Belvedere, addio calanchi (di Francesco Cirillo)

di Francesco Cirillo

Fonte: Il Meridione

Nei programmi elettorali delle ultime elezioni amministrative di Belvedere M.mo, quello che rimane dei calanchi non era in nessun modo citato per essere tutelato. Questo vorrà dire, che quelle poche conformazioni naturali rimaste, un domani potranno essere distrutte. I calanchi sono tipiche morfologie del terreno, presenti su versanti collinari, causate dall’erosione delle acque di dilavamento. Milioni di anni fa sono stati sommersi dalle acque ed è molto facile oggi trovarvi conchiglie e fossili.

Il terreno è al 98% argilloso e quindi molto soggetto a frane essendo anche privo di vegetazione. Il paesaggio a calanchi è caratteristico di ambienti climatici aridi e semiaridi. In Italia i calanchi sono diffusi lungo i versanti appenninici.
Belvedere con questa grossa presenza di calanchi rappresentava un fatto quasi unico in tutta la Calabria ed il sud in genere. Il paesaggio fino agli anni 70 era un paesaggio da “film western” e davvero si sarebbero potuto creare delle mirabili sceneggiature degne dei film di Sergio Leone. Ma l’uomo è un animale stupido e pensa che con il danaro possa ottenere la felicità.

Con la speculazione edilizia degli anni 70 iniziata in tutta la costa tirrenica, le amministrazioni comunali belvederesi, tutte fortemente democristiane, iniziano a far costruire proprio sulle conformazioni calanchiche senza pensare minimamente al futuro di tutta la comunità che avrebbe potuto, attraverso la creazione di un “Parco dei calanchi” diventare di interesse a carattere nazionale se non europeo. La statale ss18 che attraversava il territorio di Belvedere M.mo per molti anni fece proprio da confine fra la Belvedere marina protesa verso il mare e la collina piena di calanchi. Era molto suggestiva la scena di ingresso nel territorio di Belvedere, nei primi anni 60, che cominciava ad avere questo caratteristico vedere, venendo dal nord dalla zona chiamata Santa Litterata e finiva nella zona chiamata Calabaia più a sud.

Il colore giallo dei calanchi nelle giornate assolate abbagliava lo sguardo, e le ombre forti e nette che si creavano dentro di esse, nei lunghi corridoi naturali che portavano fino alle colline più lontane dal mare, destavano, nella luce dei forti e rossi tramonti, un alone di mistero.
Poi arrivarono le ruspe. La furia cementificatrice democristiana cominciò a far costruire proprio in quell’area ed il confine sparì. Ironia della sorte si iniziò con la costruzione della nuova Pretura e della nuova caserma dei carabinieri, poi si proseguì verso nord arrivando fino a Santa Litterata dove si completò il disastro ambientale più completo. Niente è stato risparmiato, anche i calanchi più alti, quelli che davvero avevano una propria particolarità a livello europeo vennero abbattuti ed al loro posto costruiti villaggi vacanze, alberghi, supermercati.

L’ultima collinetta che ancora conservava una bella conformazione calanchica è stata rasa al suolo solo due anni fa. Al suo posto, al posto di oltre 5000 metri quadri di calanchi, è sorto il più grande supermercato della fascia tirrenica. Per chi volesse ammirarli e capirne la grande importanza geologica che hanno, ne è rimasta una piccola gola visibile nei pressi di santa Litterata scendendo verso il mare.