostre fonti però – riferisce ancora Ruffo nella sua inchiesta – parlano del 2008/2009, e di poliziotti della scorta presenti sul posto”. Insomma, non si capisce e Alfano non fa niente per portare chiarezza. Ha una coda di paglia lunghissima.

L’IMPERO DEI BASILE

Il gruppo Basile oggi controlla 7mila dipendenti, 40 sedi in tutta Italia, 263 mezzi blindati, 19 caveaux, 1.300 veicoli al servizio di più di 70 mila clienti e un giro d’affari di oltre 350 milioni di euro.

Tra i clienti del gruppo, importanti società private, quali Feltrinelli, Ibm, Auchan, Bnl, D&G, Fininvest, Mediaset e Università Bocconi.

Ma soprattutto appalti pubblici come se piovesse: il porto di Messina, Agenzia del Demanio, i comuni di Gela, Caltanissetta, Agrigento, il CNR di Messina, l’Enac, l’Inps, Poste Italiane gli aeroporti di Genova, Brindisi, Palermo e Trapani.

“… E poi noi, la Rai – commenta Federico Ruffo -, con due sedi, quella di Bari e quella di Palermo. E come se li portano a casa questi appalti? Con ribassi inarrivabili per i concorrenti. Il bando per la sicurezza del porto di Messina la KSM del gruppo Basile se l’è aggiudicata con un ribasso tale da superare la cosiddetta “soglia di anomalia”…”.

Insomma, vincono la gara anche a prezzi molto bassi pur di averla, vanno a cercare i piccoli istituti locali che si sono messi in attività e offrono loro i servizi. Un sistema che deve per forza avere santi in paradiso e amicizie speciali.

Rosario Basile, alla guida del gruppo Ksm, insieme ai figli Luciano e Filippo, è stato vicepresidente dell’Univ (l’Unione nazionale degli istituti di vigilanza), poi componente del direttivo di Confindustria Caltanissetta, presidente vicario di Confindustria Palermo, con delega ai rapporti istituzionali, candidato dell’Udc nel 2013 e attualmente è presidente del consiglio di amministrazione dell’Irfis (società finanziaria per lo sviluppo della Sicilia).

GLI ALTRI AMICI DI BASILE

vigilanza-130606121313_mediumIl M5S, dopo la trasmissione, ha preparato una interrogazione parlamentare nella quale, tra l’altro, si legge: “… Il sito internet della citata trasmissione Rai riporta che ‘(…) quella dei Basile è una struttura molto attenta ai rapporti con le persone che contano”.
In effetti nel consiglio di amministrazione della Sicurtransport, società del Gruppo Ksm, “siederebbe Salvatore Finazzo, anche noto per essere, come riportato dalla citata inchiesta, il più facoltoso consigliere comunale di Palermo.
Con lui anche Stefano De Luca, presidente del Partito liberale italiano, che ha svolto due mandati nel parlamento italiano e uno in quello europeo”.

Oggi Basile ha ottimi rapporti anche con il senatore Beppe Lumia che è diciamo l’anima e il movimento del Megafono, il movimento di Crocetta ed è un autorevole esponente del Partito Democratico. E ha curato molto anche i renziani.

E infine il M5S chiede l’intervento di Raffaele Cantone, presidente dell’Anac, ente nazionale anticorruzione: “Non sarebbe opportuno confrontarsi sulla legalità degli appalti nel settore con l’Anac, con particolare riguardo per gli appalti che interessano le pubbliche amministrazioni e le società a totale o parziale partecipazione pubblica?”.

CONSIDERAZIONI

gentileQuesta è la verità sul gruppo che vorrebbe prendersi l’appalto della vigilanza nelle strutture dell’ASP di Cosenza. Ora finalmente lo sappiamo e possiamo interpretare al meglio anche le manovre relative al suo interessamento per la pubblicazione su Iacchite’ “mascherato” da presunti (ora abbiamo anche capito che sono assurdi) favoritismi nei confronti de La Torpedine e Irv da parte del celeberrimo Cinghiale.

Qualora ci fosse stato un intervento del Cinghiale, questo sarebbe stato in favore dell’associazione temporanea La Torpedine/Istituti Riuniti di Vigilanza oppure in favore del colosso degli amici di ALFANO? 

Ecco, i signori siciliani che ci hanno indotto in errore rispetto alle manovre del Cinghiale, vorrebbero proprio che arrivasse o fosse arrivato un intervento a loro favore.

A quanto se ne sa, invece, il Cinghiale, ovviamente a conoscenza dei traffici di Alfano, si sta tenendo intelligentemente fuori dalla querelle e, come suo solito, attende gli eventi.

Perché se vince Basile, potrà dire ad Alfano che è intervenuto e, se perde, l’esatto contrario ai signori cosentini.

Ma il fatto che i Basile siano stati clamorosamente smascherati dalla RAI gioca a tutto vantaggio de La Torpedine e IRV in un momento molto particolare del contenzioso nel quale, a fari spenti qualcuno stava cercando di favorire smaccatamente i siciliani.

Ma di questo ci occuperemo nella prossima puntata.

2 – (continua)