Cosenza, che ci fa la MedLabor a piazza Fera/Bilotti?

Lo ripetiamo sempre, e anche questa volta lo facciamo: non ce l’abbiamo con chi lavora. Ma bisogna capire, una volta per tutte, se a Cosenza c’è chi vive al di sopra della Legge e chi invece è destinato solo a subirla.

Che ci fa la MedLabor a piazza Fera/Bilotti? Chi l’ha incaricata di effettuare lavori? Perché si sta occupando di rivestire con pannelli la parete della vela sud, all’interno del sequestrato cantiere di piazza Fera/Bilotti?

E’ mai possibile che ciò avvenga, se la cose non stanno in regola come è evidente, sotto gli occhi della procura senza che questa dica una sola parola?

E’ mai possibile che la sfacciataggine di Occhiuto nello sfidare la Manzini e la Legge arrivi a tanto?

Giusto per ricordarlo: il signor Antonino “Antonio” Scarpelli titolare della suddetta ditta, meglio conosciuta come quella delle “luminarie” risulta indagato dalla dottoressa Marisa Manzini, con tanto di avviso di garanzia, insieme all’ex capogabinetto del sindaco Carmine Potestio, e all’ex dirigente firmatutto Domenico Cucunato per la faccenda degli appalti spezzatino.

Ancora non è riuscito a spiegare la straordinaria crescita della MedLabor, ditta che nel 2011 aveva un giro d’affari di appena 10mila euro, ma che tra il 2012 e il 2015 riceve appalti e commesse dal Comune di Cosenza per oltre 600mila euro. E nonostante ciò, anche l’anno scorso, il sindaco non ha lesinato nell’affidargli, per la cifretta di 128.000 euro, l’addobbo della piazza con le famose “lanterne”.

A voler fare i garantisti a tutti i costi, aspettando i risultati dell’indagine che attestino l’evidente scambio di favori tra il sindaco e questa azienda che tutti capiscono e conoscono, la domanda resta: è opportuno affidare sempre agli stessi, nonostante i tanti guai giudiziari, pubblici lavori?

Perché se le regole, il buon senso, la trasparenza, le pari opportunità, il diritto, ognuno l’interpreta come gli pare, lo sai che c’è? Che da domani mi procuro un bel carretto, tipo quelli americani che fanno molto Times Square, e mi metto a vendere hot dog. E voglio vedere chi ha qualcosa da dire. E invito chi ha la mia stessa idea, magari cambiando “prodotto”, ad organizzarsi e fare lo stesso. I tavolini già ci sono. Perché in questa città le regole le rispettano solo i caggi.

GdD