Calabria, affari e rifiuti: il ritorno di Gualtieri e gli equilibri mafiosi ristabiliti

Ma perché Robertino Occhiuto non ha mai affidato la delega sull’ambiente a nessuno?
Qualcuno potrebbe pensare che Robertino non ha voluto mai affidare la delega dell’ambiente perché vuole gestire direttamente i maggiori fondi del Pnrr, ma non è proprio così, o meglio non è solo questo” Ci sono in gioco motivazioni ben più importanti che la magistratura – sempre più deludente e scaduta a livello di “elemosina” per poter realizzare progetti che non hanno senso senza… attività – fa finta di non sapere e non vedere.

La cosa più importante per farsi i “fatti sua” è non avere nessuno che possa dare fastidio, che voglia intromettersi negli affari dell’ambiente, soprattutto non pestare i piedi a chi gestisce la spazzatura, che come tutti sanno è un business infinito. Un business che la ‘ndrangheta non si lascia sfuggire, soprattutto se i boss si chiamano Piromalli o comunque fanno capo a Gioia Tauro. Eh sì, perché sono proprio loro che hanno sempre gestito e continuano a gestire il termovalorizzatore di Gioia Tauro (come dimostra l’operazione “Metauros”). Lo gestiscono grazie alle ‘ndrine da loro controllate, come quella dei fratelli Pisano, che hanno le mani in pasta, come si dice in gergo.

Fino a qualche anno fa il garante della famiglia Piromalli, all’interno della Regione, era Bruno Gualtieri, ex dirigente generale della Regione Calabria presso il Dipartimento Politiche dell’Ambiente. Ma Bruno Gualtieri è anche cognato di Vincenzo Abenavoli, che è un dipendente presso l’impianto del termovalorizzatore di Gioia Tauro, ritenuto appartenente alla famiglia mafiosa Paviglianiti di San Lorenzo.

Ma Bruno Gualtieri è diventato da qualche anno ex dipendente della Regione Calabria perché pensionato, e questa circostanza aveva fatto saltare tutte le protezioni, ma soprattutto bisognava trovare nuovi accordi elettorali. Ed è qui che entra in gioco la grande arte transattiva e accomodante di Robertino Occhiuto, che non perde tempo e soprattutto tiene per le palle Gratteri, al quale promette immobili “gratis” per poter allargare i suoi uffici…

Il nuovo accordo elettorale e di protezione prevede di mettere a capo dell’ambiente qualcuno che non rompa le palle, qualcuno che non sia pignolo e che sia disposto a dire “sì padrone” o “sì buana” (come preferite) ad ogni richiesta del presidente Occhiuto, che è l’unico garante dell’accordo. Robertino sceglie allora di nominare Salvatore Siviglia o meglio il servo più ignorante che ci sia, che pur di mantenere la sua posizione in Regione farebbe qualsiasi cosa per il presidente. Un dirigente che non è né rispettato né stimato dai suoi colleghi del settore ambiente, anzi a volte anche deriso.

Ma la “famiglia” di Vibo ovvero quella dei Mancuso e delle ‘ndrine collegate non si fida e chiede che venga inserito nella struttura che gestisce la spazzatura un proprio uomo. Ed è così che Robertino è costretto a richiamare suo malgrado e con tanta rabbia, Bruno Gualtieri, uomo di fiducia dei Piromalli, alla guida di Arrical.

Eh sì, perché Robertino ha escogitato la creazione di un nuovo ente, direttamente controllato da un Commissario nominato dallo stesso presidente, che doveva durare 6 mesi e che, siamo sicuri, durerà almeno 1 anno. Infatti adesso non è più il settore ambiente della Regione Calabria a gestire gli appalti per la gestione delle discariche e soprattutto del termovalorizzatore di Gioia Tauro, ma l’Arrical, cioè Bruno Gualtieri. Si è così ristabilito quell’equilibrio che si era spezzato qualche hanno fa. in Regione ormai nessuno fa mistero di questo equilibrio: l’equilibrio politico-mafioso è ormai ristabilita e garantita su tutto il territorio regionale grazie a Robertino e Arrical. E le stelle, come sempre, stanno a guardare.