Bisignano. Dottoressa Saccà, ci aiuti: il paese è abbandonato a se stesso

Gentile dott.ssa Barbara Saccà,

Le scrivo per ringraziarLa di tutto quello che ha fatto e detto intorno alla triste e squallida vicenda di abiezione morale e materiale accaduta a Bisignano e la vorrei invitare a insistere con fermezza nella sua opera di magistrato inquirente, impegnata nel perseguire i reati, soprattutto quelli più abietti che colpiscono i minori, i disagiati e tutte le persone più esposte a questa temperie immorale degli anni nostri.

Le sue parole (Bisignano, piccolo centro della Calabria, caratterizzato da un bassissimo livello culturale e da degrado sociale), suonano come una severa bacchettata vergata sul dorso delle mani a noi “benpensanti”, a noi “civili”, a noi “brave persone” che nello scorrere di una quotidianità, travolgente nella sua ordinarietà, non ci accorgiamo di quanto accade intorno a noi, o se ce ne accorgiamo facciamo finta di niente o se proviamo a reagire, spesso ci ritroviamo in gran solitudine. Il suo rimprovero, cara dott.ssa Saccà, ci coglie in fallo e ci fa sentire tutto il peso delle nostre responsabilità, dei nostri silenzi, del nostro menefreghismo, del nostro motto che molto spesso sembra essere: – basta che non tocchino me e la mia famiglia.

Dobbiamo chinare il capo di fronte all’evidenza deflagrante di fatti così atroci e miserrimi, allo stesso tempo specchio di questi anni bui e della nostra cecità spirituale; abbiamo il dovere di vestirci di umiltà e riflettere sulle nostre superficialità, sulle nostre reticenze, sui nostri errori e mancanze nei nostri ruoli di genitori, educatori e membri di quella classe dirigente che dovrebbe aver compiuto una maturazione culturale e spirituale all’altezza del ruolo che la società ci riconosce.

Bisignano, terra di agricoltura, arte, cultura e Santità sta attraversando un periodo di decadenza e degrado come mai prima nella storia. Sono sotto i nostri occhi (spesso bendati) sacche impressionanti di disperazione ed emarginazione sconvolgenti. Nelle periferie rurali del vasto e splendido territorio vi sono famiglie che vivono in condizioni di povertà morale materiale, molto simili a quelle di un lontano passato, ormai ricordate solo nei libri di storia. Per pudore e dignità sembrano quasi volersi nascondere e cercare un isolamento rispetto alle luci della città dei “civili benpensanti”. Un’autoemarginazione assordante, segno di uno sfilacciamento pericoloso e inquietante del tessuto sociale. Sono nostri compaesani ma non li vediamo e di conseguenza non ci pesano sulla coscienza (occhio che non vede …).

Il centro storico, da tempo abbandonato, pullula di migranti senza fissa dimora, che nessuno ha mai censito e dei quali nessuno si è mai realmente occupato. Come questa povera gente possa sbarcare il lunario non è dato sapere. Spesso vivono in abitazioni sovraffollate, fredde, umide ai limiti dell’agibilità con bambini e anziani qualche volta disabili. Qualcuno finge di aiutarli ma la realtà è sotto gli occhi di tutti. A noi “civili benpensanti”, che magari facciamo finta di offenderci se qualcuno ci dice in faccia come stanno veramente le cose, non interessa sapere che alcuni indicatori epidemiologici hanno acceso “la luce lampeggiante rossa” per segnalare la recrudescenza di malattie che sembravano ormai retaggio di un lontano passato. Tubercolosi, sifilide, scabbia, pediculosi, gonorrea sono all’ordine del giorno, sono tra di noi ma preferiamo evitare anche di parlarne. Fanno paura, tuttavia la nostra inedia è ancor più inquietante.

Disagio minorile, dipendenze da stupefacenti e alcool, ludopatie, prostituzione giovanile, disagio psichico e sociale, microcriminalità sono tra di noi e dilagano. Solo chi non vuol vedere non vede. E’ vero che tutto questo non è prerogativa solo di Bisignano. E’ una fase di globale di decadentismo, degrado, regressione da tutti i punti di vista e a tutte le latitudini. Ma è di Bisignano che vogliamo parlare perché è la comunità di cui facciamo parte e ciò che vi accade ci interpella in prima persona.

Bisignano è il posto dove scompare una ragazza di vent’anni e nessuno sa niente, nessuno dice niente, nessuno fa niente; Bisignano è il posto dove i medici sono sottoposti a pressioni ambientali o a vere e proprie minacce per la prescrizione di farmaci delicati e sottoposti a controllo e nessuno si indigna; Bisignano è il posto dove qualcuno avrebbe voluto portare la spazzatura di mezza Calabria per interessi inconfessabili e dove qualcun altro ha violentato e deturpato il territorio per decenni senza colpo ferire.

Bisignano è il posto dove viviamo e che ci sta a cuore. Ed è per questo che ringraziamo la dott.ssa Saccà e il dott. Gratteri per aver scoperchiato questa pentola maleodorante che ci sembra, per la verità, solo come la punta di un iceberg sommerso. E li ringraziamo per aver interpellato le nostre coscienze di padri, di madri, di insegnanti, di educatori, di amministratori. Le nostre coscienze silenziose, sorde, cieche, distratte, omertose. E se le parole della Giudice ci interpellano e ci pongono davanti alle nostre responsabilità di “esemplari cittadini”‘ di “buoni padri di famiglia”, di “colti diplomati e laureati”, allo stesso tempo ci presentano degli interrogativi stringenti che riguardano tutti coloro che hanno delle responsabilità e ricoprono ruoli istituzionali all’interno della comunità.

L’inaugurazione dell’asilo nido di Bisignano

Come è possibile che all’interno dell’istituzione scolastica, preposta all’educazione dei nostri figli, dove operano professionisti nel settore formativo, nessuno si sia accorto di (evidenti) segnali di disagio manifestati durante le attività didattiche? O, se qualcuno ha fatto notare che qualcosa non andava, come mai non sono stati presi provvedimenti volti ad aiutare e a sostenere questi ragazzini in difficoltà? E quand’anche le stesse famiglie avessero rifiutato ogni forma di disponibilità e di sostegno offerto loro, è mai pensabile che non si disponga di strumenti idonei ad intervenire anche in forma di collaborazione con altre istituzioni preposte come il dipartimento socio assistenziale dell’Azienda Sanitaria Locale e il settore servizi sociali del Comune?

A proposito dei servizi sociali del comune di Bisignano, ci chiediamo, da cittadini, quale ne sia la funzione e se la stessa venga svolta con i criteri dell’efficacia, efficienza ed economicità che dovrebbero animare e guidare ogni azione della pubblica amministrazione oppure venga gestito come un porto delle nebbie senza un minimo di programmazione e controllo. Sarebbe interessante sentire cosa pensa di questi evidenti fallimenti dell’azione di prevenzione e sostegno al disagio per cui è lautamente pagato il dirigente del settore.

La verità, cara Giudice, è che il paese è da tempo abbandonato a se stesso; la comunità è profondamente divisa e si è completamente persa quella coesione sociale presupposto fondamentale ad un vivere civile. Ed è anche per questo che la ringraziamo ancora di averci fatto notare come siamo caduti in basso ed è in merito a questo che vi chiediamo di aiutarci nel risalire la china del precipizio in cui siamo caduti.

Umile Bisignano

Forse, cara Giudice, lei non sa che il primo cittadino di Bisignano è accusato di concussione, un reato gravissimo per un pubblico amministratore. Le lungaggini e la farraginosità intollerabile del nostro sistema giudiziario non hanno ancora consentito, dopo otto anni, di mettere la parola fine a questa vicenda. Noi cittadini abbiamo diritto di sapere se il primo cittadino è colpevole o innocente, perché Lei comprende bene come questa incertezza non aiuti a ricostruire quel clima di concordia e di collaborazione, tra tutte le componenti sociali, necessario e preliminare ad una rinascita.

Ci aiuti anche Lei a sciogliere questo nodo. Il ruolo, la dignità e il decoro delle istituzioni sono di fondamentale importanza come esempio e guida per la comunità tutta che oggi appare disorientata e priva di riferimenti. Ciascuno cerca di tirare acqua al proprio mulino in una lotta tra poveri che non porta nulla di buono. La gente che vive nel bisogno è disposta a tutto pur di accaparrarsi una giornata di lavoro, un misero contributo, una commessa o semplicemente 20 euro per sbarcare il lunario e in questo clima torbido l’illegalità è pervasiva a tutti i livelli. Come si dice: – Il pesce puzza dalla testa-.

Grazie ancora Sig.ra Giudice per l’attività che Lei e il Procuratore Gratteri state portando avanti con fatica e dedizione tra mille difficoltà. Grazie anche per le parole dure e severe che accettiamo con amarezza e umiltà ma allo stesso tempo con la consapevolezza che vi è un fondo di verità e che la verità è sempre meglio di una ipocrita bugia. Bisignano saprà risollevarsi e riprendere il filo della speranza, della legalità e della bellezza, e riconquistare il posto d’onore che gli spetta nella valle del Crati e in tutta la provincia di Cosenza e che ha sempre ricoperto nella storia politica, religiosa e culturale della Calabria. La aspettiamo a Bisignano.