Adesso che il sogno è diventato realtà e che la “rivoluzione” di una città normale si è realizzata, Flavio Stasi, primo sindaco di Corigliano-Rossano, inizia ad affrontare le emergenze e a dare il via all’unico programma politico credibile per questo territorio. Lui, u guagnun, come lo chiamano tutti affettuosamente, il suo programma per la città lo va ripetendo fin dai tempi del Movimento Terra e Popolo e fin da quando era un semplice attivista che girava in lungo e in largo l’Italia – specie quella del Sud – per partecipare alle battaglie civili per l’ambiente. E ne ha fatte tante di manifestazioni, ne ha organizzato tanti di presidi prendendosi anche manganellate ed aggressioni vigliacche.
Il suo programma era diventato credibile già tre anni fa quando solo per una manciata di voti non era arrivato al ballottaggio al posto dell’architetto Rapani, alias “Rapina”, scadente personaggio della politica jonica, e già allora era apparso chiaro che il prossimo passaggio per Stasi sarebbe stato quello della vittoria. Certo, la storia della fusione calata dall’alto aveva creato qualche problema “interno” anche a lui, che per non rinunciare al coronamento del sogno era stato costretto, in qualche modo, a dover dire di sì all’avvento di Corigliano-Rossano. Ma in cuor suo ormai già meditava l’assalto alla diligenza guidata dallo spompato generale. E così, a tre anni di distanza dall’ingresso in consiglio comunale e dopo le tante battaglie da movimentista, Stasi ieri mattina è entrato a palazzo Garopoli da trionfatore, come nel classico sogno che si realizza ed è chiaro che il primo pensiero è andato a quegli amici che insieme a lui avevano tracciato le coordinate del progetto per la città. Quelli che “ci hanno creduto quando non ci credeva nessuno” ed è bello che Stasi ci abbia immediatamente pensato perché nella vita non bisogna mai dimenticare da dove si viene e Flavio non l’ha dimenticato.
Così come non ha dimenticato quella “speranza” che ha evocato negli ultimi comizi tra primo turno e ballottaggio perché è proprio questo il concetto che deve passare per chi, come i corigliano-rossanesi viene da decenni di malgoverno, malapolitica, clientelismo immorale, un Consiglio sciolto per mafia e chi più ne ha più ne metta.
Adesso viene il difficile, come sempre nei processi post-rivoluzionari. Ma Stasi ha iniziato col passo giusto perché il suo appello all’unità è fondamentale per realizzare la sua idea di città. Il neosindaco ha sottolineato la grande partecipazione popolare ai suoi comizi e l’ha commentata così: “… Sono stati i primi passi verso una comunità unita e verso una grande città senza divisioni e divergenze… Di questo sono orgoglioso e ringrazio tutti”.
Flavio Stasi ha detto anche che darà l’esempio in questa direzione e che ci metterà sempre la faccia, non sottovalutando mai il contributo di chi vorrà aiutarlo. Certo, non mancheranno invidie e ostacoli ma la gente di Corigliano-Rossano oggi più che mai è dalla sua parte e attende, per continuare a credere in lui e dargli carta bianca, l’annuncio della squadra di governo. E Stasi – c’è da giurarlo – non deluderà le attese neanche questa volta.