Che fine ha fatto Beppe Grillo?

(Emanuele Buzzi – il Corriere della Sera) – Convitato di pietra, ombra sulla campagna, arbitro silente: Beppe Grillo nelle ultime settimane si è inabissato, è scomparso dai radar del dibattito politico e segue le prime fasi della campagna elettorale dal mare. Il garante Cinque Stelle è intervenuto solo per «ghigliottinare» i parlamentari con due mandati già alle spalle, ribadendo il vincolo di due legislature massimo per chi corre con il Movimento e per criticare Luigi Di Maio e gli altri scissionisti, ridotti insieme ai transfughi al rango di «zombie».

Negli ultimi giorni il suo blog si è occupato di energia pulita dallo spazio, lenti a contatto intelligenti per diagnosticare il cancro, traghetti elettrici, moda e natura. L’ultimo post con riferimento al mondo dei partiti è di una settimana fa: una foto su Instagram per prendere in giro lo slogan leghista «credo», paragonandolo a una marca di rasoio per calli. Una frecciata nel nulla.

La scelta dei tempi Insomma, temi politici arrivederci o quasi, alla faccia delle liste e delle polemiche. Il garante si è sfilato e questa di per sé non è una novità. L’ultima campagna elettorale da protagonista per Grillo risale al 2014, alle Europee vinte dal Pd renziano con tanto di maalox preso poi dall’allora leader M5S. Anche nel 2018, anno del trionfo alle Politiche, Grillo si era tenuto lontano dalle piazze e dalle tv per comparire al comizio finale e fare poi i conti una volta superato lo scoglio del voto. E cosi anche stavolta, pare. Ma in un contesto totalmente diverso.

Il messaggio sibillino «Osserva», dice chi lo ha sentito. «Farà il punto con Conte il 26 settembre», assicurano i ben informati. Un messaggio sibillino secondo alcuni, routine invece per chi vive in prima linea la rifondazione contiana. Ambienti vicini al presidente stellato ribadiscono che i due, Conte e Grillo, sono in contatto continuo, quotidiano. Qualcosa, però, tra il garante e i Cinque Stelle si è rotto.

Chi è costretto a lasciare i palazzi della politica perché arrivato al secondo mandato vede il garante come fumo negli occhi. «È stato coerente con noi, un po’ meno con sé stesso», punge uno stellato riferendosi al contratto di collaborazione da 300mila euro annui che Grillo ha siglato con il partito. E c’è chi profetizza: «Farà la nostra stessa fine», alludendo alla possibilità (per ora da fantapolitica) che il Movimento possa cambiare logo nei prossimi mesi, tagliando fuori il garante – che di fatto ha in mano il simbolo – dai gangli di potere.

A leggere le liste tra collaboratori al blog del garante e figure di riferimento dell’entourage dello showman genovese – come il suo commercialista, Enrico Maria Nadasi (socio anche dell’associazione genovese M5S legata al simbolo) – si ha l’impressione che Grillo condivida il percorso contiano e che, anzi, abbia dato il suo supporto nella realizzazione di un M5S rifondato.

Ma i vertici contiani fanno sapere che «al momento non è prevista la presenza di Grillo ai comizi». Per il Movimento si preannuncia una campagna low cost, anche per via delle mancate restituzioni dei parlamentari che cominciano a pesare sulle casse del partito.

Secondo quanto riferisce l’Adnkronos il budget previsto sarebbe di 300mila euro, cifra che comprenderebbe anche le spese per il comizio finale, in programma a Roma il 23 settembre. I Cinque Stelle sembrano orientati a «opzionare» per il gran finale Piazza Santi Apostoli (nel 2013 il comizio fu a San Giovanni in Laterano e nel 2018 in Piazza del Popolo). Proprio in questa occasione – salvo ripensamenti dell’ultimo minuto – Grillo dovrebbe tornare a calcare le scene del M5S.

I precedenti Cinque anni fa, nel marzo 2018, in piazza del Popolo il garante aveva ammonito: «Le piazze forse sono un po’ passate di moda, non lo so, può darsi che la riprenderemo questa cosa. Noi adesso dobbiamo applicare il nostro programma». E aveva predetto: «Quando i cittadini avranno gli strumenti per fare un referendum da casa, il movimento potrà anche sciogliersi, siamo un movimento biodegradabile». Lo scioglimento del Movimento non c’è stato, ma gli stellati hanno di sicuro cambiato pelle. E ora aspettano un segno dal fondatore, che da giorni è chiuso in un silenzio assordante. «Rimane una colonna del Movimento», commenta uno stellato. Che poi però punge: «Ma si sa, nelle ristrutturazioni anche le colonne cambiano».