Calabria 2019/20: Mario Oliverio, un disperato bisogno di…

di Franco D’Ambrosio

Caro Mario Oliverio, (che dici ti chiamo “compagno” ?) oppure caro Governatore (ma la Calabria è uno Stato?), comunque, Caro Presidente,
cinque anni fa sei partito verso Catanzaro forte del 62%, una percentuale impressionante, livellata su tutte le cinque province e sei rimasto, così scrivono e certificano quelli del Largo del Nazareno, cioè quelli che dovrebbero essere i tuoi amici, con meno del 10%, anzi c’è chi giura che non arrivi, allo stato, al 7%.

Non c’è che dire un bel risultato.
Sarà vero? Questo non possiamo dirlo noi, certamente non hai più la maggioranza per governare i pochi giorni che ci separano dal voto.
A proposito non fissi la data, che è una tua prerogativa, ma non hai la licenza di “decidere” solo in funzione della tua, improbabile candidatura. Dovresti decidere sulla base di un rigoroso rispetto dei codici istituzionali.
Ma tanto o sotto Natale o a ridosso dell’Epifania i calabresi voteranno.

Dunque, il tuo bilancio, al netto di qualsivoglia esasperazione polemica, dal punto di vista politico è un DISASTRO. Non potevi fare peggio.

Con il 62% di consensi dovevi e potevi fare tane cose che non hai nemmeno iniziato.
Ma non è di questo che voglio scriverti, da tuo elettore.

Puoi argomentare, tu ed i pochi consiglieri che ti sono rimasti “fedeli” (ah, Totò Riina quando parlava a Balduccio Di Maggio sulla fedeltà… “…i cani sono fedeli…”) su ogni aspetto della vita economica e sociale della Calabria. Resta il tuo fallimento politico. E su quello non puoi alzare la voce. Hai fallito. Sei passato dal 62% a cifre irrisorie, avevi la maggioranza assoluta del Consiglio ed ora non sei in grado di portare una pratica perchè viene bocciata o manca il numero legale.

Non hai il tuo partito, il PD; e nemmeno quello piccolino alla sua sinistra, LeU (si, quello di Richetto-Speranza) e non hai con te nessun partito. Anzi hai il PSI calabrese, ma su questo non scrivo per tante ragioni.

E secondo me, al di là del giudizio sugli atti di governo, sull’utilizzo dei finanziamenti, il PIL regionale, le infrastrutture e l’eticità, il primo, vero errore lo hai commesso quando, ritenendo di essere furbo, dichiarasti all’inizio delle primarie di cinque anni fa che TU saresti stato un Presidente libero da condizionamenti perchè non avresti riproposto la tua candidatura. Lo ricordo bene il tuo comizio a Corso Mazzini.
“… non mi farò ingessare, ricattare, agirò nell’interesse pubblico, libererò la Regione dai lacci di una burocrazia asfissiante e non sarò ostaggio degli eletti, perché io LO GIURO, VE LO GIURO, voglio fare il PRESIDENTE per 5 anni e poi smetto…”.
Si, come Matteo Renzi, “…se perdo mi ritiro…”.
Entrambi, e mi dicono che state dialogando in queste ore, avete uno strano concetto della puntualità e della parola data.

Ed ora? Non hai spiegato il vero motivo della tua ricandidatura, sgradita, assai sgradita agli elettori. Sostieni di aver operato una svolta epocale, di avere raggiunto risultati, di avere sburocratizzato ed alimentato la speranza. Non ci siamo accorti di tutto questo.
Normalmente, un sindaco od un Presidente che hanno governato bene vengono portati in trionfo, sospinti verso la riconferma.
Non vedo folle plaudenti, non si respira questa aria, non osservo questo slancio emotivo.
Sono stato di recente in ospedale, ah, nemmeno una telefonata anche formale, ma si sa l’educazione è ormai un optional, e devo dirti di aver visto in questi giorni, anzi ascoltato centinaia di calabresi.
Non ho avuto l’impressione che tu sia gradito, anzi ti avverto che ho ascoltato giudizi al limite anche ingiusti.
Insomma, non sei entrato nel cuore dei calabresi, anzi ne sei uscito con la stessa forza con la quale ci entrasti.

Stai dividendo il sistema. Ed un politico che divide non vince. Chi divide, frantuma, e perde.
E, pur consapevole che alla fine non ti ricandiderai, se proprio lo farai, credimi (un giorno mi dirai) sarà una ecatombe.

Mi dicono che hai pronte sei liste, che tanti Sindaci sono con te, che agendo in funzione dello “spezzettamento” ritieni che con il 25% Tu possa ancora alimentare una speranza.
Secondo me, i tuoi collaboratori non ti dicono la verità. Loro devono farlo, sono disperati. Per tanti di essi si tratta di “SOPRAVVIVERE”, di non perdere gli agi, i soldi, insomma la “pacchia”. E non ti dicono la verità.
Hai diviso il fronte del centro-sinistra, hai promesso di incatenarti, hai giurato che non ti saresti ricandidato ed ora, invece, tenti un disperato riaggancio e questo secondo me non avverrà.
Potresti, mi pare te lo abbia scritto anche Pino Tursi Prato, chiudere questa esperienza mettendoti al servizio “per” e non livellarti sul “contro”. Potresti dimostrare di avere assorbito in 50 anni ininterrotti di gestione del potere la consapevolezza del “come” e del “quando”.

Sei stato chiuso in un “cerchio” che ti ha precluso di guardare dentro la pancia dei calabresi. Se penso a sabato pomeriggio ed alla rappresentazione di quello che ti circonda, cioè la presentazione del libro del caro compagno Michele Drosi, che ti espone come un rivoluzionario, penso che hai davvero raggiunto il livello più basso della tua esperienza politica.
Uno come Te non può pensare di essere ciò che scrivono questi.
So che non mi ascolterai ed anzi Ti diranno che più si scrivono queste cose, più Tu devi andare avanti.
Si, come la bella frase di Zucchero Fornaciari ….”ho bisogno d’amore per Dio, perchè se no sto male…” oppure degli Stadio “… un disperato bisogno d’amore…”.
Ovvero un disperato bisogno di “essere” di apparire e di non cedere. Avresti potuto metterti al servizio di una buona ed utile inversione, dando un contributo per scegliere una bella squadra di ottime persone.
Ma questo per Te è veleno!!!
Gli indici, tutti gli indici, ci dicono che questa terra, tanto generosa con Te, non ha oggi un buon giudizio su Mario Oliverio. Ma tu non leggi, i tuoi collaboratori ed i tuoi ipocriti alleati ti diranno che non è vero.
Vedremo.