Caro Orsomarso, la Calabria non è solo Tropea o Diamante

“Stiamo vivendo nei diversi settori una stagione che data per persa in partenza sta portando risultati economici confortanti…”. 

A quali “numeri” si riferisce mister Orsomarso non è dato sapere. Forse avrà incaricato qualcuno di raccogliere i dati in tutte le 3600 strutture ricettive, per avere un totale, all’oggi, sulle presenze turistiche in Calabria.

A sentire chi nel settore dell’accoglienza e della ristorazione lavora, di risultati economici confortanti, non parla nessuno. Forse mister Orsomarso si riferisce alle classiche mete turistiche calabresi tipo Tropea, Scilla, Capo Vaticano, Diamante, Arcomagno. Posti di una bellezza che non ha rivali nel Mediterraneo, e che indipendentemente dal colore politico del Governo nazionale e regionale, ogni anno vengono letteralmente presi d’assalto da turisti stranieri e locali. Come a dire: questi stupendi luoghi si vendono da soli. Il sold out, ogni stagione, è garantito. Crisi o non crisi, covid o non covid, Muccino o non Muccino, incentivo o non incentivo.

Ma la Calabria, e questo mister Orsomarso dovrebbe saperlo, non è solo Tropea o Diamante, ci sono oltre 800 chilometri di costa. Senza contare la Sila, il Pollino, l’Aspromonte e le centinaia di borghi e paesi degni di essere classificati come località turistiche. Diceva Totò: è la somma che fa il totale. Se ci fermiamo a raccogliere solo i “numeri” negli alberghi, campeggi e B&B di Tropea, il dato che ne viene fuori è “tutto esaurito”. Il che non significa che in Calabria la stagione turistica è andata bene.

Le altre 3000 strutture ricettive come se la sono cavata? In Sila, nel Pollino e sull’Aspromonte com’è andata? Nei tanti paesi affacciati sul Tirreno e sullo Ionio com’è andata? I Musei, i parchi archeologici, le Pinacoteche, le gallerie d’Arte, i borghi, e l’intero patrimonio storico/architettonico che numeri di visitatori, all’oggi, registra? Gli agriturismi, i ristoranti, B&B, situati “all’interno” che numeri registrano?

Un politico serio dovrebbe parlare con carte alla mano e soprattutto alla fine della “Fiera”, e non lanciare proclami dall’alto di un palco ad una folla di persone non curanti della distanza sociale solo per fare un po’ di scena. Più che una “comunicazione di servizio”, la sparata di Orsomarso è sembrata a tanti il classico modo in uso ai vecchi marpioni politici di apparire e confondere le acque, una tattica sperimentata di distrazione di massa che serve a nascondere i reali dati di una stagione estiva disastrosa, perché la verità all’oggi è che di “confortante”, nel resto della “Calabria turistica”, c’è veramente poco.

Ma a mister Orsomarso tutto questo poco interessa, sono altre le sue priorità come quella di lanciare un messaggio ai giovani: “ragazzi, limitate gli assembramenti, per limitare i rischi di contagio”. E lo fa rivolgendosi “ad un pubblico” che più assembrato non si può, sfruttando l’occasione per veicolare fake news sull’andamento del turismo in Calabria: aveva bisogno di una “location” popolosa, per dare l’idea di una Calabria affollata di vacanzieri che si divertono. Questo era il suo reale scopo, altro che covid! Ma è stato sgamato, e allora l’ha buttata sui “giovani”.

Certo è che prima o poi mister Orsomarso, dovrà mettere mano alla questione, e trovare un modo per risolvere il problema degli arrivi in Calabria di turisti. E tal proposito si vocifera di un suo asso nella manica (si sa che è un esperto) per risolvere il problema: gira voce che per l’anno prossimo trasformerà gran parte della Calabria turistica, in una sorta di Las Vegas de noantri, con casinò, sale da gioco, bische, macchinette, luci e lucine, così da attirare i tanti giocatori sparsi nel mondo in cerca di fortuna a venire in Calabria. E per meglio operare Orsomarso è andato un po’ in giro a vedere come funzionano il Casino de la Vallée di Saint-Vincent, il Casinò di Sanremo e il Casinò di Venezia. Giusto per farsi un’idea. Ed ora che le idee sono chiare passerà all’azione.

Che dire: finalmente una buona idea, almeno così se non vengono turisti gli imprenditori, così come i lavoratori che hanno perso il lavoro, potranno sempre tentare la fortuna. Ma tu cinnì vu beni ara Calabria?