Catanzaro, ecco come il Sant’Anna è finito nella ragnatela della massomafia: il ruolo di Pasqua, faccendiere del clan Mancuso

Stiamo raccontando ormai da mesi una storia calabrese, anzi tutta catanzarese, che doveva essere quella di un successo, della continuazione di un’esperienza in termini di eccellenza della sanità prodotta in Calabria. Stiamo raccontando una storia da diverse angolazioni, anche quelle oscure, stiamo parlando del Sant’Anna Hospital di Catanzaro.

Siamo partiti dalla vicenda “Cuore Matto” e siamo arrivati, senza alcuna previsione, a scoprire che è la ‘ndrangheta guidata dal clan Mancuso di Limbadi, che deve fare l’affare, che deve prendersi la clinica catanzarese e che il passaggio, peraltro che molti danno in stato avanzato, viene diretto e controllato dal dottore Cesare Pasqua, attuale direttore sanitario del Sant’Anna Hospital, da sempre uomo della famiglia di Limbadi in servizio attivo presso la sanità calabrese. E oggi finalmente incappato nell’ultima inchiesta della Dda di Catanzaro nel Vibonese. 

Abbiamo scoperto che la “crisi” della clinica catanzarese è in parte pilotata ed in parte causata, perché è ormai fatto acclarato che la struttura sanitaria deve restare in carenza di ossigeno e di idee, per consumare lentamente il suo calvario e, festeggiare ad una nuova rinascita, sotto le insegne della ‘ndrangheta, incoronando i fedelissimi della locale di Limbadi che occupano la clinica quasi militarmente, che restano i traditori a piede libero della legalità e della morale più elementare.

In questa ricostruzione dei fatti sul Sant’Anna Hospital che, senza volerlo, ci ha spalancato l’universo sconosciuto del malaffare massomafioso, ci sono protagonisti e misere comparse. Leader assoluta dell’omicidio, figurato e reale, che si sta consumando è Sally la cattolica, Rosanna Frontera, che ha inventato, pilotato ed è rimasta travolta da “Cuore Matto”. Sua è la tela, che armi e bagagli – anzi zainetti in spalla – ha messo fuori quota una parte dei soci di famiglia poco avvezzi alla criminalità, ricompattando l’altra parte e circuendo la volontà degli anziani genitori, ai quali ha estorto firme e quote societarie, quelle stranamente ricomparse nelle “società” di comodo frettolosamente costituite con sede fuori dalla Calabria, delle quali abbiamo parlato (http://www.iacchite.blog/catanzaro-santanna-hospital-il-ritorno-di-rosanna-e-la-finanza-creativa-dietro-le-teste-di-legno-sullasse-roma-padova/).

Fra una preghiera quotidiana e la “rivisitazione” del quarto comandamento – che sostituisce il verbo “onora” con quello “fotti”Sally la cattolica ha messo sul piatto il suo “tris d’assi”: Mariani, Coi e Galasso. Sono i faccendieri del CdA, misere figure dal valore di una mezza calzetta, che rispondono agli ordini di Sally la cattolica e dei suoi veri complici, solo per garantirsi l’appannaggio pagato sulle spalle dei dipendenti senza stipendio e che, cosa ancora più grave, pensano di essere dei grandi manager, senza considerare che le loro competenze non superano la media al ribasso “dei bibitari e delle sciampiste”. I risultati ottenuti dopo sei mesi sono la loro croce e l’attestazione di nullità, quella che comunque non li assolve, anzi li rende collusi per ignoranza e supponenza.

Non ci sorprende più niente, come avere scoperto alcune verità storiche e metodiche, che ci confermano che Rosanna Frontera ha i suoi punti di ancoraggio e di consolidamento su altri soggetti, non solo i faccendieri ignoranti del CdA, ma quelli che ritornano in tante situazioni opache, uno dei quali è di sicuro il direttore sanitario Cesare Pasqua, arrestato proprio ieri dalla Dda di Catanzaro.

Dobbiamo fare un passo in avanti, andare oltre sempre seguendo la logica della massomafia ed approdando in terra “straniera” – tutto quello che si trova oltre il Pollino – e qui abbiamo scoperto il fantastico mondo della finanza creativa. Abbiamo conosciuto e letto la realtà diffusa ed incrociata delle società “made in China Town”, le cosiddette scatole cinesi, dove non opera la mafia del dragone, bensì la vecchia e nostrana ‘ndrangheta, nel caso del Sant’Anna Hospital quella che risponde ai Mancuso di Limbadi con le sue articolazioni nell’Italia padana per mezzo dei veri faccendieri ed esportatori di fondi illeciti.

E’ sembrata a tutti strana la nomina di Cesare Pasqua quale direttore sanitario del Sant’Anna Hospital a strettissimo giro di posta, dopo l’insediamento del CdA dei faccendieri. Il perché era l’interrogativo che fino a pochi mesi addietro non trovava risposta, quella che ormai è ampiamente chiara, tanto da superare l’imbarazzo che la nomina avrebbe creato nelle persone che ancora credono alla legge e che immaginano una Calabria senza le catene della mafia. Questo è quello che avverrebbe in un situazione di normalità, non certo all’interno del Sant’Anna Hospital, quello rieditato dopo il 18 gennaio 2022, dove siedono insieme ‘ndranghetisti, faccendieri ed ordinari delinquenti (http://www.iacchite.blog/catanzaro-il-santanna-hospital-nella-galassia-delle-aziende-della-massomafia-ecco-chi-e-luomo-del-clan-mancuso-nella-clinica/). 

Che la clinica catanzarese fosse nel mirino della massomafia e, pure della ‘ndrangheta vibonese, era un fatto già emerso dagli atti di indagine dell’operazione Basso Profilo e tutto questo avrebbe consigliato una maggiore attenzione degli inquirenti di Cuore Matto, la stessa prudenza che avrebbe dovuto sovrintendere alle azioni scellerate di Sally la cattolica. Rosanna Frontera, in pendenza dei giudizi per la predetta operazione Cuore Matto e per la richiesta di risarcimento avanzata dalla Corte dei Conti, avrebbe dovuto non consegnare la clinica nelle mani della ‘ndrangheta, perché è questo il quadro e la soluzione che ormai si sta prospettando. Tutto questo spiega la defenestrazione con licenziamento in tronco di Fausto Frontera, che rappresenta quella parte della famiglia non complice e la nuova ottica di risparmio annunciata dai faccendieri del CdA che immaginano l’esternalizzazione dei servizi, incluso quello tecnico, mentre si prenota ad un incarico Vincenzo Pasqua, il figlio ex consigliere regionale del direttore sanitario Cesare Pasqua, che però offre la sua prestazione alla clinica a titolo gratuito. C’è qualcosa che non torna!

Chiacchierato è il nome di Cesare Pasqua per i suoi trascorsi come uomo della famiglia Mancuso di Limbadi, un’adesione molto risaputa nel perimetro vibonese, così come emerso dall’operazione Robin Hood, dove gli inquirenti incrociarono alcuni colloqui del “faccendiere” Spasari che riguardavano l’elezione del figlio di Cesare Pasqua, Vincenzo a consigliere regionale. Proprio la figura di Vincenzo Spasari torna nuovamente al centro dell’attenzione degli inquirenti in altre operazioni che coinvolgono altri spezzoni della società vibonese, incluse le realtà discusse di Domenico Maduli, patron di LaC, la corazzata dell’informazione calabrese, garantito dalle coperture sia dei Piscopiani che dei Mancuso.

Come abbiamo detto è la ‘ndrangheta il nuovo attore dietro le quinte del Sant’Anna Hospital e la presenza di Cesare Pasqua è la controfirma a margine del contratto. Tutto questo è talmente normale e sfacciato che nessuno, né all’interno del CdA dei faccendieri, né Sally la cattolica e associati, si sono preoccupati dei possibili risvolti che la nomina di Cesare Pasqua avrebbe implicato per la clinica catanzarese, già sugli altari della procura di Catanzaro. Il nome del medico referente della ‘ndrina di Limbadi, ritorna nel circuito dei riscontri giudiziari e questo avviene nel mese di luglio 2020, nel corso di un’udienza del processo Rinascita-Scott. In questa circostanza, la testimonianza di alcuni medici, colleghi del potente dirigente dell’Asp vibonese Cesare Pasqua, raccontano negli atti di Rinascita-Scott dell’interessamento diretto dello stesso a tutela di una delle tanti aziende riconducibili al clan Mancuso.

Si parla di un sequestro di merce alla società “La latteria del sole”, vicenda sbloccata grazie all’intervento di Cesare Pasqua su sollecitazione del capo dei Mancuso, nel narrato torna sempre il nome di Vincenzo Spasari, che insieme al titolare di facciata della società del clan, furono successivamente intercettati dai Ros, quando confermavano il “loro” appoggio all’elezione di Vincenzo Pasqua. Il cliché è sempre quello: i possibili scandali si insabbiano, gli “amici” si proteggono. A ben guardare l’anticipazione di qualche anno della situazione attuale del Sant’Anna Hospital, dove l’unica differenza è la ragione e l’oggetto sociale diverso, mentre gli attori sono gli stessi: la ‘ndrangheta e Cesare Pasqua.

Potremmo fermarci qui, perché quanto abbiamo rintracciato, seguito, dissepolto basta a confermare che il Sant’Anna Hospital è caduto nell’abbraccio mortale dei faccendieri del CdA, quelli di mezza statura professione ed a mezzo servizio, ma quello che realmente ci preoccupa è la tecnica dello strozzamento, dei cravattari riconducibili al clan Mancuso attraverso l’azione di Cesare Pasqua e dell’altro losco soggetto che da tempo accompagna Sally la cattolica: il famigerato dott. Alessandro Castellini, spacciatore di testamenti falsi e trafficante di fondi illeciti.

Potevamo non effettuare le scomode chiamate in causa, capire chi è Alessandro Castellini oltre le cronache giudiziarie già conosciute? Non potevamo fermarci all’apparente, senza indagare fino in fondo, senza capire il suo effettivo ruolo, atteso che il suo zampino l’avevamo già intravisto nell’operazione di costituzione delle società, che da oggi sono la costellazione criminogena del Sant’Anna Hospital. Non potevamo essere responsabili di uno sgarbo nei confronti del gallinaccio padovano, abituato a mangiare “poenta e osei”, perché avremmo tradito la proverbiale accoglienza del popolo calabrese. Quindi è giusto accoglierlo con tutti gli onori, quelli della cronaca conosciuta e, quella che aiuteremo gli inquirenti a scrivere.

Lasciamo due indizi, perché il dottore Alessandro Castellini merita per la sua antologia criminale una puntata esclusiva. Il primo ci riporta alla costituzione della società Sanità Futura sas, il cui capitale è sottoscritto al 100% da Fidimed Fiduciaria Srl – dove sono state abilmente posteggiate il 77% delle azioni di Villa S.Anna SpA – società peraltro a sua volta controllata, sempre al 100%, da un’altra fiduciaria con sede a Pesaro: la Axum Srl, teniamo a mente il nome! (http://www.iacchite.blog/catanzaro-santanna-hospital-la-resa-potrebbe-essere-vicina-e-la-truffa-arriva-fino-a-milano-protagonisti-e-retroscena/).

Il secondo elemento è di natura toponomastica, un poco come il corpo del reato dove Castellini ritorna sempre, come nel caso di Fidimed Fiduciaria Srl, che ha sede a Milano in Corso Magenta n.43. Questa volta ci spostiamo di città ed andiamo a Padova e più precisamente a Piazza Garibaldi n.8.

Da qui siamo ripartiti spiegando il ruolo di “collettore della ‘ndrangheta” di Alessandro Castellini, e ovviamente abbiamo trovato qualche altro “testamento” scritto di frodo sui titoli azionari del Sant’Anna Hospital: una specie di anticipazione di cassa a garanzia del credito e della fiducia a lui accordata da Sally la cattolica… A Catanzaro tutti lo sanno cosa sta succedendo al Sant’Anna ma il dottore Gratteri non ha fatto niente e ormai se ne sta partendo per Napoli… chissà perchè….non ha fatto niente…