Cosenza, appello ai morti di fame: iscrivetevi alle logge massoniche

Ci sono. Ci ho pensato tutta la notte, andando avanti e indietro per la stanza, e alla fine ho avuto l’illuminazione. Che è arrivata ad alba inoltrata. Ho trascorso una nottata di elaborazione, pur di risolvere questo annoso rebus, arrovellandomi il cervello per arrivare ad una soluzione. Una notte che sembrava non finire mai e che ho dovuto incoraggiare, per farla scorrere velocemente, con copiose e nevrotiche fumate. Ho fumato tutto il fumabile pur di stimolare la mia sinapsi, al punto che ho dovuto ricorrere, per sperimentazione, anche ara paglia ddu mmastu. In aggiunta alle corchie di banana seccata e aru riganu da scisa i Paola. Che hanno accompagnato la mia nebbiosa riflessione notturna, insieme a pezzi di cupertuni stagionato, fino a giungere alla genialata.

La domanda che mi frullava nella testa era questa: in tutto questo casino che c’è a Cosenza, mafia, corruzione, ladrocinio, massoni, predatori e intrallazzi vari, come fa il povero cosentino disoccupato, o che fatica ad arrivare alla terza settimana, a trovare una soluzione ai suoi problemi? Non dico dalla sera alla mattina, ma almeno avere una speranza che un domani le cose possano cambiare. Perché, per come stanno le cose oggi, un futuro per i morti di fame di questa città non c’è. Il loro destino è già segnato e questo proprio non mi va giù. Ci avete rubato tutto ma non ci ruberete la speranza di immaginare un futuro diverso.

Voi non ci crederete, mentre cercavo la soluzione a questo dilemma di non facile soluzione, ragionando sui massimi sistemi, mi sono accorto che la soluzione era lì da tempo davanti i nostri occhi e nessuno la vedeva.

E’ stato l’effetto della corchia di banana seccata, ad indirizzarmi verso la strada giusta.

Come sapete è da giorni che vi raccontiamo storie di massoneria deviata e di come la stessa eserciti un potere di controllo economico e sociale sulle nostre vite. I fratelli massoni sono i veri padroni delle città. Sono loro che decidono chi vive e chi muore. E allora, pensa che ti ripensa, mi è venuto in mente un vecchio adagio che recita così: se non puoi batterli unisciti a loro.

Di batterli non se ne parla proprio. Ci abbiamo provato ma sono troppo potenti. Controllano tutto: Comune, Tribunale, procura, prefettura, questura, carabinieri, finanzieri, imprenditoria, commercio. Alla luce di questo mi son detto: perché, noi morti di fame, non ci iscriviamo in massa alla massoneria cosentina?

Sarebbe la soluzione ideale. Se diventiamo fratelli anche noi morti di fame, qualcosa ci deve uscire pure per noi. Se la regola è: tutti i fratelli massoni sono uguali di fronte all’intrallazzo. Qualche intrallazzetto vedrete che ci esce anche per noi.

Che ne dite di questa idea? A me sembra l’unica possibile attualmente, se vogliamo sopravvivere.

Se siete d’accordo non resta altro da fare che compilare le domande per l’iscrizione alle tante logge presenti in città e mettersi al servizio dei fratelli, con abnegazione ed umiltà. E la nostra vita cambierà. E se non vogliono accettarci, vorrà dire che formeremo una loggia tutta nostra e pretenderemo anche la nostra fetta, ma questa volta in qualità di fratelli. E voglio vedere chi ha il coraggio di negarcela. E se tutto dovesse andare storto, perché ci è negato il diritto di formare la nostra loggia, non vi preoccupate, che a ripiegare supra nu barcuni, non ci vuole niente.  Che quelli di sicuro non mancano.

Io l’idea ve l’ho data, mo’ decidete voi. Io ho già presentato domanda.

GdD