Castrovillari, finti diplomi da Oss: le gravi responsabilità dell’Asp di Cosenza

In Calabria e soprattutto nella provincia di Cosenza è ancora alta l’eco dell’operazione portata a termine dalla procura di Castrovillari che ha smascherato la maxitruffa dei finti diplomi di Oss (operatori sociosanitari). Sono tanti gli aspetti ancora oscuri di questa squallida storia, che non può non riguardare da vicino anche l’Asp di Cosenza e la Regione Calabria, che non potevano essere ignare di quanto è accaduto in questi anni.

Le indagini hanno acclarato che la didattica della sedicente scuola di formazione professionale Sud Europa di Altomonte era gestita in maniera a dir poco superficiale; le lezioni avvenivano inizialmente all’interno di locali del C.A.P.T. (ex ospedale) di Trebisacce (CS), dove lavorano tuttora due degli arrestati, il tutto avente l’unico fine di fornire agli allievi una parvenza di prestigio e ufficialità ai corsi. L’Azienda Sanitaria di Cosenza, poi, venuta a conoscenza dello svolgimento dei corsi in carenza di qualsiasi autorizzazione, ha imposto l’immediata cessazione delle attività, ma il business e le lezioni non si sono interrotte proseguendo all’interno delle sale di un hotel di Trebisacce. E l’Asp di Cosenza, con tutto il rispetto, non poteva non sapere… Così come sapevano alla Regione ma nessuno ha mosso un dito. 

Per rendere l’idea della reale preparazione di alcuni degli studenti, basti segnalare che solo alcuni di essi hanno svolto alcune ore di volontariato presso strutture socio-assistenziali dell’hinterland cosentino, mentre per molti altri la formazione pratica veniva data per assolta pur non avendo mai di fatto messo piede in una struttura sanitaria.

Al termine di tali percorsi formativi fittizi, gli indagati fornivano anticipatamente ai discenti le soluzioni alle domande dei test degli esami finali, raccomandandosi di impararle a memoria. Le prove finali erano svolte a Napoli, dove gli allievi venivano accompagnati a mezzo di pullman noleggiati dalla stessa associazione, e avvenivano dinnanzi alla commissione ufficiale della Regione Campania, ignara del reale percorso formativo dei corsisti.

L’intero sistema fraudolento, infatti, era reso possibile dall’apporto determinante dei due sodali rappresentanti di altrettanti istituti di formazione regolarmente accreditati presso la Regione Campania, il SA.DRA. ed il CHECK UP Formazione, i quali provvedevano a costruire un percorso formativo falso agli allievi provenienti dalla scuola SUD EUROPA, inserendo i discenti negli elenchi dei propri corsi di OSS, facendo così risultare che gli studenti calabresi avessero frequentato le lezioni teoriche presso le aule SADRA e/o CHECK UP ed i prescritti periodi di tirocinio presso le Case di Cura Villa Angela di Napoli e IOS MELUCCIO di Pomigliano D’Arco (Napoli), dove in realtà gli allievi non avevano mai messo piede.

A questo punto, i sei arrestati dovranno chiarire le loro “coperture” e la netta sensazione è che ci sia ancora un livello “superiore” sul quale mettere le mani: Asp di Cosenza e Regione Calabria. E a proposito della prima, ci si chiede cosa si attende ancora per commissariarla com’è già accaduto a Reggio e Catanzaro.