Calabria parassita. Alba Battista (moglie di Giampaolo Calabrese) assunta nella struttura dell’assessore Savaglio

Quella che stiamo per raccontarvi è la conferma, se mai ce ne fosse ancora bisogno, che in Calabria, e in particolar modo a Cosenza, tutto ciò che riguarda il pubblico è gestito da una classe dirigente corrotta, parassita e ladrona, in maniera privatistica. Si sa: certa politica non è mai al servizio del cittadino, “sta lì”, nei luoghi che contano, solo per curare i propri interessi. E le enormi ricchezze accumulate e “sfoggiate” in società a mo’ di bottino da certi politici, l’opulenza sbattuta in faccia alla povera gente da molti dirigenti pubblici corrotti, lo sfarzo lascivo a cui si abbandonano tanti servitori dello stato infedeli, il lusso sfrenato ostentato come simbolo di potere da parte di imprenditori e professionisti massomafiosi senza scrupoli, sono la prova provata del sistematico saccheggio, ad opera di una vera e propria organizzazione criminale con tanto di “cupola”, delle casse pubbliche a danno del cittadino. Una casta di alto lignaggio capace, perché presente nei tanti posti apicali della pubblica amministrazione, di creare una sorta di “stato” parallelo che si muove solo per le loro esigenze. Un apparato politico/burocratico/giudiziario parallelo che agisce di nascosto per garantire ai fratelli associati alla “massomafia spa”, colpi sicuri e impunità.

Un esempio concreto: se fai parte del “giro” a Cosenza puoi fare ed avere tutto quello che vuoi. Ed è il caso della famiglia Calabrese. Giampaolo Calabrese è il nipote del più conosciuto procuratore capo di Cosenza Mario Spagnuolo. Giampaolo è un ragazzo fortunato, ogni suo desiderio è un ordine per i fratelli massomafiosi della cupola. Può chiedere ciò che gli pare, e decidere che lavoro fare: astronauta, calciatore, ingegnere, scienziato, chirurgo, alchimista, dirigente pubblico. Per lui non esiste la crisi, la disoccupazione, la pandemia, un posto di lavoro pagato profumatamente con i soldi dei calabresi c’è sempre. Ed infatti dopo aver lucrato per anni sui beni comuni con la scusa della cultura, ha deciso di diventare dirigente pubblico (le sue scarse qualità non gli permettono di fare altro) prima con Occhiuto e adesso con la Santelli: chiamata diretta e stipendio al 100% (oltre cinquemila euro lordi al mese).

Ovviamente la benevolenze della casta non si limita al solo Giampaolo, ce n’è pure per sua moglie: la professoressa Alba Battista, in servizio presso l’Istituto Comprensivo “Zumbini” di Cosenza. La professoressa da quando presta servizio in “classe” c’è entrata veramente poco. Per lei c’è sempre una via di fuga dalle fatiche dell’insegnamento. Una volta perché le è stato assegnato il progetto tal dei tali, un’altra volta perché al provveditorato non possono fare a meno delle sue competenze, e così via. All’inizio di ogni anno scolastico c’è sempre pronto per lei qualche incarico esterno. Di entrare in classe a fare il proprio lavoro la professoressa non ne ha proprio voglia. Per lei l’insegnamento non è una missione, ma piuttosto una rottura di scatole. Quello che le interessa è solo ricevere lo stipendio ogni 27, possibilmente senza fare troppa fatica. E lo dimostra l’ennesima scappatoia che gli amici degli amici hanno studiato per lei per questo nuovo anno scolastico, il che dimostra, senza ombra di dubbio, la totale mancanza di etica e morale della professoressa Battista.

Andiamo ai fatti: la professoressa in ferie da gennaio (causa covid) chiede ed ottiene, a partire dal 15 settembre, un anno di aspettativa dal lavoro senza retribuzione. E fin qui niente di male se non fosse che allo stesso tempo, e a partire proprio dal 15 settembre, la professoressa viene magicamente “assunta” per un anno con stipendio al 100% (cinquemila euro lordi al mese) nella struttura speciale dell’Assessore all’Istruzione, Università, Ricerca Scientifica e Innovazione, Sandra Savaglio. L’astrofisica che doveva dare l’esempio, agli studenti, di come si combatte il clientelismo a favore del merito. Quello della Battista, diciamolo, è un gesto vigliacco messo in atto in un momento delicato per la scuola. La riapertura dopo la pandemia, come tutti sappiamo, comporta sacrifici e un maggiore impegno da parte dei docenti e alla professoressa Battista, che già in classe non ci andava in tempi “normali”, di correre rischi di contagio e sacrificarsi per la scuola e gli alunni non le passa neanche per l’anticamera del cervello. E così non potendo trovare altre scuse di progetti e incarichi esterni ha pensato di mettersi in aspettativa, e per non perdere lo stipendio (in questo caso guadagna molto di più dello stipendio da insegnante) ha chiesto alla cupola di essere assunta dall’assessore Savaglio. E così è stato. Eticamente un abominio. Nessuno in possesso di una coscienza sociale abbandonerebbe i propri alunni in un momento di così grande difficoltà. Ma la coscienza si sa: non si compra al supermercato. O ce l’hai, o non ce l’hai. E la professoressa Battista non ce l’ha: lei è una privilegiata a cui interessa solo il suo benessere, degli altri se ne importa poco. E se questo non basta per dire ciò, ditemi voi che serve di più per dire che questa famiglia è tra le più impastettate della Calabria.

Quello che stupisce, ma fino ad un certo punto, in tutta questa squallida vicenda, è l’accondiscendenza dell’assessore Savaglio a questa turpe pratica del privilegio. Lei che era il simbolo del merito e dello studio ridotta alla stregua di un politicante qualunque messo lì dai massomafiosi solo per fare quello che gli viene ordinato. Una mossa che la squalifica e l’omologa all’andazzo masso/clientelare che caratterizza la giunta Santelli. Siamo veramente curiosi di sentire cosa ha da dire l’assessore Savaglio su questa assunzione.

Alla professoressa Battista, invece, consigliamo di leggere tale don Lorenzo Milani che sul ruolo del maestro disse: “Io non vendo le mie singole prestazioni ma vendo la mia vita intera a una comunità intera, e quello che faccio lo faccio per tutti eguali e non faccio piaceri speciali a nessuno, perché tutti sono ugualmente miei figlioli”.  Chissà se riuscirà a capire il significato profondo di questo pensiero.