Catanzaro, operazione Corvo. Parente e le intercettazioni “pericolose” con compare Morrone e i giornalisti della paranza

C’è una data che segna il futuro del sistema Catanzaro, il 13 settembre 2018, che non si scollega da quella già considerata e rappresenta in termini assoluti il tentativo del salto di qualità del sistema Catanzaro, con il tentativo del furto di un patrimonio pubblico a favore degli amici dell’associazione “a delinquere” Vivere Insieme, i famosi Poggi e Parente, odiati sine die dagli ultras dell’US Catanzaro.

Nasce dal settembre 2018 l’operazione Corvo che ha visto notificare proprio a Claudio Parente il 17 dicembre 2020 (stesso giorno della revoca degli arresti domiciliari a Tallini dal corrotto Tribunale del Riesame di Catanzaro) come ex consigliere e capogruppo di Forza Italia nel Consiglio regionale della Calabria, l’ipotesi di reato di abuso d’ufficio, corruzione e peculato, insieme ai suoi scagnozzi, i consiglieri comunali Giuseppe Pisano e Francesco Gironda, già peraltro conosciuti per le vicende di Gettonopoli. E che è sfociata prima nella chiusura indagini dopo una proroga di qualche mese e poi nella richiesta di un processo nei confronti dei tre e proprio ieri nel rinvio a giudizio per Parente, Pisano e Gironda. 

Claudio Parente, il boss delle cliniche fasulle, è la narrazione di un pezzo di potentato politico che governa la città di Catanzaro. E’ il punto di raccordo fra il business della sanità regionale e le coperture della politica, dove tutto si può e dove il guadagno, facile sulla pelle degli anziani, diventa sostegno e passione, ma anche carburante per il mondo di mezzo.

Ecco che ritorna quasi a valore di manuale, senza nessuna offesa per il più rinomato manuale delle giovani Marmotte, quello messo in essere da Claudio Parente, il Giano bifronte che in una intercettazione telefonica del 08.02.2020 con il giornalista Antonio Cantisani, spiegava come aveva potuto vincere tutti i gradi di giudizio promossi contro di lui nel 2010, all’epoca della sua elezione al Consiglio regionale nella lista Scopelliti presidente, dal prof. Vescio. Insomma una specie di manuale di come si possano rimuovere le cause di incompatibilità ed ineleggibilità, due giorni prima della presentazione ufficiale delle liste…

Una specie di metodo bifronte che sempre Parente offre, come buona azione, rimettendolo nella disponibilità anche di Ennio Morrone nell’intercettazione telefonica del 13.02.2020, Parente: «No, ma io ho passato. No, io ti do le sentenze perché a me quando mi candidai io con Scopelliti, io siccome decisi di candidarmi di due giorni prima, perché mi supplicò Scopelliti. Io non mi volevo candidare. Quindi io due giorni prima mi sono dimesso, il verbale di dimissione l’ho portato alla Camera di commercio, mi son fatto fare il certificato per la data certa della Camera di commercio e a me Vescio mi fece tre ricorsi. Primo, secondo e terzo grado. Ha perso a tutti i tri. E là c’è scritto che che io le dimissioni le avevo fatte in tempo prima come attestato dalla camera di commercio, hai capito perché ti ho chiamato? Eh…». Quella che si chiama solidarietà fra appartenenti alla stessa parrocchia, quelle delle cliniche truffa pagate con i soldi dei contribuenti calabresi.

E’ un gran chiacchierone al telefono Claudio Parente, non sa di essere intercettato perché, questa volta non è stato informato preventivamente dagli spifferi all’interno delle forze dell’ordine ed anche perché, almeno questa volta, la Guardia di Finanza è stata molto attenta nella segretezza delle attività di investigazione.

D’altronde siamo nell’anno 2020 e l’elezione di Jole Santelli alla guida della Regione Calabria che lo definiva il coordinatore “preferito”, oltre al ritrovato feeling con Mimmo Tallini, gli apriva le porte – come il dio bifronte quello delle porte e dei passaggi – ad un possibile incarico nella nuova giunta, i fatti di Villa Torano sono ancora da venire, lo inducevano a pavoneggiarsi per sentirsi dire che era bravo e pure bello, come aveva fatto, nell’intercettazione captata dalla Guardia di Finanza del 05.02.2020 con la giornalista Luana Costa, che anticipatamente gli rivolgeva gli auguri per la prossima nomina ad assessore regionale.

In questo colloquio, definito interessante dagli inquirenti, proprio Parente, quello che si era dimesso nel lontano 2010 dagli incarichi direttivi dell’Associazione Vivere Insieme, si dimostrava informato sulla vicenda che atteneva alla pratica del Consiglio comunale del 13 settembre 2018 ed a tutta la procedura di riqualificazione urbana nel comprensorio Corvo Aranceto. Osservano gli inquirenti della Guardia di Finanza: «che la giornalista, per acquisire informazioni sulla vicenda del Quartiere Corvo contatti direttamente Parente; che Parente parli dell’Associazione in prima persona; che Parente è informato ed aggiornato sullo stato della pratica ed anche sui possibili ulteriori futuri sviluppi». Una conoscenza perfetta dei fatti, anche perché orientati dalle sue azioni, che dalla captazione di altre conversazioni, fa evincere la centralità del Parente nella gestione delle strutture sanitarie formalmente facenti capo al Poggi.

L’attività politica di Claudio Parente è centrale, come dice la procura di Catanzaro, nel mantenimento e nel perseguimento degli obiettivi dell’Associazione Vivere Insieme sulla pratica che passa dal Consiglio comunale di Catanzaro del 13 settembre 2018.

Da questa attività si consuma la corruzione messa in atto dall’allora consigliere regionale Parente con la complicità degli scagnozzi Giuseppe Pisano e Francesco Gironda, che ha un prezzo, quello dell’incarico fiduciario di fatto inesistente, ai rispettivi congiunti. La stessa procura di Catanzaro ha accertato in sede di indagine, non solo l’inesistenza delle capacità professionali indicate, quanto l’assoluta inesistenza di alcuna attività di collaborazione, dicasi fiduciaria, nell’esercizio dell’attività politica dell’ex capogruppo di Forza Italia nel Consiglio regionale della Calabria, Claudio Parente, che ha usato risorse pubbliche tese a remunerare un interesse privato connaturatamente illecito poiché il prezzo di un altro reato: la corruzione.

C’è dunque l’uso del potere come fatto funzionale per servire un interesse privato, le necessità dell’Associazione Vivere Insieme, tanto che la stessa procura di Catanzaro scrive: «…In altre parole, il conferimento dell’incarico non è stato funzionale a soddisfare esigenze istituzionali del Consigliere Parente, ovvero sottese alla sua carica, bensì tendente a compiacere esigenze private dell’imprenditore Parente», da cui si configura il delitto di peculato.

L’operazione Corvo chiarisce che Parente è compartecipe nei fatti nelle scelte di gestione dell’Associazione Vivere Insieme, infatti gli inquirenti lo definiscono “imprenditore Parente”, tanto che l’aver superato le clausole di ineleggibilità ed incompatibilità nel 2010 è soltanto un inciso documentale. Questo è un suggerimento che noi offriamo agli inquirenti, verificare se nei fatti sussista anche un danno nei confronti della stessa Regione Calabria, quella che dicesi truffa ai danni dello Stato, per la accertata azione di gestione e di indirizzo nell’attività imprenditoriale proprio di Parente, per il suo coinvolgimento diretto all’attività di gestione di cliniche private accreditate al servizio sanitario regionale. Forse una ulteriore attività di indagine, potrebbe ancora di più mettere in evidenza che il sistema Catanzaro, con tutte le complicità da disvelare, ha fatto da cuscinetto e da protezione all’azione di Parente e di quanti, soci e tirapiedi, hanno tentato di approfittare grazie alle complicità del palazzo, per sottrarre un bene pubblico alla collettività, come peraltro avevano denunciato Nicola Fiorita e Sergio Costanzo.

Tuttavia nel tentativo di fare una sintesi utile, sperando che lo voglia fare anche la procura di Catanzaro, ritorniamo a cercare di capire dove e come si incrociano con le responsabilità già emerse, le coperture e le benevolenze che la politica cittadina, quella del sistema Catanzaro, ha messo a disposizione degli interessi di Parente e Poggi, favorendo la pratica Vivere Insieme.

Ci viene in soccorso per offrire uno spunto di riflessione anche alla procura di Catanzaro, lo scanzonato presidente del Consiglio comunale, Marco Polimeni, che ha convocato la riunione monotematica per favorire i suoi amici Poggi, quando non c’era la necessità procedurale come ha affermato il segretario comunale Vincenzina Sica, ma soprattutto perché nella sua grande incapacità ci consente una lettura di quelle che sono le responsabilità di indirizzo politico sulla pratica in questione, sulla quale le attività di indagine non sono assolutamente concluse.

E’ suo un posto sul social Facebook del 13 settembre 2018, che noi prendiamo a prestito e pubblichiamo. Cosa ne viene fuori? Che l’input a soddisfare gli amici Parente e Poggi viene certamente da Tallini tramite il vicesindaco Cardamone, ma anche dallo stesso sindaco Sergio Abramo, assente per strategia, quello che vuole trasformare Catanzaro in “città della salute”, aggiungiamo noi, per la salute della tasca degli amici.

Marco Polimeni

16 settembre alle ore 13:55 ·

In merito al clamore mediatico creatosi a seguito dell’approvazione in #ConsiglioComunale della pratica afferente il finanziamento #AreeDegradate, mi sembra doveroso offrire alcuni #chiarimenti.

Parto da un quesito: si ravvedeva davvero un “provvedimento d’ #urgenza” tale da convocare l’aula solo 24 ore prima? Ho ritenuto di sì! E quando la mia azione istituzionale si rivelerà fondamentale per salvare 30 mln di euro destinati alle periferie, 200 posti di lavoro e 10 anni di prestazioni sanitarie gratuite per i meno abbienti, il mio agire sarà – pur nel rispetto delle regole – sempre a favore della cittadinanza e mai dalla parte di qualsivoglia burocrazia.

Cercherò di chiarire sinteticamente e semplicemente i passaggi:

  1. il Governo Renzi emette un bando per la riqualificazione delle aree degradate in cui prospetta, per l’aggiudicazione delle somme, una partecipazione pubblico/privato;
  2. L’associazione Vivere Insieme è il privato che risponde all’appello del Governo e con l’Amministrazione comunale presenta un progetto che prevede strutture sanitarie, strutture sportive, opere di urbanizzazione, strade, scuole e verde pubblico;
  3. Il Governo decide di finanziare il progetto per circa 30 mln di euro, il che potrebbe procurare benefici enormi per i quartieri #Corvo, #Pistoia, #Aranceto e #Fortuna. Comune e Vivere Insieme iniziano un lungo e complicato, ma puntuale, iter amministrativo;
  4. Il 7 agosto arriva una Pec dal Governo, che chiede di presentare i progetti esecutivi entro e non oltre il 15 settembre;
  5. Il privato coinvolto, per rafforzare l’iter del finanziamento, scrive al comune (3 settembre) chiedendo di poter acquistare i terreni su cui nasceranno le strutture;
  6. Gli uffici preposti, dopo aver vagliato tutte le procedure e averle ritenute legalmente corrette, trasmettono all’ufficio di presidenza del Consiglio comunale la pratica completa il 13 settembre;
  7. Il sottoscritto, avendo giudicato corretta l’induzione del Sindaco e del Vice Sindaco, convoca il Consiglio, organo sovrano, per il pomeriggio dopo, come previsto nei casi d’urgenza. La maggioranza approva, dando mandato agli uffici di istruire la pratica finalizzata alla vendita dei terreni nel rispetto della normativa vigente in materia;

Riteniamo che #amministrare sia una #responsabilità demandata dal popolo. Scegliamo ogni giorno di farlo mettendoci la faccia oltre che la giusta dose di#coraggio.

Tornando indietro rifarei esattamente la stessa cosa.