Cosenza, congiure di palazzo: ecco chi vuole la testa di De Cicco e Succurro

Qualche giorno fa tra i corridoi di Palazzo dei Bruzi sembrava di essere tornati indietro di qualche anno, quando Edoardo Vianello portava in Tv l’allegra filastrocca “Hully gully in dieci”. Era il 2006 e nell’album “50 primavere per una lunga estate“ veniva pubblicata anche la canzone record di incassi nei magnifici anni Sessanta.
Qualcuno infatti giura d’aver sentito cantare a squarciagola proprio questa canzone in faccia a qualche consigliere comunale che si è proposto come grande regista della “congiura di Palazzo” mirata ad ottenere la “cacciata” di qualche assessore.

Ma andiamo con ordine. In un periodo come questo per il sindaco e la sua maggioranza, tra dissesto e strada in salita per la Regione, con notizie preoccupanti che continuano ad arrivare dalle procure della Repubblica di mezza Italia, sembra essere una lunga estate bollente, altro che Vianello… A questo aggiungiamo che “La Piattaforma” (Francesco De Cicco, Marco Ambrogio – con la moglie ? – , Pasquale Sconosciuto, Francesco Cito, Giovanni Cipparrone e Francesco Spadafora) sembra guardarsi attorno per creare un piano B per le prossime amministrative cosentine. Ogni settimana promuove una iniziativa politica e sembra che stia scrivendo anche il Programma elettorale.
Infine, come se non bastasse, Fausto Orsomarso, ormai in rotta con il sindaco, sembra aver tracciato una strada alternativa ad Occhiuto, non solo alla Regione ma anche al Comune. Tutto questo alle soglie della presentazione del ricorso al dissesto davanti le Sezioni riunite della Corte dei Conti…

Il cazzaro sa bene che se venisse confermato il dissesto, sarebbe impossibile continuare a fare “i fatti suoi” con i pochi soldi rimasti al Comune. Senza staff e dirigenti-servi diventerebbe impossibile continuare!
Al prossimo consiglio si dovranno approvare altri debiti fuori bilancio e i mal di pancia tra le file della maggioranza aumentano.
Ecco allora l’idea di affrontare il consiglio comunale facendo la conta. Nel salone di rappresentanza, tre giorni addietro, col fresco della sera, si respira comunque l’aria bollente di un duello western, presenti 7 consiglieri di maggioranza e qualche assessore. Il sindaco richiama all’unione e fa notare lo scarso coordinamento delle forze, striglia i consiglieri di maggioranza sulla vicenda “dissesto”, lamentando la scarsa difesa dei “buoni Conti del Comune. Noi – ha aggiunto – abbiamo salvato Cosenza!!!”.
“Poi ci sono quelli della piattaforma- con tono superficiale-… e che si sono messi in testa?”.

Qualcuno dice che ha ricordato persino i tempi della “cacciata di Katya” mostrando anche il petto gonfio d’orgoglio. È ormai chiaro a tutti che Mario Occhiuto non ha più la testa a posto, ci manca una “crisi al buio” per far cadere il castello, ma come in tutti i momenti bui, ecco che una cazzata sembra una genialata. E dai “pochi” presenti esce fuori una voce decisa: “Sindaco, noi saremo sempre con te e gli assenti hanno scelto da che parte stare”. I riferimenti sono per la Piattaforma che (Spadafora giustificato perché in viaggio di nozze) sembra stare più sulle sponde dell’opposizione che su quelle della maggioranza. La voce è quella di Gisberto Spadafora, seduto come sempre alla destra dell’assessore Pastore (da sempre “avversaria” di De Cicco), che invita il sindaco a prendere provvedimenti e arriva a dire che “ti chiediamo di fare un rimpasto. Caccia a quei due (Succurro e De Cicco) che stasera non si sono degnati di venire!”. Alle parole del consigliere si aggiunge qualcun’altra (consigliera), tanto da immaginare una sorta di golpe in piena regola.
L’idea che invece si era fatto il sindaco era quello di “utilizzare” qualche peones (vedi la Piattaforma) come “costola” che potesse aggregare qualcuno nelle file dell’opposizione, magari Morrone e Lo Gullo… e invece niente. I piani sono certamente cambiati e adesso si mira a “spaccare il fronte nemico” cercando di “recuperare qualcuno, magari Francesco Spadafora e Cito…”.

Ma non finisce qui, Gisberto Spadatora ci va giù pesante e sembra quasi proporsi come sostituto insieme alla eterna assessore “in pectore” Alessandra De Rose. Il sindaco in silenzio raccoglie la “provocazione”. C’è un incrocio di sguardi che coinvolge Vincenzo Granata, il presidente del Consiglio Caputo, Piercarlo Chiappetta, Gaetano Cairo e Anna Rugiero. Qualcuno aggiunge anche Gervasi, Antonio Ruffolo e Maria Teresa De Marco nella partita. Anche il Capo Gabinetto annuisce. La riunione si chiude con un “mi raccomando” e si decide di cercare “di serrare le fila e avvicinare qualcun altro per allargare il fronte amico”. Si cerca una data utile, nell’attesa del rientro di Francesco Spadafora ( il più moderato della piattaforma) e Annalisa Apicella. Sembra che sia stata fissato il Consiglio per lunedì 5 Agosto. Ma per adesso nulla di ufficiale.
Tutti si raccomandano alla riservatezza sull’incontro, ma i primi sms sembra siano arrivati “agli interessati” la sera stessa!

Ed ecco il momento canoro.
Mattina dopo, corridoio del 3° piano del Comune.
Marco Ambrogio si avvicina a Gisberto Spadafora e chiede “sei stato tu a chiedere la testa di Rosaria e Francesco?”. E come se nulla fosse, Spadafora risponde con aria di sfida “sì, è non sono il solo” e inizia ad elencare una sfilza di 7-8 nomi di “congiurati“. Allora Ambrogio, che non è nuovo alle “congiure di Palazzo”, chiama uno ad uno i consiglieri e li porta davanti a Gisberto. Molti di loro negano di aver partecipato alla “richiesta di cacciata”. Alcuni naturalmente mentono spudoratamente. Qualcuno però giura che la De Marco abbia persino urlato contro Spadafora di non “permettersi a metterla in elenchi sporchi”. Ecco allora Marco Ambrogio iniziare il motivetto a pochi centimetri da Gisberto, mani sui fianchi stile Calavrisella, “se prima eravamo in 8 a ballare con Gisberto, adesso siamo in 3 a ballare con ….”
Insomma il rimpasto è stato chiesto, il sindaco ci pensa, la maggioranza scricchiola. Ma il golpe è fallito, almeno per ora…