Cosenza 2016, una città completamente rassegnata al malaffare

Se Cosenza fosse una città normale a quest’ora la gente si sarebbe presentata ai vari comizi di questo o quel candidato per prenderli a pomodori in faccia, visti i soggetti. I principali responsabili di questo stato di cose. A cominciare da Occhiuto e i suoi debiti. Per poi passare agli accordi con la mafia, e per finire agli intrallazzi di ogni tipo. Sempre ovviamente a danno dei cittadini. I quali pare siano contenti di questo ladrocinio.

Per i servizi sociali non ci sono soldi, per le case non ci sono soldi, per i servizi alle persone non ci sono soldi, per il lavoro non ci sono le competenze, ma per gli amici degli amici tutto è a loro disposizione. Come e quando vogliono, e se non si può, non c’è problema, si aggirano le regole. Tanto nessuno gli dice niente. E lo abbiamo visto con la conclamata sfilza di reati amministrativi della giunta Occhiuto denunciati da noi, deputati, senatori e liberi cittadini, che seppur palesi, come ad esempio la “duplicazione” di determine per l’esecuzione sempre dello stesso lavoro, pagato anche tre volte, niente si è mosso.

occhiuto a sbafo

La Giustizia volta la faccia dall’altra parte. Ed oggi questo non è più imputabile al dottor Granieri. Segno evidente che le consegne, in tribunale, sono state passate a persone fidate: tutelare il malaffare sempre e comunque.

Mi chiedo spesso: come può il cosentino affidarsi ancora a personaggi come Guccione, Occhiuto, Paolini, e anche Coscarelli? Ma in particolare a personaggi ambigui come Occhiuto e Guccione. I principali responsabili della nostra miseria. Personaggi che non meriterebbero neanche il saluto, e invece da noi, proprio i morti di fame, li acclamano e continuano a baciargli le mani.

occhiuto depresso e fratello

Cosentini ancora disposti ad inginocchiarsi di fronte agli assassini del futuro dei loro figli. Come si fa a farsi rappresentare da questi, io continuo a non capirlo. Masochismo, bisogno, ricatto, costrizione.

Cos’è che vi fa andare ancora dietro a questi? Come potete ancora una volta affidare la vostra vita e quella della vostra famiglia a chi vi ha ridotto nelle condizioni in cui vi trovate? Quali benefici avete avuto? Nessuno. E così sarà di nuovo, per voi non ci sarà niente.

La realtà è quella che siamo ostaggi di questi 4 corrotti che tutto fanno tranne che essere sinceri con la gente. Diceva qualcuno più autorevole di me: non contano le parole che con queste siamo tutti bravi, quello che conta, in un uomo, sono le sue azioni. E qui di azioni a favore della comunità non ne vediamo da decenni.

Siamo abituati ad accontentarci delle briciole elargite sottobanco per sopravvivere. Briciole che umiliano la nostra dignità. Ma nonostante ciò continuiamo ad avallare questa schifezza. E la prova che tutto continua come se niente fosse arriva da questa ennesima campagna elettorale condotta con i metodi di sempre.

quel maialetto di guccione

Attacchini e palchi per i comizi gestiti da organizzazioni criminali, buoni spesa a destra e a sinistra, bollette pagate, promesse di lavoro a gogo. Tutto normale, come se niente fosse. Candidati a sindaco che continuano imperterriti a promettere a costruttori, lobbisti, massoni, disponibilità ed attenzione ai loro “bisogni”.

Perché, lo ripetiamo il vero obiettivo di questi candidati a sindaco, escluso Formisani, sono i 600 milioni di euro che la città di Cosenza dovrà amministrare per opere già finanziate: Ospedale, metro leggera, metro Cosenza /Catanzaro. Di tutto quanto il resto non gliene frega niente. Lo sapete tutti che è così. Ma vogliamo illuderci ogni volta dicendo a noi stessi: questa volta sarà diverso. Per poi, alla fine dei giochi, ritrovarsi come sempre con un pugno di mosche in mano, e a criticare davanti il bar gli stessi che abbiamo votato. Un film visto e rivisto.

Ma i cosentini come sempre ci cascano ogni volta. Meglio fare ricchia i mercanti, piuttosto che prendere atto di questa triste realtà. Così ognuno potrà dire che se siamo ridotti così la colpa è degli altri. Mai la nostra. Noi cosentini siamo abituati ad autoassolverci da ogni cosa, anche quando siamo direttamente responsabili dell’evento.

Una città completamente rassegnata al malaffare. Che è l’unico sistema che ci permette di sopravvivere. Se non ci fossero gli intrallazzi neanche quel po’ di denaro che gira intorno a questi traffici, girerebbe. Una rassegnazione, quella dei cosentini, che nasce dalla mancanza di Giustizia. Che fa dire alla gente tanto non cambia mai niente, puoi denunciare quanto vuoi che non ti ascolta nessuno. Men che meno la politica che della nostra disperazione si nutre. Ecco perché conviene accontentarsi di quello che passa il convento. Anche se il convento passa pane e mafia.

Meglio apparanzarsi con le cosche che restare fuori. Meglio schierarsi con i corrotti piuttosto che resistere. Meglio leccare che ribellarsi. Meglio la strada vecchia che la nuova. Meglio le briciole che la fame. Del resto siamo la città del: ma tu, a chini appartiani?

Cosenza è, e resta, una città priva di senso critico, di cultura civica e senso di responsabilità collettiva. Altro che Atene del sud. Ed è logico che in questo “mare”, marpioni, traffichini, malandrini e squali, ci nuotano tranquillamente. Senza correre alcun rischio. Viata a loro.

GdD