Catanzaro, il pentito Mantella: “L’avvocato Staiano è il gancio dei Grande Aracri con i magistrati corrotti”

Uno dei protagonisti dell’inchiesta di PresaDiretta sulla ‘ndrangheta e sui colletti bianchi andata in onda due anni e mezzo fa, il 15 marzo 2021, è l’avvocato Salvatore Staiano, strenuo difensore di quel pezzo di malacarne dell’avvocato Giancarlo Pittelli ma anche del suo stesso… culo. Per come sta emergendo nella sua tragicomica arringa al processo Rinascita Scott. Sorvoliamo sul suo ego ipertrofico (e magari anche sulla sua “messa in piega”) ma ritorniamo sulle dichiarazioni del “pericolosissimo” pentito Andrea Mantella, che ha spiegato con dovizia di particolari a quali “ordini” risponde il penalista dalla chioma fluente. Che diventano di grande attualità oggi, quando ci avviciniamo alla sentenza del processo. 

Il pentito vibonese Andrea Mantella attribuisce con decisione all’avvocato catanzarese Salvatore Staiano il ruolo di collegamento tra i soggetti appartenenti alla criminalità organizzata e alcuni esponenti della magistratura calabrese definendolo, in particolare, come “persona nelle mani di Nicolino Grande Aracri”. Per comprendere appieno il significato di tale delazione, è necessario riportare integralmente le citate dichiarazioni del collaboratore.

Nello studio dell’avvocato Staiano lavorava un fratello di Nicolino Grande Aracri e con fiumi di denaro aggiustavano processi. La strategia era quella di far cadere le accuse di maggiore gravità. Ero in cella con Giovanni Abramo e con Ernesto Grande Aracri dai quali apprendevo che tramite l’avvocato Staiano e l’avvocato Grande Aracri sarebbero riusciti ad aggiustare processi per i quali erano imputati per omicidio ed associazione mafiosa… In una cella di fronte vi era anche Nicolino Grande Aracri (carcere di Catanzaro, Siano) e lo stesso mi consigliò di nominare Salvatore Staiano. In particolare, nel processo Nuova Alba io ho nominato l’avvocato Staiano per la prima volta. Mi risulta che tanto Nicolino quanto Ernesto Grande Aracri si rivolgevano, per il tramite dell’avvocato Domenico Grande Aracri, all’avvocato Staiano, il quale aveva il compito di aggiustare il processo…

Io sono stato scarcerato attraverso certificati che attestavano la mia malattia; io ho dato 65.000 euro e 70.000 euro all’avvocato Staiano, il quale mi disse che servivano per “ungere” e farmi ottenere la scarcerazione. Ricordo che in quella vicenda c’erano i magistrati Battaglia e Marchianò… Le cose andarono così: io volevo andare via dalla detenzione a Villa Verde. Inizialmente proposi all’avvocato Staiano di utilizzare una Porsche della quale avevo la disponibilità, l’avvocato mi chiese se avevo la disponibilità del controvalore dell’auto pari a circa 65.000 euro, io dissi che avevo i soldi… L’avvocato Staiano mi disse che con quei soldi sarei stato scarcerato, preciso che glieli diedi dopo la scarcerazione. L’avvocato Staiano vantava amicizie con i magistrati Battaglia e Rinauro; inoltre disse che era in grado di ammorbidire Marchianò”.