Calabria 2020: l’ascesa di Jole tra Previti, Pera, tacchi a spillo da combattimento e clientelismo a manetta

Jole Santelli e Marcello Pera

Jole Santelli, fresca di candidatura del centrodestra alla presidenza della Regione Calabria, ha avuto il suo massimo momento di popolarità una quindicina d’anni fa, quando è stata “sistemata” da Berlusconi e dai suoi scagnozzi sottosegretario alla Giustizia, e aveva seguito in Senato le tempestose vicende parlamentari del famigerato disegno di legge Cirami per conto dell’ esecutivo. Sempre sola (o quasi) nei banchi del governo. Laureata in giurisprudenza, aveva fatto pratica legale nello studio romano di Cesare Previti. Subito dopo è entrata in Senato come assistente particolare di Marcello Pera, allora responsabile Giustizia di Forza Italia. Era stata candidata a Paola. Pera era certissimo che sarebbe toccato a lui fare il Guardasigilli, un po’ come Occhiuto era sicuro di essere il candidato governatore della Calabria. Invece alla fine era toccato all’ingegnere meccanico Castelli. In compenso però in via Arenula c’ era arrivata lei, Jole, come sottosegretario, ma Pera, al contrario di Occhiuto, non solo non l’aveva accusato ma aveva addirittura preso la sorella Roberta al suo posto nella segreteria…

Nella tribù dei «tacchi a spillo da combattimento», per dirla con l’arguta penna di Gian Antonio Stella, il sottosegretario Jole Santelli meritava certamente un posto di primo piano dall’alto dei molti centimetri che riusciva e forse riesce ancora a controllare anche sui lucidi pavimenti del Transatlantico di Montecitorio e in quelli segreti ma più scivolosi del ministero di via Arenula…

Conosceva bene il meccanismo mediatico per cui molto spesso, piuttosto che restare nelle austere stanze del ministero preferiva passare qualche ora alla Camera dove arrivava dondolando sui tacchi e agitando la lunga chioma corvina. Sciabadà… 
E sui divani marroni c’era l’occasione di incontrare tanti vecchi amici a cominciare da Cesare Previti nel cui studio professionale, appena chiusi i libri dell’Università, cominciò la sua carriera di praticante che l’avrebbe portata molto lontana…

Non se lo aspettava certo Santelli di diventare sottosegretario quando accettò di andare a fare l’assistente parlamentare di Marcello Pera. Erano altri tempi. Ma il vento cambia. E la delusione subita da Pera che non immaginava di non riuscire ad andarci lui in via Arenula e di dover cedere il passo ad un ingegnere leghista in nome del vituperato ma sempre in auge manuale Cencelli, è stata, per qualche verso, la sua fortuna perché al ministero della Giustizia ci sarebbe dovuto andare come sottosegretario Roberto Centaro. Ed invece salta Pera, salta Centaro e si apre la strada per la giovane forzista, allieva di Previti, eletta a Paola con oltre 35.000 voti grazie agli elettori “azzurri” e a quelli della lista collegata dal nome che è tutto un programma «Per l’abolizione dello scorporo e contro i ribaltoni»…
In attesa della rivoluzione copernicana della giustizia intanto Jole Santelli si era assicurata qualche beneficio anche per i suoi parenti. Per non sentire nostalgia di casa al ministero ha trovato, appena arrivata, degna collocazione alla sorella ed al di lei fidanzato…

Robertina Santelli

Dell’exploit della fanciulla calabrese dagli alti tacchi non si sorprendeva Antonio Di Pietro.
«Jole Santelli nulla toglie e nulla aggiunge alla funzione del clan berlusconiano all’interno del Parlamento: creare impunità ad un certo gruppo. D’altra parte Previti, ed il suo
gruppo, allora come ora, si preoccupa della vita e dell’opera del suo datore di lavoro».

Jole Santelli prima di diventare parlamentare di Forza Italia si fece le ossa proprio nello studio Previti: “Sono studi particolari – racconta – in cui si trattano affari importanti. Voglio dire che chi entra nello studio Previti o nello studio Sammarco è un tipo di avvocato particolare, non è uno che fa patrocinio gratuito. E che, stando dentro, acquisisce una serie di relazioni”. E che “relazioni”… tipo bunga bunga, tanto per gradire… Povera Calabria nostra!