Centri per l’impiego, la Provincia si sostituisce alla Regione e paga i dipendenti

«La Provincia di Cosenza, con grande senso di responsabilità, ha deciso di prendersi carico per l’ennesima volta del problema dei dipendenti del Mercato del Lavoro che nello scorso mese di gennaio sono rimasti senza stipendio a causa delle inadempienze della Regione Calabria e del Governo centrale».

È quanto comunica il Vice Presidente della Provincia di Cosenza Franco Bruno, specificando che il Mercato del Lavoro (dal quale dipendono anche Centri per l’impiego, le strutture deputate ad aiutare i disoccupati a trovare un’occupazione, con servizi particolari anche per i disabili e altre categorie deboli) a seguito della scellerata Riforma Del Rio non è più di competenza provinciale e all’erogazione dei relativi servizi sono chiamati a provvedere lo Stato e le Regioni, che devono prendersi carico dei relativi oneri economici.

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Oneri – continua Franco Bruno – a oggi non onorati dalla Regione Calabria e dal Governo Renzi, che continuano a glissare sulla questione giocando sulla pelle dei dipendenti e delle loro famiglie e mettendo a rischio l’erogazione del servizio ai cittadini; ma soprattutto dimostrando una miopia istituzionale senza precedenti nell’ignorare un settore, quello del sostegno all’occupazione, che dovrebbe essere invece considerato strategico per l’intero Paese.

«L’esercizio di questa funzione non può più pesare sui nostri bilanci, già critici – osserva il Vice Presidente –perché ci troviamo nella paradossale situazione di dover sottrarre le poche risorse a disposizione per la manutenzione e la sicurezza di strade, scuole e ambiente, che sono le nostre funzioni, per coprire i costi di un servizio che non è più nostro e non ci spetta». Nonostante ciò la Provincia di Cosenza continua a farsi carico della serenità delle famiglie dei suoi ex dipendenti, «ma è pronta a ricorrere in tutte le sedi possibili, compresa quella giudiziaria, per il recupero di tutte le somme anticipate per conto della Regione Calabria e dello Stato italiano».

Solo qualche giorno fa la Regione ha ufficializzato che si farà carico di un terzo delle spese di funzionamento e del personale. E proprio sulle spese di funzionamento di questi Centri per l’impiego e più in generale di quelli del Mercato del lavoro, che il discorso può e deve essere approfondito.

Il problema è che i C.P.I alla fine risultano totalmente inutili. Che senso ha continuare a farsi carico di costi?. La domanda sorge spontanea: i C.P.I in Italia ma soprattutto in Calabria a cosa servono? Che coordinano? Quante persone lavorano grazie a questi?

Secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica sull’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro, infatti, emerge che “poco meno del 5% del totale dei giovani” in Italia trova lavoro grazie all’intermediazione dei centri per l’impiego e delle agenzie per il lavoro. Secondo l’Istat invece, “circa il 55% dei giovani trova la prima occupazione attraverso le segnalazioni di parenti e amici, senza particolari differenze di genere”.

Per quanto riguarda la Calabria, precisamente Cosenza, non si conoscono dati statistici di coloro che nel corso degli anni, dall’avvio del centro per l’impiego, abbiano trovato lavoro attraverso gli uffici provinciali. Ma basta chiedere un po’ in giro e tra i giovani, per capire che nessuno, ormai, si reca al centro per l’impiego con la consapevolezza di trovare un lavoro.

Per concludere: il Governo taglia sulle province, di conseguenza sui centri per l’impiego ma i lavoratori manifestano; la Regione se ne fa carico con fondi Pac a copertura dei costi 2015. Ma fino a quando non può pagare, paga la Provincia. Che poi dovrà essere risarcita con ulteriore aggravio di risorse… Ma si può continuare così?