Catanzaro-Cosenza, le origini del derby. Il mito di “Permesso” e Biasi paratutto

Permesso visto da NUNZIO WEBMASTRU SCALERCIO

Domenica prossima 26 novembre allo stadio “Nicola Ceravolo” (calcio d’inizio alle ore 16,15) andrà in scena il 49° incontro in partite di campionato (13° in Serie B) tra Catanzaro e Cosenza. Il bilancio generale recita 18 vittorie del Catanzaro, 10 vittorie del Cosenza e 20 pareggi. La storia ufficiale del derby Catanzaro-Cosenza inizia dal campionato di Prima Divisione (l’odierna Serie C) 1930-31, tuttavia non mancano i dati storici relativi a partite disputate anche molti anni prima.

I precedenti ufficiali a Catanzaro sorridono alle aquile giallorosse, con 15 vittorie, 7 pareggi e due vittorie per i Lupi. 6 le partite disputate in Serie B, 17 tra Serie C1 e C2, una in quarta serie.

LE ORIGINI

La storia parla chiaro. Il primo atto ufficiale del calcio a Cosenza è un derby contro la Vittorio Emanuele II Catanzaro. Il 23 febbraio 1914 la Fortitudo Cosenza (maglia verde e blu per alcuni e a strisce verticali bianconera per altri) gioca la sua prima partita sullo spazio in pendenza della vecchia Piazza d’Armi. E’ finita in parità: 1-1. Il gusto della sfida nasce dalla notte dei tempi. Di seguito, lo storico tabellino.

FORTITUDO COSENZA-CATANZARO 1-1

FORTITUDO COSENZA: Cesario, Candelise, Muto, Laudonio, Raimondi, De Raho I, Campana, Pugliese, Storti (capitano), Naccarato, De Raho II. Allenatore: prof. Italo D’Alessandro

CATANZARO: Ventura, Arcieri, Meranda, Zappia, Cilento, Sabbia, Piacenza, Proto, Parisi, Paoletti, Le Pera.

ARBITRO: Alberto Bedarita

MARCATORI: 21′ De Raho II (CS), 78′ Parisi (CZ)

Il gol del Cosenza è di Gabriele De Raho, il fratello minore dei De Raho, che all’epoca si era appena laureato campione regionale di ciclismo.

Gli annali narrano anche che nel 1920 la Fortitudo si laureerà campione regionale dopo aver battuto per 3-0 la “Ercole Scalfaro” di Catanzaro. E che il 4 maggio 1924 la Fortitudo batte sul proprio campo la S.S. Braccini di Catanzaro, col punteggio di 3-1. Le reti sono segnate da Vietri, Guadagnoli e Sconza.

Attilio Politano

Nel 1926 il neonato Cosenza Football Club, che aveva scelto i colori rossoblù affascinato dal grifone genoano, batte la “Braccini” di Catanzaro con un gol di Attilio Politano, centravanti di potenza. L’anno successivo il divario diventa molto più ampio. Finirà 4-0 per i rossoblù sotto una pioggia battente. Ancora Attilio Politano nel tabellino dei marcatori insieme a Recanatini, Chenet e Fresia.

Fresia è un’ala destra di Savona, che giocherà poco a Cosenza ma lascerà il segno. Nel 1928, quando il Cosenza si chiama “Dopolavoro”, è lo splendido protagonista di un perentorio 5-0 rifilato al Catanzaro. Tre i gol di Fresia mentre il cosentino purosangue “Permesso” Pellicori propizia le ultime due segnature siglate dai fratelli Gagliardi.

Pellicori si chiama per tutti “Permesso” perché è brevilineo e veloce e fa del dribbling ubriacante la sua arma migliore.

Il primo stadio di Cosenza
FOTO STENIO VUONO – Il senso del tempo, il valore di un posto: Cosenza

Giuseppe Pellicori, nato nel quartiere della Massa, proviene dalle file della Juventus Cosenza, che gioca partite a livello provinciale.

E’ brevilineo e veloce e fa del dribbling ubriacante la sua arma migliore. Il ragazzo ne è perfettamente consapevole, al punto che, quando parte in progressione per superare le difese avversarie, non manca mai di chiedere… “permesso”.

Soprattutto quando fa passare il pallone tra le gambe dei difensori (il celeberrimo “tunnel”). Quasi inevitabile che Pellicori sia passato alla storia calcistica proprio con l’appellativo di Permesso.

“Calabria sportiva” del sette aprile 1927 riporta un gustoso aneddoto legato proprio al nomignolo di Pellicori: “… Domenica scorsa, durante lo svolgimento del match amichevole tra la Fortitudo e la Juventus, un ragazzino alto quanto Ciccio Fanuele (un popolare tifoso non certo molto alto, ndr) giuocava con facilità tutti gli avversari. Ad un certo punto volli domandare a un mio amico il suo nome e quello mi rassicurò che il minuscolo giocatore si chiamava Permesso. Possibile?“.

Sempre “Calabria sportiva” scriveva qualche mese dopo che: “… Pellicori, il popolare Permesso, ha superato la prova del fuoco…”. E che “… portò un nuovo fuoco in tutta la squadra con il suo gioco brioso, sebbene a volte sciupa belle combinazioni giuocando per i popolari“.

Per molto tempo il mito di Permesso è stato perpetuato dalla celeberrima edicola di corso Mazzini, a due passi dalla Fontana di Giugno, aperta sessant’anni fa dall’ex calciatore rossoblù e gestita dal figlio Silvio. L’edicola adesso si è trasferita a piazza Loreto.

Nel 1930 si giocano finalmente i primi campionati ufficiali. Cosenza e Catanzaro sono in Prima Divisione, ossia in Serie C. Il Cosenza ha cambiato denominazione in “Cosenza Sport Club”, il Catanzaro, che giocava con la Braccini e la Scalfaro i derby non ufficiali con il Cosenza, diventa Unione Sportiva nel 1929 ed è proprio a quell’anno che viene fatta risalire l’origine del calcio catanzarese.

Il primo incontro risale al campionato 1930-31, il 5 ottobre a Catanzaro: in vantaggio con una rete del capitano Cava su calcio di punizione al 15’, concesso per una carica ai danni di Pellicori, il Cosenza subisce la rimonta delle “aquile”. Costa acciuffa il pareggio al 30’ per un errore di valutazione del portiere cosentino e, al 67’, lo stesso Costa mette a segno la rete vincente, con qualche dubbio sulla regolarità della marcatura perché il pallone non ha oltrepassato del tutto la linea bianca.

Il primo derby ufficiale a Cosenza finisce in parità (2-2) ed è la prima volta che si scrive e si parla di tafferugli tra le tifoserie. La gara, prevista per l’11 gennaio 1931, viene rinviata per impraticabilità di campo. Il recupero, inizialmente predisposto per il 25 gennaio, subisce un ulteriore rinvio, ancora per le condizioni avverse del tempo. Nella circostanza si registra uno spiacevole episodio: nei pressi del Grand Hotel si accendono tafferugli tra alcuni scalmanati accompagnatori del Catanzaro e un gruppo di facinorosi cosentini. Recuperata il 22 febbraio, la gara finisce 2-2.

Nei due campionati successivi, il Catanzaro ottiene altrettante vittorie per 2-1 e 4-0. Nel 1933 conquista la promozione in Serie B ma ritorna in Serie C dopo due anni.

Nella stagione 1935-36, i Lupi tornano a Cosenza con una pesante sconfitta: 8-0. In un vibrante derby i giallorossi passeggiano contro i silani, davanti ad un pubblico numeroso; presenti circa trecento appassionati tifosi cosentini, giunti nella città dei Tre colli con un treno popolare formato grazie all’iniziativa promossa dal sodalizio rossoblu nei confronti della Direzione delle Ferrovie Calabro Lucane. Il biglietto per la corsa di andata e ritorno è pari a £. 16, comprensivo del diritto d’ingresso alle tribune. Dopo l’umiliante sconfitta, i tifosi inferociti chiedono provvedimenti immediati. L’allenatore Afro De Pietri rinuncia all’incarico e viene ingaggiato l’ungherese Aleksandar Peics.

Alla fine di quel campionato, il Catanzaro ritorna in Serie B e le due squadre si incontreranno di nuovo solo dopo dieci anni, nel 1945-46, quando i silani riescono ad uscire imbattuti per la prima volta da Catanzaro ottenendo il primo punto grazie allo 0-0 finale. Al termine della stagione il Cosenza conquisterà la sua prima storica promozione in Serie B e il Catanzaro verrà “ripescato”. 

Nel 1946-47, dunque, si giocano i primi derby in Serie B.

A Catanzaro, nella quarta giornata di andata, il risultato finale sarà 0-0, Sale in cattedra il portiere cosentino Franco Biasi, già tra i protagonisti della promozione in Serie B.

Di Franco Biasi si ricorda soprattutto quella gara, proprio nel primo campionato di Serie B nella storia del Cosenza, che lo consacra nel calcio professionistico. Quel derby termina, citando uno dei titoli dei giornali del tempo, con il seguente risultato: “Catanzaro-Biasi 0-0”. Chiamato dal mitico campione del mondo del 1938 italo-argentino Attilio Demaria (che chiuse a Cosenza la sua carriera con il ruolo di allenatore-giocatore) al posto del titolare Caruso, Biasi si esalta al cospetto degli attaccanti catanzaresi e ne vanifica ogni tentativo, inchiodando il risultato sullo 0-0 finale. Giuseppe Carci sul Corriere dello Sport titolerà l’articolo sulla partita con un più che eloquente “Catanzaro-Biasi 0-0” e conterà ben otto interventi determinanti dell’estremo difensore rossoblù. Sarà una delle poche soddisfazioni di un girone d’andata disastroso (solo nove punti) per il Cosenza. Demaria però ha in serbo per se, per la squadra e per i tifosi un girone di ritorno ad altissimi livelli. Conquistando 20 punti, infatti, il Cosenza non solo abbandonerà la posizione di fanalino di coda, ma riuscirà a salvarsi. Un’impresa che solo qualche mese prima sembrava impossibile.

Franco Biasi si è spento nel 2015. Un anno prima era stato ospite d’onore allo Stadio San Vito in due circostanze, in occasione della gara Cosenza – Vigor Lamezia e il 23 febbraio 2014 per l’indimenticabile gara del Centenario con l’Aversa. 

Degli ultimi “incroci” tra Biasi e il Cosenza ricorderemo sempre la sua commozione a bordo campo, prima della gara con la Vigor Lamezia (vinta per 3-0), quando ha ricevuto dall’allora estremo difensore Pierluigi Frattali una maglia numero 1 in segno di riconoscenza e apprezzamento per il suo passato e in memoria dei suoi compagni di squadra scomparsi negli anni, artefici insieme a lui del primo grande successo del calcio cosentino.

1 – (continua)