Cosenza 2021, le liste di Caruso (lo zerbino): corrotti, riciclati, guardie e… ladri

Il dubbio amletico della immediata vigilia della presentazione delle liste per le Comunali a Cosenza era uno solo: chi avrebbe presentato più liste tra Caruso (lo zerbino) e De Cicco? Eh sì, perché gli altri candidati a sindaco erano già ampiamente fuorigioco. Caruso (l’incappucciato) e Bianca Rende, dividendo il fronte del centrosinistra, comunque funzionale agli affari del centrodestra, avevano già reso chiaro che non sarebbe stato possibile avere più di tre liste a testa mentre era altrettanto chiaro che gli altri candidati sarebbero state solo delle comparse.

Semmai il dubbio che aveva animato le ultime ore di vigilia era stato quello di richiamare all’ordine clienti vecchi e nuovi come Franco Pichierri e Marco Ambrogio. Ma una volta “prdinato” al marito della Succurro di tornarsene buono a cuccia (e anche senza osso), la banda del cazzaro ha deciso che non era proprio il caso di aggiungere le due tragicomiche liste di Pichierri alla “corazzata”, anche perché De Cicco aveva annunciato che non sarebbe andato al di là di sei… Ed ecco spiegato così il risultato finale: otto a sei per Caruso (lo zerbino).

Secondo dubbio amletico: basteranno queste otto liste per vincere al primo turno? C’è chi dice di si e c’è chi dice di no ma nella peggiore delle ipotesi il ballottaggio sarà con De Cicco e allora il danno sarebbe veramente minimo perché non c’è davvero nessuno (a parte i… caggi) disposto a credere che l’attuale assessore della giunta del cazzaro vada davvero contro il suo mentore. Questa è, in qualsiasi modo la si voglia pensare o girare, una campagna elettorale che non sta avendo davvero nessun sussulto per quanto è prevedibile e scontata.

L’unico esercizio che ci rimane è quello di andare a far le pulci alle liste in campo, cominciando ovviamente da quelle di Caruso (lo zerbino). E se c’era qualcuno che ancora non dava per scontato lo scodinzolare del soggetto, ecco che il nome di una delle liste (Occhiuto per Caruso) con tanto di visione sopra (perché al cazzaro piace sentirsi dire che è un visionario de stoca… come direbbero a Roma) e continuità, che lo capiscono anche i bambini dove vuole andare a parare. In questa lista, per la cronaca, trova spazio il rampollo di Lino Di Nardo (arrassusia), il contabile della banda del cazzaro, al secolo Fabio. destinato ad assicurare la conservazione della… specie. E poi altri scagnozzi rodati nel tempo come Cairo, Cito, Falcone e persino Anna Rugiero, consigliera uscente in quota socialista ormai da anni folgorata sulla via della… truffa politica. 

Le liste di Caruso (lo zerbino) sono un trionfo assoluto di corrotti, riciclati, guardie e ladri. Iniziamo dai riciclati. Gli ultimi che si iscrivono ufficialmente a libro paga del cazzaro sono Giovanni Cipparrone, con tanti saluti al “popolo” (per la prima volta nelle file del centrodestra ma ormai organico da tempo alla cricca di Occhiuto); Francesca Lopez e Salvatore Magnelli, coppia politica fissa che ormai ha cambiato casacca almeno 3-4 volte e che ora approda definitivamente alla deriva dell’occhiutismo dopo che nel 2016 era ancora in quota,,, Pd!!!; Roberto Bartolomeo, della schiatta du “famigliuni” di via Popilia, anche lui reduce da innumerevoli salti della quaglia ma a differenza degli altri anche a destra; Enrico Morcavallo, figlio del celebre avvocato, che è ritornato al vecchio amore centrodestrorso dopo la parentesi del Pd e della Grande Cosenza di Carletto Guccione e dulcis in fundo persino il redivivo Salvatore Dionesalvi, ex assessore negli anni Ottanta con la vecchia balena bianca, che a dire il vero sarebbe stato meglio con Pichierri. Un parterre de roi da far venire i brividi, non c’è che dire.

Non mancano gli uscenti o comunque coloro che sono già stati consiglieri comunali e quindi candidati a… prova di preferenze. Dalla tenera Annalisa Apicella al deciso Giuseppe D’Ippolito, dalla clericale Alessandra De Rosa al popolare Luca Gervasi, dal leggendario “camminatore che porta ‘mmasciate” Antonio Ruffolo al corrottissimo Vincenzo Granata, fratello di Maximiliano cacciato a calci in culo anche dalla Lega e a un altro redivivo, il commerciante Massimo Colla.

La curiosità assoluta è che Caruso (sempre lo zerbino) avrà tra i suoi supporter addirittura due candidati con lo stesso nome e cognome: Michele Arnoni, che sono anche parenti e tra i cui antenati c’è il podestà dei tempi del fascismo. Uno si candida con Fratelli d’Italia, l’altro con Coraggio Cosenza. E in effetti ce ne vuole di… coraggio!

La “barzelletta” invece sta nella contemporanea presenza nelle liste del poliziotto Francesco Spadafora e di soggetti come Michelangelo Spataro e Massimo Lo Gullo che, con tutto l’affetto possibile, come minimo sono da considerare dei “mariuoli”, vista la caratura, i precedenti e le frequentazioni. Della serie: guardie e ladri, tanto cara al cazzaro che comanda, che ormai da un decennio sguazza tra corrotti “puri” e corrotti con la toga e con la divisa. Porcaria.