Cosenza corrotta, dopo il livello criminale ora tocca al livello politico

Con la sentenza di ieri a carico di Franco Bruzzese e Daniele Lamanna, condannati ad 11 anni di reclusione, emessa dal tribunale di Cosenza, la DDA completa il quadro giudiziario accertando tutte le responsabilità penali dell’omicidio del povero Luca Bruni.

Assassinato il 3 gennaio del 2012, il cui corpo fu rinvenuto, a seguito delle dichiarazioni di Adolfo Foggetti, nel dicembre del 2014 in contrada Orto Matera. Tranne Ettore Sottile che rimane in attesa di giudizio, tutti i responsabili sono stati condannati. Oltre a Daniele Lamanna e Franco Bruzzese, erano già stati condannati Adolfo Foggetti a 6 anni e Maurizio Rango all’ergastolo.

Luca Bruni
Luca Bruni

Insomma, di tutta la banda che si rese responsabile di questo efferato delitto, solo Rango sta scontando la giusta pena. Gli altri sono tutti pentiti. Non paga niente Daniele Lamanna che sparò vigliaccamente alle spalle il suo amico di sempre.

Non paga niente Franco Bruzzese, feroce assassino quando era in libertà, nonostante oggi ci tenga a dire che il suo pentimento è vero, che ne ordinò la morte. Non paga niente Adolfo Foggetti che con loro assistette all’infame omicidio.

Un omicidio quello di Luca Bruni maturato all’interno dell’accordo, a detta dei pentiti, tra gli “zingari” e la cosca Lanzino, che videro nella morte di Michele Bella Bella la possibilità di estromettere definitivamente il clan dagli affari in città. E Luca era diventato, in questo senso un ostacolo.

Maurizio Rango e Franco Bruzzese
Maurizio Rango e Franco Bruzzese

Fu Franco Bruzzese ad ordinarne la morte, dopo aver sentito anche, sempre secondo le sue cantate, gli altri esponenti di spicco del clan degli “italiani”. Una mossa, o meglio una morte, quella di Luca, che avrebbe favorito tutti: Lanzino finalmente, a detta di Bruzzese, poteva chiudere definitivamente i conti con la famiglia Bella Bella. Storici rivali.

Lamanna,  Bruzzese e Rango, oltre a sancire un sodalizio con lo stesso Lanzino, ed avviarsi verso una pace “redditizia” per tutti, sarebbero assurti al ruolo di “boss”. Per giustificare questo infame assassinio, agli occhi di picciotti e soldati, gli stessi fecero girare la voce che sia Michele prima che Luca dopo, avevano più volte manifestato l’intenzione di pentirsi.  E perciò Luca doveva essere eliminato.

Cosa non vera. Infatti, a pentirsi, oggi, sono proprio loro che della malandrineria si facevano vanto in libertà. Uomini d’onore, denominati a Cosenza “cristiani”, disposti a qualunque sacrificio in nome della paranza, anche a sacrificare la propria famiglia. Almeno così dicevano quando giravano armati per la città a minacciare tutti.

daniele lamannaMa non appena hanno visto un po’ di carcere se la sono cantata subito senza se e senza ma. Dicono che per Daniele è bastato uno schiaffo per farlo parlare (metaforico) e 10.000 (sempre metaforici) per farlo stare zitto. Ha accusato anche il fratello Carlo. Tanto ci tiene alla famiglia.

Lo stesso Franco Bruzzese, terrore dei commercianti, degli imprenditori e delle persone per bene, uno strozzino senza scrupoli e senza anima che in libertà si faceva vanto della sua ferocia, ha ceduto dopo solo qualche domanda. E’ bastato dirgli che sarebbe finito all’ergastolo al 41 bis con isolamento diurno, per farlo diventare na piacureddra. Da allora non si è più fermato. Continua a cantare e neanche i PM riescono più a farlo stare zitto. Dice che dopo aver studiato qualche mese in cella si è pentito di tutte le sue malefatte con sincerità. Speriamo sia vero, lo dico per lui.

C’è da dire, per dovere di cronaca, che Lanzino ha sempre rigettato questa tesi che lo vuole “coinvolto” nell’omicidio di Luca Bruni, con l’assenso all’azione dato a Bruzzese, come dice lo stesso. Ettaruzzu rimanda al mittente con forza questa accusa. E si proclama estraneo ai fatti.

ettore-lanzino-586x487Comunque, con questa ennesima udienza si chiude un primo “ciclo investigativo” che rende questi canterini per convenienza credibili e affidabili. Sin dal primo momento tutte le loro dichiarazioni sono state riscontrate e come dicono le sentenze risultatano veritiere.

Pur di non ritornare al 41 bis, hanno accettato senza compromessi di dire tutta la verità nient’altro che la verità. Perché se così non fosse la loro storia giudiziaria cambierebbe dalla sera alla mattina. Magari facendo la fine di Rango, l’unico caggio a pagare questo omicidio.

In una sola parola i pentiti sono credibili. Le loro dichiarazioni sono certe e genuine. Ora non resta altro da fare che passare al livello successivo, cioè quello politico. Di cui, come tutti sappiamo, i canterini hanno reso ampie e convergenti dichiarazioni.

occhiutomannapaoliniLo ripetiamo giusto per non dimenticare: hanno parlato di voto di scambio, appalti e favori, ai Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero, coinvolgendo Occhiuto, Principe, Manna, Greco e Paolini. Ma anche avvocati e consiglieri, poliziotti e giudici.

Abbiamo pubblicato i verbali che dicono questo. E se tanto mi dà tanto, ovvero, se i pentiti valgono per Rango, è ovvio che devono valere anche per i politici.

Ora restiamo in attesa di vedere come si evolverà questa inchiesta. Se, come dice qualcuno,  si fermerà qui, al massimo arresteranno qualche altro malandrino senza toccare il livello politico salvando il rodato ed efficiente sistema corruttivo a Cosenza che tanto fa comodo a politici corrotti, massoni e mafiosi.

Perché pare che qualcuno abbia consigliato alla procura di Catanzaro di fermarsi qui, ovvero ai soli malandrini: Cosenza deve restare tranquilla ed una inchiesta sulle zone grigie metterebbe a rischio tutto il sistema messo in piedi da anni per fare della città di Cosenza la meglio lavatrice di denaro truffato allo stato d’Italia. Come bene spiegò la buonanima del dottor De Sena, più volte.

gratteri-nicola-web12Oppure, la DDA e il dottor Gratteri procederanno a norma di legge contro ladri, corrotti e mafiosi che occupano impropriamente poltrone pubbliche, senza guardare, laddove i riscontri risultano accertati, in faccia a nessuno. Che è quello che si aspettano i cittadini onesti che guardano alla venuta di Gratteri come una sorta di liberatore. Colui il quale, insieme ai colleghi del suo ufficio, non insabbia, non si corrompe, e va dritto al sodo. Senza fronzoli e accordi.

Noi una idea sul perché ancora ad oggi la DDA non sia intervenuta contro il livello politico per mettere fine a questa schifosa e diffusa corruzione in città, ce la siamo fatta, ma non è ancora il momento di tirarla fuori. Come tutti gli altri siamo alla finestra ad aspettare che Giustizia sia fatta. Che è l’unica cosa che ci interessa.

GdD