Calabria 2021. Domenico Boi, operaio del turismo, si candida per De Magistris Presidente

di Luigi De Magistris

Belle persone si candidano nelle nostre liste. Oggi presento Domenico Boi.

“Amo viaggiare e conoscere mondi e culture differenti, per questo amo la Calabria. Oltre duemila anni di storia, attraversati da popoli e culture diverse, per un melting pot che si unisce alla natura. La Calabria è tutto questo e molto altro, ma lo abbiamo dimenticato.
Sono Domenico Boi, professionista della montagna in inverno ed accompagnatore turistico in estate. Laureato in Economia Aziendale nel 2006, ho iniziato a lavorare viaggiando, partendo da Cosenza e poi fino a Siviglia e Barcellona con Eventisimo, una delle più apprezzate Destination Managment Company della Spagna. Da lì la mia vita si è alternata in continui ritorni e partenze tra casa, Europa e Canada dove un confronto continuo con professionisti del settore mi ha dato maggiori e decisivi elementi di crescita. Poi nel 2011 per una casualità mi sono trovato a gestire il Servizio turistico della mia città e da allora sono un emigrato a metà.

Nel 2012 sono stato co-fondatore di VisitCosenza, primo portale prettamente turistico della Regione. Ho promosso ed ideato i format turistici I 5 sensi di marcia e Secicredipedala, quest’ultimo segnalato dalla Libreria del Viaggiatore di Roma e dall’Associazione Libreria in viaggio come miglior format tra sport e natura della Calabria, dove oggi lavoro come accompagnatore turistico da Maggio a Novembre. La Calabria è una vera e propria palestra all’aperto che consente di fare escursionismo, rafting, arrampicata, sci, canyoning, equitazione, bici, vela, kitesurf e tanto altro. I mesi invernali li passo sulle Alpi Francesi come istruttore e manager di una scuola di Sci (Supreme Ski School). Sono manager per MyBellaVita Travel, tour operator americano specializzato nei viaggi in Calabria.

Da anni, grazie a ricerche genealogiche degli emigrati in America, lavoro ad un progetto turistico che inviti gli emigrati di seconda generazione a tornare nei luoghi lasciati dai propri antenati. Il potenziale economico di un programma turistico di questo genere, inserito in un contesto di economia circolare in scala e di accoglienza diffusa, porterebbe a risultati straordinari sulla ricaduta occupazionale, impedendo persino l’abbandono che sembra essere ormai l’unica prospettiva per alcuni paesi e comunità.

Mi candido per essere parte di questa comunità e, ove necessario, diventarne megafono, mettendo a disposizione le mie competenze.
Sono operaio del turismo, un uomo del fare che conosce e continua a studiare il suo settore. Porto in giro gente da tutto il Mondo anche per costruire relazioni sul territorio, perché non sia un turismo fine a se stesso ma che crei prospettive. L’accoglienza è la chiave di volta per ripartire e trovare identità. È il Dna dei calabresi, come a dire: prego, trasiti.

C’è un’intera comunità formata da coloro che avvertono la necessità di un distacco totale dalle dinamiche che soffocano questa terra. Ed è un luogo i cui confini sono tracciati da ottocento km di costa che si trasformano in catene montuose, dai colori che levano il respiro al primo sguardo. Questa è la comunità di cui tutti noi facciamo già parte: anche tu che in questo momento hai trovato il tempo di leggere queste parole. La Calabria deve diventare luogo di rivalsa: scardinare un modo di pensare, pensando ad un nuovo modo per sfruttare risorse valorizzandone specificità.

Dobbiamo darci la possibilità di immaginare e creare un nuovo modello di sviluppo circolare e sostenibile. Dei confini da cui i nostri figli non debbano necessariamente scappare, ma in cui sarà bello e importante tornare. Un luogo in grado di accogliere e dare spazio alle proprie ambizioni. Perché è una Terra ostaggio di se stessa, perché bisogna spezzare questa rassegnazione e far sentire la voce delle tantissime persone oneste, capaci, visionarie che la abitano e che ci vogliono restare”.