Corigliano-Rossano, il bando per gli Rsu è un affidamento diretto?

Continuiamo a ripercorrere le tappe più importanti della politica a Corigliano-Rossano nel racconto cronologico dei comunicati del movimento Terra e Popolo. Per la gestione dei rifiuti, si era arrivati a scrivere una sorta di romanzo e questa è la testimonianza del 25 settembre 2015. 

Dopo il capitolato fantasma a Rossano, attendevamo il capitolato d’appalto per la raccolta rifiuti a Corigliano, un appalto importante che determina la politica di gestione dei rifiuti sul nostro territorio per i prossimi 5 anni. In questo settore l’amministrazione comunale ha il dovere di tracciare una profonda discontinuità con il passato, a partire dalla massima trasparenza, ed invece ciò che è accaduto rappresenta un episodio grave che merita di essere attenzionato dalle autorità competenti.

Per quale ragione alla discussione sul bando degli RSU è stato inviato, con tanto di e-mail, uno dei consulenti dell’azienda che attualmente svolge il servizio di raccolta, peraltro in regime di proroga, il quale ha potuto ascoltare sia la presentazione del bando che le considerazioni delle parti sociali? Il bando è rivolto al mercato o si tratta di un affidamento diretto?

Sgomberiamo subito il campo da eventuali tentativi di strumentalizzazione: non abbiamo alcuna pregiudiziale né nei confronti dell’azienda, né tantomeno nei confronti del professionista in oggetto. Abbiamo invece una forte perplessità sul fatto che l’amministrazione comunale svolga il proprio ruolo in maniera appena decente, favorendo la partecipazione di più aziende in concorrenza e quindi migliorando il servizio e diminuendo i costi per i cittadini. Quello della concorrenza, del resto, sarebbe lo strumento principale per diminuire i costi del servizio. Convocare una riunione con le parti sociali per discutere il nuovo capitolato insieme all’azienda che dovrebbe essere solo uno dei concorrenti alla gara, rappresenta un atto gravissimo su cui chiederemo formalmente che indaghino le autorità competenti.

Nel merito del capitolato, del resto, a parte le premesse “copia e incolla” dalla normativa europea, non ci stupisce che l’amministrazione rinunci di fatto a governare il settore della raccolta rifiuti delegando quasi tutto all’azienda vincitrice. Non è chiaro se l’unica risorsa pubblica in grado di diminuire i costi della raccolta, cioè i proventi della vendita del materiale differenziato, finirà nelle casse dell’azienda o nelle casse comunali per diminuire la TARI. È possibile chiarire questo punto? L’impressione è che si lasci questa preziosa risorsa nelle mani dell’azienda, facendo pagare tutti i costi del servizio ai cittadini, ed il fatto di affidare le isole ecologiche pubbliche alla stessa ditta vincitrice va esattamente in questa direzione, offrendo di fatto gratuitamente dei centri di stoccaggio costruiti coi soldi dei cittadini.

Inoltre non esiste un’idea di gestione dell’umido, che in un territorio a forte vocazione agricola come quello di Corigliano rappresenterebbe una risorsa preziosa più dell’oro: si elencano tutte le possibilità, dal piccolo compostaggio domestico al conferimento nell’impianto Bucita, senza alcuna strategia. Alla fine non si farà nulla. L’amministrazione comunale investa chiaramente su una strategia: se si si vuole investire nel compostaggio domestico, si preveda la fornitura di compostatori per tutti ed un protocollo preciso per la raccolta, la verifica di qualità e la vendita del compost a favore degli imprenditori agricoli della zona. Se si vuole investire sul compostaggio centralizzato, si investa sulla raccolta efficiente dell’umido e sulla realizzazione di un impianto pubblico di compostaggio, come stanno facendo tanti comuni più piccoli di Corigliano, senza la solita scusa dei soldi visto che esistono fondi europei che le istituzioni calabresi, per incapacità di programmazione, mandano indietro e vengono sfruttati in altre aree del continente.

Ci sono anche note positive nel capitolato d’appalto, ovvero la raccolta porta a porta in tutte le aree non periferiche della città e le penali, in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi, finalmente significative. Riteniamo, però, che un’amministrazione che intende veramente investire nella raccolta differenziata porta a porta, piuttosto di prevedere, per esempio, il costo d’acquisto dei mezzi di trasporto per la ditta (in tutti gli altri posti d’Italia si prevede il costo d’affitto), debba investire su una cosa soltanto: il lavoro.

Laddove si è realizzata una raccolta differenziata di qualità, in Italia e nel resto del mondo, in metropoli ed in piccoli paesini, i posti di lavoro nel settore sono cresciuti esponenzialmente e questo deve avvenire anche a Corigliano. Il porta a porta spinto, infatti, può essere una risorsa sia per la qualità della raccolta che ne scaturisce, ma anche per un maggiore impatto occupazionale, un miglioramento di cui nel capitolato sembra non esserci traccia. Ci chiediamo: chi farà il porta a porta?

Questi sono solo alcuni dei suggerimenti che proponiamo all’amministrazione comunale, proposte su cui siamo disposti a discutere apertamente e senza alcun pregiudizio con la giunta Geraci, col fine di migliorare il servizio e diminuire le imposte a carico dei cittadini. Su altre cose, come la trasparenza e la tutela degli interessi dei cittadini, non c’è alcuna discussione e investiremo le autorità preposte.

Movimento TERRA e POPOLO – Corigliano Calabro