Colpo di scena all’Asp di Cosenza. Dopo otto anni, di cui gli ultimi cinque di proroga, la commissaria Bettelini ha “fatto fuori” la famigerata cooperativa Seatt, riconducibile agli interessi del Cinghiale, al secolo Tonino Gentile, attraverso vari prestanome. A partire dal 1° ottobre tutti i servizi che erano stati gestiti in regime di monopolio da otto lunghi anni, vengono trasferiti alla Consip attraverso un’apposita convenzione per la fornitura di “Servizi di Contact Center in outsorcing”.
I dipendenti della cooperativa Seatt impegnati nella gestione dei servizi saranno assorbiti dalla Consip e di conseguenza non si registrerà nessuna perdita di posti di lavoro.
La notizia è arrivata un po’ a sorpresa in pieno clima ferragostano ed è sembrata un vero e proprio colpo di scena a soli pochi mesi dalla delibera dell’ex commissario Zuccatelli che in piena emergenza Covid aveva trovato il tempo di firmare un impegno di spesa di 1 milione 290 mila euro da accreditare nel bilancio 2020. In pratica, l’ennesima proroga con l’incredibile delibera del 1° aprile con la quale il penultimo commissario, tale Zuccatelli da Cesena, “tranquillizzava” il Cinghiale e i suoi compari per tutto il 2020 con un impegno di spesa di 1 milione 290 mila euro.
Ma l’annuncio di oggi fa calare il sipario sull’egemonia della cooperativa del Cinghiale nei servizi Call Center, in modo particolare quelli del Cup.
LA LEGGENDA DELLA COOPERATIVA SEATT
Nel porto delle nebbie è andato avanti per un po’ di tempo il processo per il fenomeno della cooperativa Seatt, il braccio armato del Cinghiale nella gestione della sanità cosentina, il suo vero e proprio ufficio di collocamento. La denuncia contro Iacchite’ era del Cinghiale stesso, che sosteneva (con l’arroganza che tutti conoscete) di non avere nessun legame con la coop fondata dalla famiglia Ponzio/Pulicani. Non gli hanno creduto neanche i giudici del “porto”, tanto per farvi capire a che livello siamo.
La cooperativa Seatt si occupa di lavoro interinale. Si tratta, tanto per capirci, del meccanismo con il quale si porta il personale a tempo nei generosi ranghi della sanità cosentina. E di come si possano guadagnare altri soldi facili facili.
Un business che produce milioni di euro all’anno per commesse pubbliche soprattutto da parte di Azienda ospedaliera e Azienda sanitaria di Cosenza. Insomma, il regno di Tonino Gentile.
Il suo deus ex machina in questa storia è la cooperativa Seatt (Società cooperativa sociale servizi avanzati tecnologici e terapeutici), una cooperativa a responsabilità limitata di tipo “b” che esiste dal 2000, proprio con la mission di aiutare la sanità.
Si scrive così ma si legge Gianfranco Ponzio, alias Tonino Gentile. Fa così tenerezza che noi lo abbiamo ribattezzato Il Cinghialotto. Guardate che bella faccia simpatica!
Il business viene consumato con la cessione di prestazioni di personale. Gianfranco Ponzio è stato ed è ancora l’alter ego di Tonino Gentile nella politica rendese.
Nel settore della sanità la parola chiave è una: esternalizzare. Cosa impossibile per i servizi medici, ma fattibilissima per altre mansioni. La coop fornisce da anni molti servizi all’Azienda ospedaliera e all’Asp.
Il 10 agosto 2012, Gianfranco Scarpelli, l’ex direttore generale dell’Asp, ha emanato una delibera (la 2513) con cui aggiudicava vari servizi accessori – gestione archivi telematici, trattamento dati, gestione del Centro unico di prenotazione per le prestazioni sanitarie e dei centralini, call center telematico, riscossione pagamenti per i ticket, reception e vari front office – alla cooperativa Seatt.
Si trattava di una procedura ristretta di gara dal valore piuttosto consistente: 850mila euro circa all’anno per tre anni. Poi allungata fino ad oggi a suon di proroghe.
La Seatt, stando alle ultime visure camerali, occupava poco più di novanta dipendenti ma impiegava pure non pochi precari, a seconda del fabbisogno.
In pratica, molti dipendenti che sono nelle postazioni pubbliche appartenevano direttamente al signor Gianfranco Ponzio alias cooperativa Seatt, alias Tonino Gentile alias gabbiano pulito e leggero, che li prestava al servizio pubblico per un prezzo superiore almeno quattro volte al loro costo (che tra poco vedremo nella sua assurdità).
Il “trucchetto” era semplice: venivano assunti a tempo, per esempio, al quinto livello e, progressivamente, scalavano fino a raggiungere il terzo o addirittura il secondo.
E così Ponzio incassava soldi, faceva girare il “grano” e portava voti e consensi alla famiglia più famosa della politica cosentina. Insomma, eravamo (visto che la vigna è finita) davanti al vero e proprio ufficio di collocamento della famiglia Gentile nella sanità.
Quella che vedete è una busta paga (!) tipica di un lavoratore SEATT.
Se avesse le palle, il Cinghiale adesso dovrebbe uscire allo scoperto per gridare allo scandalo (!) ma i cinghiali le palle non le hanno. Fino a prova contraria…