Calabria corrotta, Madame Fifì e tutte le menzogne sui lavoratori socialmente utili

Tempi duri per quella furbacchiona di Madame Fifì, al secolo Enza Bruno Bossio. Le cose le vanno veramente molto male e non solo perché il Pd, come tutti sanno, sta per estinguersi. La squallida vicenda dei lavoratori socialmente utili la vede metaforicamente sul banco degli imputati perché ha raccontato tante di quelle frottole che bisognerebbe prenderla a calci in culo. Lavoratori come al solito sedotti per avere il voto alle politiche e adesso abbandonati perché, com’era stato già ampiamente previsto, per loro non ci sarà nessuna stabilizzazione. Perché non li ha stabilizzati il Pd quando era al governo? E perché i Cinquestelle dovrebbero stabilizzare i suoi raccomandati e quelli degli altri papponi della politica calabrese?

E poiché il tempo è galantuomo, (ri)pubblichiamo volentieri il testo di un comunicato del deputato del M5s Dalila Nesci alla vigilia delle ultime elezioni politiche. Un comunicato che sembra scritto ieri e invece risale a febbraio. 

DALILA NESCI (M5s) febbraio 2018

Avevamo ragione noi sulla situazione degli Lsu-Lpu. Bruno Bossio mentiva. Adesso la Regione deve trovare una soluzione rapida per gli esclusi dalle stabilizzazioni, per i diritti dei quali ci batteremo con determinazione.

Adesso la deputata del Pd Enza Bruno Bossio e i suoi megafoni chiedano scusa ai lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità, nonché agli amministratori locali, cui hanno mentito vendendo la favoletta della risoluzione del precariato per l’intera categoria e della proroga universale dei contratti.

Lo affermo a seguito della circolare con cui la Funzione pubblica ha chiarito la vicenda della proroga dei contratti per gli Lsu-Lpu, che aveva messo in allarme sindaci e segretari comunali della Calabria. Al netto della spregiudicata caccia al voto da parte della Bruno Bossio, la Funzione pubblica ha spiegato che sono prorogabili soltanto i rapporti di lavoro con i soggetti, anche quelli che abbiano superato i 36 mesi di lavoro, interessati alle procedure di stabilizzazione.

La Funzione pubblica ha specificato che gli enti territoriali con vuoti in organico per determinate qualifiche procedono all’assunzione a tempo indeterminato dei soggetti collocati in un apposito elenco regionale, ancora da stilare. Tali assunzioni da parte degli enti territoriali sono però subordinate alla compatibilità con il loro fabbisogno e soggette ai pesanti vincoli finanziari di legge. In merito alle risorse stanziate, la Funzione pubblica ha confermato che i 50 milioni dello Stato servono soltanto alla compartecipazione agli oneri derivanti dai contratti a tempo determinato dei lavoratori, per perseguire l’obiettivo, non ancora raggiunto nei tre anni precedenti, dell’avvio di percorsi assunzionali a tempo indeterminato.

Infine la Funzione pubblica ha esplicitato il ritorno al bacino regionale degli Lsu-Lpu per quei lavoratori che gli enti territoriali non possano assumere. Morale della favola, tanti resteranno fuori dalle stabilizzazioni e saranno appesi alle scelte ignote della Regione a causa di questo pasticcio di Bruno Bossio e sodali, che, carte alla mano, si è rivelato un inganno elettorale, proprio come avevamo denunciato. Ora la Regione ha il dovere di dare risposte rapide agli esclusi dalle stabilizzazioni, per i cui diritti ci batteremo con determinazione.