Cosenza corrotta: Occhiuto, Mirabelli, Fernandez e lo scandalo dei plichi scomparsi e riapparsi

Fernandez e Occhiuto

La storia che stiamo per raccontarvi, in merito ad un appalto che vale oltre 600mila euro, non è solo incredibile, ma spiega bene come si fa ad aiutare sempre e comunque gli amici degli amici, in barba alla Legge.

Gli attori protagonisti di questa ennesima truffa a danno delle casse pubbliche sono due personaggi ben noti alle cronache cittadine, per essere stati prima indagati e poi arrestati (proprio ieri a quest’ora) dalla procura di Paola in merito a storie di appalti e tangenti: l’ingegnere Michele Fernandez, dirigente comunale e la ditta Gianfranco Mirabelli. Entrambi sodali e al soldo, tanto per cambiare, del cazzaro di Cosenza, al secolo Mario Occhiuto, che continua a camminare a piede libero e francamente non si capisce perché. 

Il Comune di Cosenza riceve, in data 21/10/2015, attraverso la Regione Calabria, 618.670,50 euro provenienti dai finanziamenti Por Calabria FESR 2007/2013, per il progetto denominato “interventi di risanamento e bonifica ambientale nel territorio cittadino – Progetto integrato di sistemazione spazi verdi localizzati in aree marginali per diventare luoghi di aggregazione sociale”.

A redigere il progetto e il quadro economico dei lavori, l’ingegnere Salvatore Leto, consulente esterno nominato da Occhiuto e suo uomo di fiducia. Leto assume anche la direzione dei lavori. Con determina del 26.11.2016, Leto annuncia il via all’indizione e all’espletamento della gara d’appalto, mediante procedura negoziata.

Gara che si svolgerà il 27.12.2016. A vincere con un ribasso del 37,342% la ditta Coseam, seconda classificata la ditta Edil Perri con un ribasso offerto del 33,855%.  In tutto a partecipare sono 9 ditte. 

Bene. Tutto normale, tutto regolare, i lavori possono incominciare. Ma lo diciamo sempre che a Cosenza la realtà spesso supera la fantasia. E succede una cosa assurda.

Due giorni dopo l’aggiudicazione della gara alla Coseam, ovvero il 29.12.2016, qualcuno rinviene casualmente due plichi che invece di essere “depositati” al protocollo generale come dice la Legge, erano stati imbucati nella posta personale del RUP di questo progetto. I plichi sono relativi all’offerta economica di due ditte in merito alla gara in oggetto.

Come si fa adesso? Non c’è problema. Il presidente della commissione di gara, ricevuta la notizia dei due plichi, convoca urgentemente per il giorno successivo, ovvero il 30.12.2016, la commissione esaminatrice, per rivedere l’intera gara ed aprire i nuovi plichi. E così è.

La commissione apre i plichi e scopre che l’offerta migliore, anche rispetto al legittimo vincitore del 27, è quella di Gianfranco Mirabelli che ha offerto un “ribasso” pari al 33,117%. Un ribasso inferiore a quello della ditta Coseam vincitrice della gara che aveva offerto il 37,342% di ribasso. E com’è possibile che ha vinto Mirabelli, se la Coseam ha comunque fatto la miglior offerta? Il discorso è complicato perché qui siamo di fronte a scienziati dell’intrallazzo, gente che le studia tutte per fregare lo stato e i cittadini. Marpioni che riescono a piegare al proprio volere norme e leggi.

Ma proviamo a sintetizzare: a partecipare alla nuova gara in totale, ora sono 11 ditte, un numero che permetterà ai marpioni di poter ricorrere all’articolo 97 comma 2 lettera A del “Codice dei Contratti” che di fatto cambia il metodo di valutazione nell’assegnazione dell’appalto: non più una gara aggiudicata a maggior ribasso,  ma assegnata attraverso dei metodi di calcolo elencati che vengono sorteggiati dal RUP, oppure dalla commissione esaminatrice, da cui risulterà “la soglia di anomalia” al di sopra della quale l’offerta verrà considerata presuntivamente anomala, oppure verrà esclusa automaticamente.

Va detto che tale norma è efficace e ha un senso solo se viene prevista l’esclusione automatica delle offerte anomale (articolo 97, comma 8, primo periodo) e solo se il numero delle offerte è almeno pari a 10 (stesso comma, terzo periodo). Se manca anche una sola delle due condizioni la norma non è applicabile. E guarda il caso le ditte prima della gara a maggior ribasso erano 9, dopo il ritrovamento dei plichi smarriti, diventano 11, e il criterio di valutazione cambia, facendo diventare l’offerta del legittimo vincitore, la ditta Coseam, “una offerta anomala”. Per cui i conti presentati da Mirabelli risultano, nel metodo di calcolo sorteggiato dal RUP che deve attestare la congruità dell’offerta, i migliori. Due sono le cose: o è tutta un fatalità, oppure è un intrallazzo studiato nei minimi particolari. E conoscendo gli “attori”, propendiamo per la seconda.

E’ un intrallazzo perchè: la consegna delle offerte, per ogni gara, è vincolata da una scadenza con tanto di data e orario di presentazione, oltre il quale si è esclusi. Se l’offerta di Mirabelli non è giunta sul tavolo della commissione secondo iter, è da considerarsi esclusa. E la ditta, come fanno tutti, se si ritiene danneggiata, può ricorrere al TAR. Se la colpa non è di Mirabelli, che ha spedito regolarmente il plico, sarà un giudice a dire com’è finito nella posta privata del RUP.

Invece qui, la commissione si riunisce il giorno dopo, promuovendo un’altra gara, sulla base dell’art. 97, e annullando la precedente.

Inoltre non vi sarà sfuggito che tutto questo avviene il 27, 28, 29 e 30 dicembre del 2016, giorni in cui, così come avviene ad agosto, in Comune si può fare quello che si vuole senza nessuno tra i piedi. Un classico dell’intrallazzo. Qui siamo di fronte a luminari del malaffare, gente che sa come muoversi tra le pieghe della Legge senza incorrere in reati, lucrando a più non posso. E questa storia, studiata a tavolino, lo dimostra.

La storia dei plichi ritrovati il giorno dopo la gara ufficiale desta, non uno, ma mille sospetti. A maggior ragione se ciò avviene a palazzo dei Bruzi che tutti, oramai, sanno essere un covo di corrotti. E poi ci chiediamo: questi lavori di riqualificazione di aree verdi destinati a luoghi di aggregazione sociali son stati eseguiti? E se si, dove? Ai posteri l’ardua sentenza.