Cosenza corrotta: il ricatto segreto di Cirò ad Occhiuto

E’ da un po’ che lo sappiamo, ma il direttore non ha mai voluto che lo scrivessimo. Ma alla luce del collegamento che ne viene fuori, questo non si può più tacere.

Siamo a conoscenza di uno dei motivi dell’accordo tra Cirò e Occhiuto.

Quella della denuncia – lo abbiamo già detto – è solo una pantomima per anticipare le mosse della DDA che oramai è sulle loro tracce. Un modo per far restare gli atti relativi ai reati di ladrocinio commessi da Cirò e denunciati dal sindaco in procura a Cosenza. Una scusa per Spagnuolo, qualora dovesse intervenire la DDA, ed interverrà, per contrapporsi a Gratteri e far in modo che le carte del ladrocinio di Cirò restino alla procura di Cosenza per meglio controllare la situazione. Così come quelle di Potestio, Cucunato, Pecoraro. Fin quando resta tutto in mano alla Manzini e a Cozzolino possono dormire tranquillamente. Anche se Gratteri dovesse contestare l’aggravante mafiosa a Cirò, un Gip che derubrica a solo ladrocinio si trova sempre. E la competenza resterà a Cosenza. Una mossa che conviene ad entrambi. Anche se può sembrare incomprensibile agli occhi dei più. Magari una scelta forzata da parte di Occhiuto per il degenerarsi dei rapporti con Cirò, ma che tutto sommato lì mette al sicuro entrambi.

La storia è questa: capito che è in atto il fuggi fuggi dalla corte di Occhiuto per via delle voci che sempre più danno per certo un intervento della DDA, Cirò ha iniziato a farsi due conti. Non vuole fare la stessa fine di Cucunato e si reca da Mario per chiedergli cosa ne sarà di lui se queste voci sull’arrivo della DDA dovessero essere vere. Mario lo rassicura e gli dice che a proteggerli c’è Spagnuolo e altri anche all’interno della DDA e che deve restare sereno. L’inchiesta c’è ma Gratteri non oserà sconfinare.

Nonostante le parole di Mario, Cirò gli dice che forse è arrivato il momento di avere la sua parte del bottino che non si sa mai. Cirò vuole i soldi. E qui Mario capisce che il problema è serio. Cerca di convincere Cirò che non è il momento di fare movimenti e di rimandare più in là questo argomento.

Cirò conosce bene Mario e avverte nelle parole “ne parliamo poi”, puzza i vrusciu. Il tempo stringe e se la voce è vera potrebbe succedere tutto anche prima di Pasqua. Non gli resta altro da fare che recuperare il malloppo per non trovarsi, quando pioverà, senza ombrello.

Ritorna da Mario e gli dice che lui non può aspettare, ha già preso impegni con l’attico e il ristorante ed ha bisogno dei suoi soldi. Mario quei soldi non li ha e Cirò inizia a diventare nervoso. Insiste e dice chiaro a Mario che non accetterà pagherò, cambiali e assegni post datati. Vuole la sua parte altrimenti fa casino. E non alla procura o dai carabinieri.

E qui, Cirò, che sa tutto di Occhiuto, piazza il suo bel ricattino. Assicurandosi pure la copertura delle spalle, in caso di denuncia, come avverrà, con il tribunale. Sa che Occhiuto lo controlla e Spagnuolo fa quello che dice lui e se tiene sotto scacco Occhiuto tiene sotto scacco anche Spagnuolo.

Dice chiaro a Mario che o gli dà i soldi o racconta tutto quello che sa alla moglie in merito ai suoi tanti e sempre più frequenti viaggi a Roma.

Del resto era Cirò che andava in economato a prelevare il contante che serviva ad Occhiuto per affrontare tali viaggi. A queste parole Occhiuto perde la testa ed inizia a sbraitare contro Cirò fino ad organizzargli l’agguato dentro l’ufficio del capo gabinetto con la scusa che i conti sulle sue carte non tornano. Un siparietto, dove Occhiuto a voce alta e nei corridoi del Comune ne dice di tutti i colori a Cirò, al quale assiste qualcuno, e tutto per far sembrare la denuncia credibile.

Cirò gli dice che può fare tutte le denunce che vuole, tanto sa come difendersi. Da un lato Occhiuto ricatta Cirò attraverso Spagnuolo con la denuncia e lo spauracchio dell’arresto, dall’altro Cirò minaccia Occhiuto di rivelare alla moglie il vero motivo dei suoi tanti viaggi a Roma. Cirò ha conservato tutte le prove della relazione extraconiugale con una ragazza giovane che abita a Roma. Una tresca coperta, dice Cirò, dal cugino di Mario che spesso organizza la “logistica” romana al sindaco durante le sue scappatelle.

Non avremmo voluto raccontare le storie di lenzuola di Occhiuto, ma è cosa che oramai sanno tutti. E poi perché farsi degli scrupoli con chi, contro di noi, scrupoli non ha? Se la lealtà non è reciproca, allora, in guerra così come in amore vale tutto.

E poi io ho imparato una cosa nella vita ed è questa: fa cumu te statu fattu ca unnè mai peccatu. E così ho fatto.

GdD