Cosenza 2016, un affare da 500 milioni di euro

Se un mago mi dicesse: senti, io posso con una magia farti diventare sindaco di Cosenza al 100%, ti interesserebbe? A gratis, senza nulla in cambio, solo perché mi sei simpatico, ci stai? Non avrei dubbi a rispondere un secco e deciso no.

Lo so che adesso molti di voi staranno pensando: vabbù, vorrei vedere se davvero ti incaricassero di fare il sindaco, come faresti a dire no al potere e al denaro.

Ripeto: direi di no. Perché troppe sono le incombenze e le responsabilità che questa carica comporta. Specie a Cosenza, dove i problemi di natura sociale sono tanti ed enormi. Senza contare la situazione economica delle casse comunali, ridotte al lastrico.

Una montagna di debiti che per essere appianati richiederà inevitabilmente, per il prossimo sindaco, l’aumento dei balzelli comunali, fosse anche Padre Pio. A questi aggiungiamo la totale mancanza di servizi primari per i cittadini, e il quadro diventa ancora più drammatico.

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Proporsi come sindaco, almeno per me, significa prima di ogni altra cosa, garantire i diritti e la dignità di ogni singolo cittadino. Nessuno escluso. Dal Castello a Campagnano. E questo, parliamoci chiaro, cari paesani, non è mai avvenuto. A Cosenza i morti di fame sono sempre morti di fame, i figli di papà restano sempre figli di papà, e i ricchi diventano sempre più ricchi. A Cosenza da sempre i soldi girano nelle tasche delle solite famiglie, politiche e mafiose. Perché sono loro che detengono in mano la quasi totalità dell’economia cittadina.

Controllano tutti i flussi d’entrata del denaro che come si sa da noi è al 60% di provenienza pubblica, quindi passa tutto dalla politica. Si può anche affermare che un buon 35% dell’economia cittadina è “mossa” dal denaro che le organizzazioni criminali mettono in circolo, frutto, ovviamente, di attività illecite: usura, tangenti, droga, mazzette, nonché lo sguabbu sui vari regimi di monopolio imposto su determinate categorie merceologiche.

Il resto o quel poco che rimane, gira tra gli artigiani e i commercianti. Sono questi i “settori” dell’economia cittadina, dove circola il denaro. E voi capite che se vuoi lavorare devi per forza buttarti con qualche politico, o con qualche mafioso.

Briber
Briber

A Cosenza non ci sono fabbriche, grandi imprese, l’unico ufficio di collocamento che funziona è quello politico. Pensate solo per un istante se domani, per magia, sparisse tutto il denaro pubblico a Cosenza. Nessun finanziamento, niente stipendi, pensioni, sussidi, niente di niente. Sarebbe il caos, il panico, la rovina. Tempo 24 ore e sarebbe la rivoluzione. Tutti contro tutti. Spunterebbero per davvero i forconi. Peggio che nel medioevo. Uno scenario da brividi.

Questo per dire quanto dipendiamo dal denaro “elargito” dalla politica, o meglio dalla mala politica. Siamo quasi totalmente controllati, per quanto ci sentiamo liberi. Perché non può esserci libertà se dipendiamo da un sistema marcio e corrotto. Più siamo morti di fame e più ci pieghiamo al bisogno dell’oggi. Perché i poveri non hanno una visione “alla lunga”.

I poveri il bisogno ce l’hanno adesso e subito. Non possono aspettare domani. Ed è questo che li rende vulnerabili, fragili, accondiscendenti. Disposti ad andare appriassu a chistu o a chiru “spadaccinu”, a secondo delle necessità e della disponibilità economica dell’elargitore di turno.

Ecco perché non potrei mai fare il sindaco: non potrei emanciparvi, esercitando la carica di sindaco, da questa condizione. Perchè non lo permetterebbero i politici imbroglioni che vi vogliono sempre elemosinanti. Infatti per non permettere ai sindaci di esercitare più di tanto le politiche sociali, il sistema è studiato affinchè il 90% dei bilanci comunali siano di fatto già impegnati in voci già stabilite: stipendi dipendenti, servizi, spese di gestione, eccetera.

Solo il 10% si può impegnare fuori da queste voci e deve essere diviso tra tante “priorità”. Non conviene alla politica darvi la possibilità di emanciparvi dalla povertà e dal disagio, altrimenti diventate liberi.

Investire in politiche sociali, significa programmare interventi continui e costanti con l’obiettivo di rendere autonomi economicamente i cittadini. Una cosa lunga che non porta nessun sguabbu immediato a politici e mafiosi.

Ecco perché la maggior parte delle ricerche di fondi che fanno i sindaci imbroglioni e i presidenti di Regione come Oliverio, è sempre roba di cemento. Perché così lo sguabbu è assicurato e pronta cassa. Nonchè la filiera dell’intrallazzo è già rodata, semplice, conveniente, ben oleata e funziona sempre.

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Grandi opere inutili che non servono a nessuno, e che non portano nessuna ricchezza ai cittadini, eccetto loro. Che lucrano di mala morte su questo: progettazione, forniture, subappalti, consulenze, incarichi, stimanze. Una montagna di denaro che come dicevo prima finisce alla fine sempre nelle stesse tasche. E spesso e volentieri queste opere si iniziano, per giustificare milioni e milioni di euro di progettazione, e mai si finiscono. Oltre al danno la beffa.

Ma il nostro bisogno, oggi e subito, ci impedisce di essere lucidi di fronte a queste situazioni, perché è meglio una 100 euro oggi, che attagna, che una rivoluzione chissà quando che non attagna per niente, e lasciamo correre.

Non ci arrabbiamo, non diciamo niente, perché è oggi che dobbiamo comprare il pane non domani, e se c’è qualcuno che si “offre” di sfamarci, come si dice: chiama patri a cchini ti duna pani. Triste, ma va così.

A Cosenza tutti vogliono fare il sindaco, non per risolvere il vostro reale problema della povertà, anche se vi racconteranno tra poco che vorranno farlo, ma perché vogliono amministrare l’ingente quantità di finanziamenti pubblici che sta per arrivare in città. Non per le politiche sociali, perché nessun sindaco si è mai preso la briga di scrivere un “progetto” su questa materia e di chiedere un ingente finanziamento, ma per le solite grandi opere infrastrutturali.

Roba che in totale si parla di 500 milioni di euro. Tra metro leggera, metro Cosenza -Catanzaro, Ospedale e cazzate varie. Capite che di migliorare la vostra situazione non gliene frega niente a nessuno. Gli interessa solo partecipare a questa ennesima festa dell’arruabbu. E voi come sempre ci crederete quando vi diranno che sono opere che portano sviluppo e ricchezza. E con il vostro voto li autorizzerete a rubare ancora una volta il futuro vostro e quello dei vostri figli.

Ma su una cosa siamo uguali tutti noi, morti di fame, mafiosi, politici ladri e corrotti di ogni sorta: preferiamo sempre l’uovo oggi alla gallina domani. Del resto meglio sporchi, maledetti e subito, piuttosto che lindi, benedetti ma chissà quando. Non sia mai che muori prima.

GdD