Calabria 2021, partiti e tatticismi. Tansi e Polimeni: una Santa Alleanza

Per chi è del mestiere a questo punto è chiaro che la scelta del candidato a presidente della regione Calabria, in entrambi gli schieramenti (in riferimento al centrodestra e al centrosinistra) è appena iniziata. Siamo ancora alle schermaglie iniziali. Infatti non passa giorno senza una dichiarazione, pronunciata da importanti esponenti politici dei partiti che compongono le due coalizioni, a favore della candidatura di questo o quel personaggio appartenente al proprio schieramento, puntualmente smentita nell’arco di 24 ore da altri importanti esponenti politici degli stessi schieramenti. Il più classico dei tatticismi.

Un esempio concreto: il vicepresidente della Lega Crippa sul nome del candidato alla presidenza della regione Calabria poco più di 48 ore fa così diceva: “Sono convinto che in questa regione abbiamo tutte le capacità e possibilità che il candidato della Regione sia della Lega, quindi una persona che fino ad oggi ha operato in modo impeccabile: Nino Spirlì”. Parole rilanciate dal viceministro Stefania Pucciarelli: “La prossima amministrazione in Calabria sarà ufficialmente portata avanti da un presidente a marchio Lega e non ci sono dubbi”.

Dopo 24 ore ecco arrivare puntuale la “smentita” da parte di Salvini che sconfessa il suo vice e un suo viceministro: “La scelta del candidato in Calabria spetta a Forza Italia”. Anche la Meloni gioca al rimpiattino, e sulla scelta del candidato dice: “Noi rispettiamo i patti, la scelta del candidato spetta a Forza Italia”. Passano 24 ore da questa dichiarazione e Orsomarso, pezzotto di peso di FdI in Calabria, sulla scelta del candidato dice: “Non facciamo a cazzotti, ma Wanda Ferro c’è, diremo la nostra”. La classica melina politica all’interno della coalizione che ha una duplice funzione: dare l’idea di un fair play tra alleati sinceri e rispettosi l’uno dell’altro, lasciandosi però una porta aperta per calare, eventualmente, il proprio asso al momento più opportuno (politicamente parlando), che non è ancora giunto.

Stessa cosa succede nello schieramento di centrosinistra: prima lanciano Irto e poi lo abbandonano al suo triste destino. Subito sostituito dal nome di Ciconte, sparito, anche lui, dopo 24 ore, nelle nebbie degli intrighi di palazzo. Senza parlare di tutto il sottobosco che si muove su probabili nomi della cosiddetta società civile che durano solo qualche ora. Il solito valzer delle candidature che tiene conto di una sola cosa: piazzare il proprio uomo per proteggere gli interessi del feudo.

Dire tutto e il suo contrario è la tipica fase che caratterizza il mondo politico quando lo stesso è in evoluzione, o mutamento. Fino a che all’interno delle due coalizioni i nuovi assetti politici non si saranno stabilizzati, nessuno può determinare niente. Solo quando il progetto politico di Salvini e Berlusconi sarà concluso, al netto di un sorpasso della Meloni, si potrà scegliere il candidato in Calabria. Solo quando la dimensione della fetta di torta (stabilita dal peso dei numeri interni alla coalizione) che tocca ad ognuno sarà ben porzionata, si potrà procedere alla lottizzazione dei territori. Stessa cosa per il centrosinistra: solo quando l’accordo tra il partito di Conte e il Pd sarà chiuso, si potrà scegliere il candidato. Che dovrà essere scelto al di fuori dei partiti, così come stabilisce uno dei punti dell’accordo tra Conte e Letta.

Certo, per entrambi gli schieramenti si pone il problema del nome del candidato da proporre al proprio elettorato. Il centrosinistra è alla ricerca di qualche autorevole figura della società civile, mentre nel centrodestra sembra prendere di nuovo quota la candidatura di Roberto Occhiuto, sempre se Salvini nel lasciare la scelta a Berlusconi non gli abbia chiesto un altro nome, visto il veto espresso su Occhiuto dallo stesso, poco più di un anno fa. Noi ovviamente tifiamo sempre per Roberto Occhiuto: un impresentabile che più impresentabile non si può. Tra i responsabili della chiusura in Calabria di 18 ospedali. Vive da 30 anni di politica, non ha mai fatto altro nella sua vita, ed ha utilizzato la sua posizione “pubblica” solo e sempre per curare i propri interessi personali e di cordata. Per i calabresi non ha mai fatto nulla. Il personaggio perfetto per una bella campagna elettorale all’insegna della scelta tra il malaffare dei soliti noti, e il riscatto sociale ed economico della Calabria.

Allo stato si può dire con assoluta certezza che a concorrere ufficialmente alla carica di presidente della regione Calabria alle prossime elezioni regionali c’è solo Luigi De Magistris. Tutti gli altri sono solo nomi che circolano ma che non hanno ancora trovato l’ufficializzazione. Anche Tansi non è considerarsi candidato a presidente visto che ha espresso la sua volontà di fare un passo indietro (l’ennesimo), se qualche esponente del mondo civico con autorevolezza volesse prendere il suo posto. E forse una possibilità per Tansi si è aperta: circola, anche se non si capisce bene la provenienza di tale voce (per Tansi scoprire la fonte sarà un gioco da ragazzi), da qualche ora una probabile candidatura, come massima espressione di quel civismo che piace tanto a Tansi, alla guida di un non meglio specificato schieramento riformista/progressista, di Lino Polimeni.

Ecco, l’occasione giusta e la persona giusta a cui cedere lo scettro. A Polimeni non manca certo l’autorevolezza, la competenza e la passione politica. Insieme potrebbero dare vita ad una Santa Alleanza con concrete possibilità di conquistare la poltrona di presidente, ma soprattutto Tansi ha l’occasione di dare un senso alla sua “vita politica”. Ed è per questo che ci permettiamo di dare un consiglio a Carlo: affrettati ad aprire le trattative con Lino, perché il rischio che qualcuno te lo soffi si fa di minuto in minuto sempre più concreto.