Cafiero de Raho e l’Accordo quadro antiusura

Sottrarre le vittime dell’usura alle mafie” e “consentire loro di rientrare nel giro dell’economia legale“, soprattutto oggi che “la pandemia ha creato una molteplicità di casi“. Per il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Federico Cafiero de Raho è questo l’obiettivo chiave dell’Accordo quadro antiusura sottoscritto nel pomeriggio di ieri al Viminale dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, e dal presidente dell’Associazione bancaria italiana (Abi), Antonio Patuelli. “Non decadere dal rapporto bancario – ha sottolineato il procuratore – consente a chi si trova in una situazione di difficoltà economica di non dover ricorrere al mercato finanziario parallelo gestito da camorra, ‘Ndrangheta e mafia. Ci sono imprenditori caduti nelle mani della ‘Ndrangheta trattati come schiavi solo perché, essendo stato nel frattempo sospeso il rapporto con gli istituti di credito, non erano più nelle condizioni di restituire i soldi avuti in prestito“. “Mantenere in vita soggetti economici che così possono contribuire al benessere pubblico e al tempo stesso diventare simbolo di chi, pur vessato dalla criminalità organizzata, ha l’opportunità di reinserirsi nel circuito dell’economia legale”. È questa la priorità, perché per sconfiggere le mafie – ha concluso de Raho – “è necessaria una collaborazione inter istituzionale, tutti devono dare il loro contributo, da soli si soccombe, insieme lo Stato riafferma le proprie regole”.