Cosenza, all’Amaco sguazzano gli amici degli amici: garantisce Posteraro

L’Amaco ai tempi del coronavirus

Oggi vi diamo conto di come viene gestita l’emergenza coronavirus all’interno dell’Amaco di Cosenza. La crisi economica colpisce naturalmente anche i dipendenti dell’Amaco.

I dipendenti Amaco sono circa 160, dei quali 150 in cassa integrazione o fondo bilaterale, molti dei quali a zero ore, e fra questi il personale degli uffici (esclusi due fedelissimi). un coordinatore, il personale della rivendita di Piazza dei  Bruzi, e tutti gli ausiliari del traffico, tranne 4 fedelissimi del capobastone di turno, senza alcun tipo di rotazione tra il personale con la stessa qualifica. Due sono stati addirittura licenziati.

Solo in sei godono del beneficio di non essere sfiorati minimamente dalla crisi mondiale perché definiti indispensabili, solo che poi di questi, da venerdi  pomeriggio a lunedi mattina, non si vede neanche l’ombra.

Ma vediamo in dettaglio chi sono i 6 fortunati.

Naturalmente la first lady, fresca vincitrice di concorso interno e beneficiaria di una transazione di circa 20.000 euro grazie alle sue straordinarie “entrature”.

Il fratello di un assessore del comune di Cosenza distaccato in A.S.M.C., ma di fatto sempre determinante nelle scelte aziendali, anche lui beneficiario di una transazione di circa 25.000 euro. Noblesse oblige, altro che Dj Fofò… 

L’ormai famoso Factotum, incaricato di recente dall’amministratore unico a svolgere mansioni superiori con la promessa di bandire per lui un concorso ad hoc, anche lui beneficiario di una transazione di circa 30.000 euro.

Il fratello di un consigliere comunale, fresco vincitore di concorso e infine due tirapiedi del gruppo, uno anch’egli vincitore di concorso, l’altro promosso addirittura senza concorso o prova selettiva da magazziniere inidoneo a contabile addetto alle buste paga mentre i laureati guidano… Ci vuole fortuna – anzi culo – nella vita…

Queste le disposizioni aziendali alla cassa integrazione o fondo in seguito al coronavirus.

Ricordiamo che l’Amaco, come afferma l’amministratore unico, è un’azienda in attivo e negli ultimi due anni ha chiuso i bilanci in pareggio e addirittura nel 2019 ha chiuso con un attivo di 30.000 euro… Ma questo vale solo per i caggi… perché la verità è che l’Amaco è piena di debiti fino al midollo.

E in relazione a quanto dichiarato dall’amministratore circa la “fiorente” situazione economica, il sindacato  ha chiesto uno sforzo per tamponare la crisi economica che sta per abbattersi su gran parte dei lavoratori, reclamando le spettanze maturate oramai al 31/12/2019, i ticket mensa da ottobre 2019, e il premio di risultato relativo all’anno 2019 e al primo quadrimestre del 2020. La promessa è stata quella di chiudere tutto a giugno 2020… staremo a vedere se sarà mantenuta.

Invece di trovare soluzioni ai problemi dei  lavoratori, soprattutto quelli economici relativi alla cassa integrazione, l’amministratore di cui sopra, che mese dopo mese diventa sempre più “furbacchione”, pensa a riorganizzare i vari settori, deliberando con informativa sindacale e a proprio piacimento indennità e mansioni, mortificando a detta di molti quel personale che lavora in Amaco da oltre 30 anni togliendogli dalla sera alla mattina quelle indennità  economiche e quelle mansioni che fino a qualche giorno fa e per diversi anni gli erano state assegnate, deliberando invece bonifici agli amici degli amici. In particolare, 14.500 euro a due consulenti, 2000 euro alla sempre più bella (!!!) first lady, 2000 euro al Factotum, e 2500 euro al fratello dell’assessore solo per citarne qualcuno.

Insomma, la crisi del coronavirus all’Amaco la vivono solo i caggi. E Posteraro paga sempre agli… amici degli amici, che hanno sempre più fame ma la vigna prima o poi finirà. A futura memoria.