Cosenza, corso Telesio. I testimoni confermano: “L’incendio è iniziato dal portone”

Su una cosa non c’è più dubbio: l’incendio che ha bruciato le vite di Tonino, Roberto, Serafina e del loro cagnolino, è partito dal portone d’ingresso dell’antica torre campanaria del Duomo, posto a vico Padolisi. E questo non lo dicono solo gli investigatori, ma anche tutti i testimoni sentiti dalla questura in questi giorni. Testimonianze che concordano tra di loro su un preciso punto: le fiamme sono partite dal portone. E poi c’è la relazione degli investigatori che hanno analizzato la scena del crimine che parla chiaro: l’innesco che ha dato il via alle fiamme è stato trovato all’esterno del portone.

Una notizia che la stessa procura si è premurata di far arrivare ad alcuni organi di stampa: alla redazione del TG3 Calabria, e alla Gazzetta del Sud. Un buon segno ed un chiaro messaggio alla città: l’indagine segue la pista dell’incendio doloso. Avrebbero potuto non far trapelare questa notizia, se l’hanno fatto un motivo ci sarà. E non è certo quello di insabbiare. Almeno questa volta. E’ questa la mia sensazione: la procura lavora per trovare i colpevoli. Voglio credere alla loro buona fede questa volta.Del resto basta ripercorrere, sulla base delle tante dirette testimonianze, quel tragico pomeriggio per capire che qualcuno dall’esterno, deliberatamente e con volontà omicida, ha appiccato fuoco all’antica torre campanaria del Duomo, dove vivevano da sempre Tonino, Roberto, Serafina e il loro cagnolino.

Sono le 16,30 di venerdì e già arrivano le prime segnalazioni in redazione che “parlano” di una colonna di fumo che si alza da Cosenza vecchia. Alle 16,40 la situazione inizia a chiarirsi sul luogo dell’incendio: corso Telesio, casa Noce. In diretta qualcuno ci racconta che sta andando a fuoco il portone di casa Noce. E mezzo quartiere avverte 118 e Vigili del Fuoco, allertati dalle disumane grida di Serafina che dal balcone che affaccia su corso Telesio grida: aiuto, aiuto! Anche il cagnolino abbaia dal balcone.

In tanti nel frattempo si sono precipitati sul luogo. Qualcuno prova a spegnere le fiamme calando una pompa dalla propria casa, ma niente. Altri provano con un piccone a sfondare il portone d’ingresso che stranamente, e al contrario del solito, risulta sbarrato. Dal balcone continuano le disperate urla di Tonino, Roberto, Serafina e del loro cagnolino.

Qualcuno non vedendo arrivare ancora i Vigili del Fuoco, prova a “consigliargli” di tentare una fuga dal balcone. Sono le 17,00. In meno di 30 minuti le fiamme si sono propagate per tutta la torre, salendo ai piani superiori con una velocità impressionante. Lingue di fuoco altre tre metri che hanno divorato ogni cosa presente in quello stabile. Avvicinarsi al portone è diventato impossibile. Anche per chi, spinto da umana pietà, ha provato a dargli una mano.

Arrivano i Vigili. Sono le 17,15. Ma c’è un problema, non trovano il bocchettone dove attaccare la pompa. E devono attendere l’arrivo dell’autobotte. Tonino, Roberto, Serafina, non urlano più, si sente solo l’ardere delle fiamme. Ed una impressionante lingua di fuoco esce dal balcone da dove fino a pochi minuti prima i tre gridavano aiuto. Non c’è più niente da fare. Le fiamme hanno avvolto la struttura: Tonino, Roberto, Serafina e il loro cagnolino bruciano. Arsi vivi dal rogo partito dal portone.

Quello che ha impressionato i presenti, è stata la velocità con la quale si sono propagate le fiamme. E’ chiaro che le fiamme sono state aiutate da un innesco, favorite senz’altro dall’accumulo di spazzatura e abiti dismessi a montagne presenti nel loro appartamento.

Dunque: esclusa la bombola del gas, escluso il corto circuito, escluso un fuoco acceso da loro – perché quando le fiamme iniziano ad avvolgere il portone, i tre sono al terzo piano affacciati dal balcone a gridare aiuto – l’unica pista che rimane è l’incendio doloso. Provocato da qualcuno che evidentemente voleva la loro morte. Perché per quanto “matti” fossero, rimane inverosimile pensare che gli stessi prima sbarrano il portone, poi gli danno fuoco, e poi corrono su al terzo piano dal balcone a gridare aiuto. Tant’è che i tre non appena capiscono che lo stabile andava in fiamme, ovvero dopo 5/10 minuti dall’accensione, tentano la fuga dal portone, ma le fiamme sono già talmente alte che non possono fare altro che retrocedere ai piani superiori. Un fuoco che si sviluppa a questa velocità, diciamolo chiaro, è innaturale.

Tonino, Roberto, Serafina e il loro cagnolino sono stati deliberatamente uccisi. Non c’è dubbio. Ogni altra ipotesi non regge. Sta ora agli investigatori scoprire chi si è macchiato di un così orrendo delitto e il perché.

GdD