Catanzaro, dove la raccomandazione è l’antesignana del green pass: “Lei non sa chi sono io!”

Quante squallide figure che attraversano il paese, com’è misera la vita negli abusi di potere…
Se l’Italia è una repubblica fondata sull’abuso, allora Catanzaro è sicuramente una città che ha come stella polare la raccomandazione.
Uno stile di vita usato finanche per saltare la fila in ospedale, ricorrendo al favore dell’amico in divisa. Già, una divisa sapientemente foraggiata dal danaro pubblico.
Tengono le mani in pasta ovunque, dai buoni spesa ai vaccini.
A queste latitudini, perfino in piena pandemia, il “Lei non sa chi sono io” assurge a formula magica capace di aprire tutte le porte.

In pratica a Catanzaro la raccomandazione è l’antesignana del “green pass”.
Si racconta, infatti, di una sorta di squallido lasciapassare per gli amici per accedere in via preferenziale al padiglione vaccinale.
Squallido perché a sorpassare la fila per vaccinare i loro bambini, erano genitori altolocati che insegnavano ai loro figli cosa vuol dire vivere nella repubblica delle banane.
La vergogna sia con voi.
Ma, soprattutto, la vergogna sia con noi per aver votato questi volgari quaquaraquà vestiti a festa.

Lettera firmata